5. Jealousy, jealousy.

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Simone e Giulio erano sempre stati una coppia un po' strana. O meglio, Simone e Giulio erano sempre stati due migliori amici un po' strani, sin dalle scuole superiori.

Solitamente a quell'età due migliori amici sono inseparabili, non passano un secondo delle loro giornate senza che ci sia l'altro per poi, magari, diminuire questo tempo una volta più grandi. E non che loro due non si vedessero mai, erano nello stesso gruppo di amici quindo stavano spesso insieme, ma non c'era quel legame che agli occhi di tutti li faceva sembrare due migliori amici.

Eppure ogni volta che veniva posta la domanda "chi è il tuo migliore amico?" uno pronunciava sempre il nome dell'altro.

Non c'era una singola volta in cui Simone avesse bisogno di qualcosa e Giulio gli negasse il proprio aiuto, o viceversa. Anche per la cosa più stupida. Potevano non sentirsi per settimane intere ma quando si rivedevano era come se fossero stati separati solo per qualche ora e per Simone non c'è alcun dubbio, per quanto voglia bene agli altri, Giulio è decisamente il suo migliore amico.

Per questo non ha pensato a chiamare nessun altro quando lo studio per quell'esame si è fatto troppo pesante, trovandoselo fuori dalla porta una mezz'oretta dopo, con uno zaino in spalle e quel sorrisino che lo contraddistingueva.

«Mi sono portato una materia di merda anch'io, così piangiamo insieme.» Dice, sporgendosi per lasciargli un bacio sulla guancia prima di entrare in casa.

Simone ridacchia mentre salgono le scale verso la camera, ride un po' meno quando si accorge del modo in cui ha conciato la sua scrivania, con i libri sparsi su tutto il piano ed i post-it attaccati fin sopra il muro in modo apparentemente disordinato.

«Mi metto sul letto.» Giulio lascia cadere lo zaino sulle coperte buttandosi subito dopo affianco ad esso e Simone sorride, prendendo di nuovo posto su quella sedia che, ne era sicuro, aveva preso la forma del suo sedere per quante ore ci aveva passato sopra.
«Non penso di essere mai stato così disordinato.»
«I miracoli dell'università.» Risponde l'altro aprendo un libro decisamente troppo grande per essere di una singola materia.

In pochi istanti per Simone ritorna un po' di tranquillità, che Giulio aveva quel potere calmante, come se non conoscesse l'ansia e questa cosa la trasmettesse anche a lui. Lo guarda sfogliare le pagine del libro e mimare le parole che legge e più lo osserva, più torna ad avere un po' più di lucidità e di concentrazione, fino a portare nuovamente lo sguardo sui propri libri.

Giulio gli lancia un'occhiata sorridendo, lo conosce abbastanza bene da sapere che non sono necessarie tante parole o tanti gesti, che Simone è sempre stato capaci di tirarsi fuori da solo dalle cose ma che avere qualcuno affianco era una sicurezza in più che serviva a dargli l'ultima spinta. Essere suo amico era la cosa più facile del mondo per Giulio, anche nei momenti brutti, anche nel peggior momento della vita di Simone, si era sempre sentito fortunato ad averlo al proprio fianco e se bastava sedersi affianco a lui per dargli una mano, lui lo avrebbe fatto sempre.

Finiscono per studiare altre due ore e mezza, prendendosi una pausa per fare merenda ed una per prendere un po' d'aria in balcone. Non fanno caso all'ora nemmeno quando Giulio si alza per accendere la luce, ormai necessaria per illuminare la stanza.

«Secondo te qua che c'è scritto?» Gli chiede Simone mentre torna verso il letto. Giulio cammina fin dietro di lui poggiandogli le mani sulle spalle e sporgendosi verso lo schermo del pc davanti a se. «Sono appunti di un compagno di corso ma la metà delle parole non le capisco.» Borbotta.
«uhm- la...» Giulio aggrotta le sopracciglia avvicinandosi un po' di più e sentendo le spalle di Simone alzarsi ed abbassarsi in un sospiro affranto. «La cinetic-»
«Sim-oh.»

La voce sulla porta per poco non fa guadagnare una testata sui denti al povero Giulio, che tira su la schiena prima che la testa dell'amico possa colpirlo. Non ha mai seguito il calcio, lui, ma ormai crede di aver visto talmente tante volte la faccia di Manuel da poter dire di conoscerlo come se fosse un suo amico. Per questo, non appena sente la schiena di Simone tendersi sotto le sue mani, muove i pollici in modo circolare sulle sue spalle senza staccare gli occhi dal ragazzo.

Sogni affittati. | Simuel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora