Capitolo 01

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La pioggia cadeva piano contro la finestra di Katsuki, ma se ne fregava al momento del suono cadenzato dell'acqua che colpiva i vetri lasciando scie che terminavano contro l'alluminio degli infissi.

La sua mente era concentrata sull'enorme piacere che stava provando mentre affondava con il proprio membro nella carne calda di Izuku che con il volto arrossato e gli occhi lucidi di lacrime di piacere, gemeva come un forsennato per via della sovrastimolazione a cui lo stava sottoponendo.

Le dita affondate nei fianchi morbidi di lui, mentre si spingeva in avanti con forza tale da sentire ad ogni movimento uno schiocco. Il giorno dopo di sicuro quella pelle ricoperta di lentiggini avrebbe avuto altri segni, come l'impronta delle sue dita e provò un'enorme soddisfazione nel ricordare che nessuno a parte lui aveva il permesso di toccare quel ragazzo.

Era suo e di nessun altro. Un vanto per lui che era il migliore in qualunque cosa e sotto qualunque aspetto.

Sentì l'orgasmo montare dentro di sé, le unghie affondarono segnando con strisce rosse la carne di Izuku che venne grazie a quel dolore, Katsuki serrò gli occhi alla ricerca del proprio piacere e lo trovò quando le calde pareti dell'altro lo stritolarono portandolo a riversarsi dentro di lui con fiotti bollenti.

I respiri s'inseguivano, alla ricerca di aria.

Con il sudore che gli colava lungo la schiena e finalmente in pace ora che la pioggia stava diminuendo, il biondo si sdraiò sul letto, un braccio sotto la testa, l'altro steso lungo il fianco che il minore afferrò stringendoselo al petto mentre un sorriso enorme si palesava sul suo volto ancora arrossato dall'orgasmo che lo aveva travolto.

«È stato bellissimo Kacchan.» disse baciandogli la spalla e strofinandoci il naso e una guancia, sperando che almeno questa volta l'altro gli avrebbe risposto, ma uno squillo del cellulare fece voltare il maggiore, sottraendosi alla sua presa per rispondere al messaggio appena arrivato.


«Sul serio, ha detto proprio così.» stava dicendo la ragazza praticamente appesa al braccio di Katsuki mentre passeggiavano placidamente nel corridoio della Yuei, «Sapessi quanta voglia avevo di voltarmi per dirgliene quattro.»

«Hai ragione, dopotutto nessuno può permettersi di parlare così alla mia ragazza.» rispose il biondo vedendo subito lei che gli rivolgeva un sorrisetto compiaciuto mentre fissava dall'altra parte del corridoio arrivare due figure sorridenti.

«Sono tutta tua?» chiese gettandogli le braccia al collo e strusciando il proprio petto formoso contro quello virile di lui che le cinse la vita con le mani abbracciandola a propria volta.

«Ma che domande che mi fai. Ovvio che sei mia e di nessun altro.» rispose proprio quando Izuku e Ochaco gli passarono accanto, ma nulla lasciò trasparire il verdino mentre continuava a camminare, non rivolgendo neppure un briciolo della propria attenzione alla coppia.

Intanto la ragazza non gli aveva staccato gli occhi di dosso nemmeno per un secondo, neanche quando la mano del biondo si era infilata sotto la sua camicetta toccandole la pelle e facendolo venire un brivido.

«Tutto bene Deku-kun?» chiese la brunetta notando la mascella serrata con forza del suo amico.

«Tutto bene Uraraka-san, non ti preoccupare.» disse sorridendole, ma gli occhi non rispecchiavano la piega felice della bocca, facendolo sembrare solamente più triste al suo sguardo.

«Con me non devi fingere, posso sostenerti se vuoi...» ma la testa di Izuku si mosse in un gesto negativo, voltandosi appena per vedere la ragazza che si era lanciata in braccio a Katsuki, avvolgendogli le gambe attorno alla vita, le loro risa che si diffondevano per l'intero corridoio affollato di studenti di ogni classe.

Il verdino si ricordò come quelle stesse braccia la notte prima avessero stretto il suo corpo, di come quegli occhi avessero scrutato quella parte di sé che aveva dato solo a lui.

Con un sospiro tornò a guardare avanti a sé allontanandosi dal ragazzo che amava.

Con un sospiro tornò a guardare avanti a sé allontanandosi dal ragazzo che amava

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