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È tremendamente bello. Occhi chiusi, bocca chiusa. Il suo respiro non c'è, è la macchina a respirare per lui. Un continuo bip biip bip biip interrompe i miei pensieri, ma è comunque bello sapere che il suo cuore batte ancora autonomamente, senza bisogno di ulteriori macchine.
Mi ricordo quando eravamo piccoli... lui mi spingeva sempre sull'altalena. Facevamo tanti pic-nic, anche alle 11 del mattino, ci mettevamo in giardino, stendevamo la coperta e mangiavamo le cose che trovavamo in casa, qualsiasi cosa. Ridevamo tanto. Poi siamo cresciuti, lui ha perso la verginitá e io ero gelosa. Ero innamorata di lui, a 12 anni pensavo fosse l'amore della mia vita. Poi ha conosciuto quella troia che a 15 anni gli ha portato via la verginitá. Lui era mio. Solo mio. Infine quando si sono lasciati ho aperto gli occhi, ho capito che lui era il mio amicone, ma nulla di più.
Guardo l'orologio: 18,45.
Apro il telefono:
3 messaggi da Mamma:
-Dove sei?-
-Amore c'è Dim qui, ti cerca-
-Si può sapere dove sei? Sono le 18 e io non ti vedo da ieri sera!-
Mi affretto a rispondere
Da Sophie a Mamma:
-Sono in ospedale, Adri è in coma. Ti spiego tutto sta sera. Torno ora. Dì a Dim che ora non ho tempo per lui.-
Guardo Adrian, sembra morto, ma il suo cuore tiene ancora. È bellissimo. Prendo una sua mano, la stringo e gli do un bacio sul palmo. Poi esco dalla stanza. Sua mamma è ancora in corridoio, mi saluta, ancora piangente, e mi ringrazia di essere stata con lui tutto il pomeriggio.
Arrivo nel cortile, prendo la bici e torno a casa. Appena entrata mia mamma arriva e mi abbraccia forte, come se servisse a colmare il vuoto.
Nascondo le lacrime e corro in camera mia. Entro, chiudo la porta e mi sbatto sul letto. Ignoro i messaggi di Dim, ora l'unica persona di cui avrei bisogno è Adrian.
Non so quanto tempo dopo mia mamma mi chiama per la cena, ma balzo. Non ho fame, non voglio fare nulla. Il tempo passa tra lacrime e risate, penso ai momenti belli passati con lui e rido, poi vedo il bracciale e mi ricordo che lui è un vegetale, allora piango. Infine mi addormento.

La sveglia suona alle 6.30, come al solito. Mi vesto veloce e non faccio colazione. Voglio passare da Adri.
Prendo lo zaino ed esco di casa, in bici arrivo velocemente all'ospedale: sono le 7.00.
Entro e vado nella sua "stanza", sua mamma dormiva nel lettino a fianco, lui era lì... stessa posizione ed espressione di ieri. Una statua greca.
Mi siedo accanto al suo letto e lo saluto, non lo so, mi viene naturale salutarlo.
"Ciao Adri. Sono le 7.00, ora devo andare a scuola, ma passerò dopo con un bel mazzo di peonie che a te piacciono. Ti ricordi quando le rubavamo dal giardino del Signor Cappi? Lui ci inseguiva con la scopa". Una risata lieve uscì dalle mie labbra, ma si spense immediatamente.
Mi alzo e lascio di nuovo un bacio sul palmo della sua mano, esco e vado a scuola.
La giornata scorre velocemente, anche se le lezioni da parte mia non venivano ascoltate minimamente? Ma fa lo stesso, ho altro a cui pensare.
Esco da scuola e trovo Dim fuori con la faccia tutta cazzuta, come se mi facesse paura.
-Si può sapere dov'eri ieri pomeriggio?-
"Ero da Adrian, in ospedale, è in coma" risposi sicura
-Ah quindi adesso stai con lui e non con me.-
"Lui sta male"
-Non me ne frega niente di lui, e non me ne frega niente se sta male. Tu stai con me e non con lui.-
Ma come si permette? Lui è il mio migliore amico, lui è tutto per me, come un fratello. Dimitri non è nessuno per dirmi se fare compagnia ad Adrian o no.
"Ora non più. Ora non sto più con te." Risposi. Incredula di me stessa mi sono girata e dileguata in fretta. Non ho mai avuto questa sicurezza.
Ora pranzo veloce, a prendere i fiori e subito da Adri. Gli devo raccontare cosa è successo.
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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 13, 2015 ⏰

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