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-Stavamo organizzando una cosa, per ecco..- si grattò la testa riccioluta.
-Stavamo mettendo in atto una serata da fare stasera, ma volevamo farti una sorpresa.- buffò Calum. Gli altri tre annuirono, sotto il mio sguardo gelido. Non mi era mai capitato di essere così fredda e decisa appena sveglia. Facevo fatica a dire qualcosa a mia madre, figuriamoci riuscire a estorcere informazioni.
-Esatto, quindi io e te andiamo a scegliere qualcosa di carino.- Beth spuntò dalla cucina, sorridendomi ampiamente.
-E dove andiamo?- mi alzai, infilandomi le scarpe.
-In una discoteca, ovvio.- a Luke brillarono gli occhi, mentre la sua voce riempiva la sala.
-Andiamo ragazzi, anche una serata tra noi va bene!- sbuffai. Non mi elettrizzava l'idea di immergermi in una sala affollata, piena di persone sudaticcie che ballavano su musica altamente commerciale. L'ultima volta che ero andata in discoteca ero finita contro l'ascella di un uomo appiccicoso per via del troppo sudore, e vi ero restata per due minuti buoni con Ash che mi rideva spudoratamente in faccia. Già, avevo bei ricordi di quella serata. Ma sapevo anche che non appena mettevo piede dentro mi lasciavo andare completamente, sia alla musica, sia all'alcool. Diciamo che ero solo un po' paranoica, tutto qua. Dopo essermi legata i capelli in una coda disordinata, uscimmo di casa con i ragazzi.
-Bene, ci troviamo a casa di Ash e poi andiamo tutti insieme?- propose Calum, dopo essersi consultato con il ricciolino che aveva di fianco.
-Perfetto. Noi siamo in centro, a dopo ragazzi!- Beth mi prese a braccetto, dirigendosi verso i viali dei negozi più belli e alla moda di Sydney.
-Beth, ti prego, non questo!- mugolai, facendo ridere i ragazzi che erano ancora poco distanti.
-Oh si, questo si.- affermò decisa, mentre mi trascinava letteralmente sull'asfalto.

Mai andare a fare shopping con Beth. Lei ti porta in camerino metà negozio, ti fa stare in un abito più di un quarto d'ora, per poi magari dirti che non è quello giusto. Esaltante, vero?
-Beth, sono le cinque e mezza.- mi lamentai, da dentro al camerino. Mi infilai velocemente in un vestito rosso bordeaux. Il corpetto in tessuto mi fasciava la pancia, mentre una gonna si apriva leggera da dove finiva la parte aderente. Il mio petto, invece, era coperto da uno strato in pizzo rosso, che seguiva perfettamente il giro del mio collo. Arrivava a metà coscia, lasciando scoperte le gambe neanche tanto lunghe.
-Se ci metti ancora tanto arriveranno le sei!- commentò, accompagnando quell'adorabile frase con una risatina. Sbuffai mentre spostavo la tendina e non appena uscii..
-Sembra fatto apposta per te.- vidi brillare i suoi occhi marroni. -E' perfetto.- battè le mani, correndo ad abbracciarmi. Risi alla sua reazione, mentre sentivo le sue braccia coperte dal maglione rosa chiaro avvolgere il mio corpo esile.
-Okay, ora andiamo a fare merenda, e dopo pensiamo alle scarpe.- decretò, spingendomi dentro al camerino. In pratica, ero uscita, aveva commentato, aveva deciso il programma delle giornata, e mi aveva rispedito nella cabina prova. Come facevo a non volerle bene? Dopo essere tornata nei miei jeans stretti, pagai l'abito e ci dirigemmo verso Starbucks, la mia coccola quotidiana. Ordinammo le nostre bevande e ci accomodammo nei tavolini in fondo al negozio.
-Allora.- Beth poggiò le mani sul tavolo, guardandomi. Solo dopo quella giornata capii che era cambiata. Due mesi fa era una ragazza innocua, dai lunghi capelli biondi e con un carattere estremamente timido. Ora invece bastava guardarla negli occhi per capire che non era certo il tipo di cui potevi approfittare. Certo, rimaneva sempre quella parte timida e riservata, ma in pochi casi la faceva vedere. Era anche più perversa, ma quello lo doveva alla presenza di Calum in casa.
-Fai veramente paura quando mi guardi così.- storsi la bocca, mentre il cameriere ci serviva. Quel momento mi ricordava tanto la giornata al centro commerciale con Luke. Era passato un po' di tempo, ma mi ricordavo ancora quella giornata. Il nostro primo e vero bacio, su quel treno, non potevo toglierlo così facilmente dalla mia mente.
-Ecco, vedi? Stai sorridendo senza rendertene conto, e so anche a cosa stai pensando!- sorrise soddisfatta, guardandomi con sfida. Mi distrassi dal solo pensiero delle labbra di Luke sulle mie, guardando la mia amica con aria perplessa. -Sbaglio o è il nostro biondino a occupare i tuoi pensieri?- alzò e abbassò le sopracciglia ripetutamente, gesto abbastanza inquietante. Mandai giù un sorso di cappuccino con scorze di caramello, che mi percorse la gola, bruciandola per la sua dolcezza.
-Mmh..- mugolai, coprendomi con il bicchiere. Buttai giù quanto cappuccino potevo, ma Beth non mollava.
-Quando glielo dirai?- sospirò, bevendo dal suo bicchiere medio.
-Dirgli cosa?- chiesi abbastanza stranita.
-Che sei innamorata di lui.- si strinse tra le spalle, noncurante della cosa che aveva appena detto. Sputai il poco cappuccino che avevo in bocca, prendendo subito un fazzolettino per asciugarmi.
-Beth, frena con la fantasia. Io non provo nulla per lui, e lui tanto meno per me. Luke Hemmings vuole solo sesso e sa dare solo sesso, non so ti è chiaro il concetto.- spiegai cauta.
-E' da due mesi che usi questa cosa come scudo, non puoi andare avanti così e Luke nemmeno.- altro sospiro. -Se avesse voluto solo sesso, se ne sarebbe già andato, non credi? E poi non puoi nemmeno nascondere il sorriso da ebete che ti viene quando lo vedi.- alle sue parole abbassai la testa, riflettendoci.
-Quando saremo in Francia magari sarà l'occasione giusta.- bevve tranquillamente.
-'Saremo'?- sottolineai il suo verbo, facendole sbarrare gli occhi.
-Sarete.- si corresse, rimandendo però impassibile. -Luke ti da così tanto alla testa che senti pure male ora.- rise, asciugandosi le labbra sottili con un fazzolettino.
-Hmm..- annuii, guardandola dubbiosa. -Come fai a sapere che Luke non può più andare avanti così, scusa?- ripensai vaga alle sue parole, esaminandole con cura una a una. Ma quella proprio non me la sapevo spiegare.
-Oggi gliel'ho chiesto.- e stavolta fu lei ad abbassare la testa. -Vuoi sapere cosa mi ha detto?- puntò subito nei miei occhi.
-E me lo chiedi pure?!- mi dovetti contenere dall'urlare, dire che non stavo più nella pelle era dire poco.
-Te lo dirà lui, è quello che mi ha detto.- sorrise maligna.
-Morirai anche tu un giorno, Elizabeth.- bofonchiai, alzandomi dal tavolo, con il bicchiere stretto tra le dita.

try hard[efp]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora