Capitolo 03

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«Più piano Kacchan.» supplicò Izuku mentre il proprio amante lo spingeva con forza contro il muro, la testa aveva sbattuto contro la parete e la sentiva già pulsare, mentre la presa contro i propri polsi aumentava quando l'altro glieli strinse interdetto da quella protesta.

«Cosa succede Deku, ti faccio male?» domandò Katsuki non lasciando la possibilità al minore di rispondere tappandogli la bocca con un bacio rozzo e duro, infilandogli la lingua in bocca con forza, cercando di coinvolgerlo nel bacio.

«Kacchan...» provò di nuovo a richiamarlo e anche spingerlo via delicatamente posandogli le mani sul petto.

Il biondo si staccò dopo avergli morso la lingua con un po' troppa forza perché Izuku sentì il ferroso gusto del sangue che gli infastidiva le papille gustative.

«Vaffanculo.» gli gridò in faccia per poi voltargli le spalle e andarsene con le mani in tasca e la solita aria strafottente stampata in faccia, lasciando il verdino a fissare la sua schiena mentre si puliva l'angolo della bocca dove un accumulo di saliva e sangue aveva cominciato a colare sporcandogli il mento.

Si accasciò a terra, le ginocchia strette al petto e le braccia a coprirgli il volto già rigato di lacrime che non ne volevano sapere di arrestare la loro caduta.

«Perché non capisci che così mi fai male?» domandò come se avesse ancora davanti a sé Katsuki, immaginandoselo con un sorriso invece che la sua solita espressione di scherno, come se lo prendesse in giro per il suo amore incondizionato.

Il piccolo portachiavi con l'orsetto che l'altro gli aveva regalato, era scivolato fuori dalla sua tasca.

Sembrava che i ragazzi della sezione di marketing della Yuei avessero iniziato a produrre piccoli accessori con le divise da eroi dei componenti della classi principali. Quando il biondo lo aveva scoperto si era arrabbiato da morire, ma alla fine aveva regalato il pezzo più carino della collezione a Izuku che ne era rimasto sorpreso all'inizio, prendendo poi il gesto come un'autentica manifestazione di affetto da parte del maggiore.

Da quel giorno non aveva più lasciato l'orsetto con la canottiera nera e la grossa x arancione sul petto, conservando il portachiavi come se fosse il suo bene più prezioso, ma anche il simbolo di quanto fosse facile comprare il suo silenzio e il suo amore.

Con una mossa veloce, lanciò l'oggettino lontano da sé, che atterrò a pochi metri, non avendolo lanciato seriamente.

Lo vedeva immobile che lo fissava con sguardo accusatorio, obbligandolo ad alzarsi per correre a riprenderlo. Se lo portò al volto per dare un piccolo bacio sul musetto dell'orso, pentendosi immediatamente di quello che aveva osato fare.

«Ti amo Kacchan.» sussurrò rimettendosi il portachiavi in tasca e dirigendosi verso i bagni, così da cancellare i segni del pianto e magari anche quello del sangue che aleggiava ancora nella sua bocca.


«Ma sì, ti ho detto.» diceva Katsuki con la propria ragazza a braccetto, «Ne ho altri mille a casa, sembra che non smettano più di mandarmeli.»

«Allora domani me lo porti? È l'ultimo gadget del tuo merchandising che mi manca.» strillò lei contenta, con un tono acuto della voce così che tutti nel corridoio poterono sentirla, «Sono contenta Katsuki tesoro, non ci speravo più. Quando si è rotto il gancetto mi sono messa a piangere, quell'orsetto era il primo che mi hai regalato.» i suoi occhi trovarono immediatamente quelli verdi e scioccati del ragazzo che stava assistendo a quella scena con un peso sul cuore che non pensava se ne sarebbe mai più andato.

«Ora andiamo che mi sto rompendo il cazzo.» rispose il biondo con un sorriso dolce sul volto incamminandosi per i corridoio con lei che teneva comunque lo sguardo alle sue spalle rivolto a Izuku.

«Sì, andiamo in quel locale carino dove fanno le crepes che ti piacciono tanto.» e scoccò un bacio sulla guancia di Katsuki.

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