4. Una paura, un desiderio.

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Il calcio è uno sport particolare.

Non è particolare dal punto di vista tecnico, né tantomeno da quello pratico, ma è particolare tutto ciò che riguarda i sentimenti di chiunque lo vive, calciatori, staff, allenatori ma forse, soprattutto, dei tifosi. Questo Manuel lo ha sempre saputo, lo ha vissuto in prima persona quando era piccolo e se l'era vista piovere addosso da calciatore, tutta quella passione.

Era come se, dal primo istante in cui aveva sentito gli applausi dello stadio per lui, avesse automaticamente iniziato asentire una responsabilità nei loro confronti. Sapeva di non essere infallibile, Manuel, ma voleva impegnarsi quanto più poteva per limitare i fallimenti suoi e della squadra, perché il calcio era particolare ed i tifosi sapevano amare tanto quanto contestare.

Con questo fardello sulle spalle si è avviato sul dischetto del rigore quella domenica. E forse è stato proprio quel fardello a sbilanciarlo e fargli tirare fuori lo specchio della porta la palla del pareggio, o forse è il fatto che davvero non è infallibile ed una giornata "no" può averla anche lui, come si era visto durante la partita. Rimane il fatto che, qualsiasi sia il motivo, Manuel vede la curva davanti a se sgonfiarsi in pochi istanti prima di portarsi le mani sul viso.

«Oh, daje non è successo niente.» La frase di Dario arriva in totale contrasto con gli insulti urlati dagli spalti che lo colpiscono proprio dietro la schiena.
«Merda.» Sibila tra i denti. «Merda, merda, merda.» Continua, tirandosi la maglia con un ringhio. Non ha nemmeno il tempo di poggiare gli occhi sulla panchina prima che arrivi il fischio finale e, mentre cammina verso Dante a bordo campo, continua a sentire alle sue spalle le proteste dei tifosi.

Proteste che Simone, da casa, forse riesce a sentire meglio di lui mentre se ne sta seduto sul divano con la televisione accesa. I telecronisti parlano di errori durante la partita e la maggior parte delle volte fanno il nome di Manuel. Dicono anche che può capitare, che in due anni non aveva mai fatto errori gravi, ma Simone lo vede comunque uscire dal campo con la testa bassa, che non si rialza nemmeno dopo la pacca sulla spalla del padre.

Mette il muto al televisore con un bruciore alla bocca dello stomaco, perché non sa cosa si provi in determinate situazioni, ma il viso contrito di Manuel ne è un chiaro indizio.

Scoppiati Scoppiettanti

Ma i tifosi di calcio sono sempre così stronzi?

Lau
Non so a che ti riferisci, ma si

Matteo
A Simò ha fatto n casino

Aureliano
A Matte può capità, ce sta Perez che fa schifo tutti i giorni

Vabbè ma mica è una partita importante

Matteo
Se vuoi vince il campionato so tutte partite importanti

Matteo
Però sicuramente stanno a esagerà

Simone sbuffa lasciando cadere il telefono sul divano ed alza gli occhi quando sente un po' di movimento provenire dalla cucina. Incontra lo sguardo di sua nonna che lo sta già guardando, mentre sistema dei piatti sul tavolo.

«Alla prossima partita sarà già passato tutto, è un bravo giocatore e gli vogliono bene.» Dice subito lei.
«Non mi pare così divertente.» Virginia ride appena, mentre impila l'ultimo piatto di quel servizio in ceramica che hanno usato forse due volte in tutti i 20 anni do vita di Simone.
«Il rapporto dei tifosi con i giocatori è un po' come quello tra genitori e figli.» Spiega. «Ci sono quelle volte in cui ti mandano in escandescenza, ma appena ti giri di spalle e scendi le scale senti già che sta passando tutto.»

Sogni affittati. | Simuel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora