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Aprile 2003. Roma, Italia.
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Nel mese di gennaio tornai a Roma. Non volevo mai più avere nulla a che fare con Jean Kirschstein. Papà accontentò il mio desiderio, dopo aver passato insieme il suo compleanno, il 27 dicembre, giusto il tempo di finire una ricerca molto importante. Mi riportò a casa, da mamma, ma lui tornò ad Austin per continuare le sue ricerche. Gli promisi che sarei tornata da lui e mi rispose: «Ci conto seppiolina». Un po' mi sentii in colpa a lasciarlo da solo, ma davvero non potevo sopportare la vista di quel mollusco, soprattutto quando scoprii che saremmo dovuti essere compagni di classe!
Dopo avergli risposto a tono, Jean e io litigammo, anche se non capì cosa gli dissi ─ gli bastò sentire il mio tono arrabbiato per mettere la coda tra le gambe e fare la vittima. Maledetto! Andò a raccontare alla "madre" cosa fosse successo e lei ebbe anche il coraggio di rimproverarmi! Per fortuna papà credette alla mia versione dei fatti, e calmò le acque. Da quel giorno non volli vedere mai più il mio vicino di casa, neanche quella donna. Tenni il dolce solo perché era squisito, altrimenti lo avrei fiondato fuori dalla finestra.
