Capitolo 1

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Il dolce canto del mio canarino mi svegliò, facendomi sbattere più volte le palpebre per la luce troppo forte.
Mi alzai con gli occhi ancora semichiusi e mi diressi alla finestra, aprendo entrambe le ante. Il paesaggio che si presentava mi metteva sempre di buon umore, poiché il verde della natura era incredibile, nonostante la presenza delle case, mentre il vociare della gente, così come le grida dei bambini che giocavano, contribuivano ad ottimizzare il mio umore. Il cinguettio degli uccelli si univa a quello del mio Cipì, che si agitava nella gabbia, appesa ad un'asta, alla destra della finestra.
Era cosi piccolo e dolce, e il suo colore giallo- arancio assomigliava al bellissimo tramonto che vedevo ogni giorno, a parte, ovviamente, quelle volte che pioveva.
Lo sguardo si spostò sulla sveglia, che giaceva sul comodino accanto al letto.

Le otto e mezzo...perché mi sono alzata così presto?! pensai stiracchiandomi e sbadigliando.

Andai verso il letto per sistemarlo,poi decisi di andare a fare colazione. Scesi le scale ed entrai in cucina

-buongiorno-

-buongiorno tesoro, come mai così presto?- mi chiese prontamente mia madre

-non me lo chiedere-

-buongiorno principessa- disse mio padre, che, arrivando da dietro, mi baciò sulla nuca, andondosi poi a sedere.
Infine si alzò, finalmente, anche il mio fratellone Christian, più grande di me di 4 anni

-buongiorno fratellino- dissi sorridendogli

-giorno piccola- mi salutò con un bacio sulla guancia

-wuoo...ti sei già vestito-

-perché così sorpresa?- chiese ridendo

-perché, solitamente, prima fai colazione e poi ti vesti- risposi mentre entrambi preparavano una fetta di pane con la nutella e ci versavamo un succo d'arancia

-noi andiamo a fare un giro, ragazzi...-

-ciao- dicemmo in coro, prestando poca attenzione

Quel giorno mio fratello era particolarmente elegante, o almeno lo era per me, poiché non era il suo stile: indossava una t-shirt nera che risaltava i pettorali scolpiti, jeans stretti e un paio di nike blu. I suoi capelli neri erano accompagnati da un ciuffo ribelle, che gli ricadeva sul viso e i suoi occhi azzurri, avevano un qualcosa, che non vedevo da molto tempo.

-io ho finito, devo andare, o farò tardi-disse alzandosi, mettendo il coltello e il bicchiere, che aveva usato poco prima, nel lavandino e avviandosi poi alla porta

-dove vai?- chiesi curiosa

-esco con degli amici-

-lo sai che non ti credo per niente vero?- dissi nuovamente alzandomi, per poi ripetere l'azione fatta da Christian poco prima

-non ti vestiresti mai così, solo per uscire con i tuoi amici, e sei stranamente felice, il che è bello, ma mi fa pensare parecchio-

-mmm...mi conosci perfettamente-

A quel punto si avvicinò a me e mi diede un altro bacio sulla guancia

-ciao sorellina, mi raccomando- disse poco prima di chiudere la porta, dirigersi verso la sua auto, mettere in moto e partire.

Scossi il capo, ritornando poi sopra ed entrando in camera mia,mi chiusi la porta alle spalle. Mi lanciai sul letto, ma dovetti alzarmi subito, sentendomi chiamare a gran voce. Andai alla finestra e guardai giù, sporgendomi lievemente

-Angel, che ci fai qui? Non dovevi andare con i tuoi?-

-Abbiamo rimandato a domenica prossima...strano che tu ti sia già svegliata, sono solo le 9:10- disse sghignazzando

YOU:My only careDove le storie prendono vita. Scoprilo ora