Non ne poteva più di quella situazione, il dolore che l'altro gli continuava a provocare era così incommensurabile che alle volte si sentiva mancare il fiato nel petto facendolo soffocare.
A malapena ricordava le parti belle della relazione che avevano avuto, surclassate dal disgusto che provava per sé stesso al solo pensiero di quello che permetteva lui di fargli o di quando li vedeva insieme a braccetto per i corridoio della scuola.
L'amore si stava poco alla volta trasformando in disprezzo e non se ne sentiva minimamente in colpa.
Katsuki era seduto sul bel divano in pelle nel soggiorno ampio di casa sua, il cellulare ancora premuto contro l'orecchio e un sorriso appena accennato sulle labbra. Parlava tranquillamente con lei, si sentiva la sua voce acuta che permeava dal cellulare per arrivare al verdino che si era alzato alla fine e rivestito per seguire il biondo.
Solo che vederlo ancora intento a conversare con la ragazza mentre lui era lì, gli fece salire un moto di ira che non pensava di essere in grado di provare.
Cercò di reprimere quelle emozioni violente e dirigersi verso la cucina, magari cucinare avrebbe sbollito la sua rabbia e cosa c'era di meglio se non il proprio piatto preferito per risollevarsi l'animo.
Come se fosse a casa propria, Izuku si mise a frugare nella dispensa e nel frigo alla ricerca degli ingredienti e quando ebbe trovato tutto cominciò la preparazione con un mezzo sorriso sulle labbra.
Ci aveva messo dei mesi per imparare a cucinare e ora che ne aveva la possibilità, poteva anche dimostrare al biondo quanto fosse migliorato. Già se lo immaginava mentre gli faceva i complimenti per essere stato bravo e mangiare con gusto quello che aveva preparato.
Ma il tempo per cucinare era già finito e la conversazione di Katsuki al telefono non era ancora terminata, facendo rimontare nel minore il fastidio per quel tempo perso piuttosto che passarlo insieme.
Con tutta la gentilezza che era ancora in grado di trasmettere, posò le due ciotole colme di cibo sul vassoio per portare il tutto sul basso tavolino del salotto. Forse una volta visto il katsudon bollente e ben preparato, l'altro avrebbe chiuso la chiamata e si sarebbe messo a mangiare con lui, ma quando invece gli vide roteare gli occhi in un moto di stizza, Izuku perse completamente la pazienza.
Con una mossa veloce e furente, sollevò il vassoio e lo scaraventò addosso al maggiore che venne ricoperto dal riso e le cotolette ancora fumanti.
Gli occhi del verdino non avevano neanche più la forza di piangere mentre gli rivolgeva con lo sguardo tutto il disprezzo che stava provando, prima di gridargli contro e afferrare il cellulare che l'altro stringeva ancora in mano.
«Non ci posso credere che ancora sto qui a preoccuparmi di questo quando tu non fai nulla.» gridò lanciando il dispositivo elettronico contro il muro dall'altra parte della stanza, mandandolo completamente in frantumi, «Ti amavo come nessun altro al mondo sarebbe in grado di fare, ma ora non più.» e si avviò alla porta d'entrata sotto lo sguardo inebetito di Katsuki che non si mosse di un millimetro, «Ti odio.» sussurrò appena prima di sbattersi la porta alle spalle.
Quelle due ultime parole furono come una pugnalata per il biondo che mai si sarebbe aspettato di sentirle pronunciare dalla bocca del verdino.
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Eyes don't lie
FanfictionQuanto può fare male l'amore che provo per te? Io sono tuo, ma vale lo stesso per te? Gli occhi non mentono e vedo come mi guardi, ma la tua bocca non pronuncerà mai quelle parole che ci legherebbero insieme. Di che sono tuo e io farò lo stesso.