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-Ora vai, ma ti prego. Stai attenta.- lasciò la presa dai miei polsi, passando a un tocco delicato sulle mie guancie. Mi mancò il fiato. Era ancora lui?
-Non so cosa fare Luke!- respirai a scatti, provando forse troppo dolore nel farlo.
-Va da lui, io sono qui, ti aspetto Amanda.- sussurrò, specchiandosi nei miei occhi ormai lucidi.
-Non te ne andare.- dissi, con voce strozzata.
-Non mi passa nemmeno per la mente lasciarti sola.- e detto questo, fece incontrare le nostre bocche, in un dolce e veloce bacio. Ancora intontita dal suo sapore di caffè, mi staccai dalle sue labbra, per avviarmi titubante alla porta. Non ero pronta, quell'uomo mi aveva completamente distrutta, sia psicologicamente che fisicamente. La sua alta figura prese parte nella mia visuale, e fu come sentire un mattone cadere sul mio cuore. Un brivido mi percorse da capo a piedi, ma respirai profondamente, e cercando di apparire fredda e distaccata, incrociai le braccia al petto. Dovevo stare calma, dovevo farlo per Luke.
-Che ci fai qui?- mi stupii del mio tono calmo e distaccato, era quello a cui miravo.
-Ma chi è quel ragazzo?- sbottò, serrando i pugni. Trasalii nel vedere la sua reazione.
-Non è nessuno. Ripeto la domanda solo un'altra volta: cosa vuoi?- scandii bene le ultime due parole, con tono sempre più freddo.
-Devo darti delle carte, leggile e falle leggere anche a Helena.- mi porse dei fogli dalla sua ventiquattro ore in pelle nera.
-Cosa sono?- le passai tra le mani, esaminandole con cura.
-Sono documenti. Documenti che mi danno il permesso di vederti nelle vacanze. Non voglio perdere altro tempo, ti darei solo fastidio. Buona giornata Amanda.- e se ne andò. Se ne andò lasciandomi sola sulla porta, con tre o quattro fogli in mano e una marea di dubbi in testa.
-Merda!- imprecai, leggendo le prime righe.
-Amanda, stai bene?- due occhi azzurri come il mare mi scrutarono, mentre i miei si riempivano di lacrime amare. Gli sbattei in mano quei dannati documenti, andandomene in salotto. Volevo piangere, volevo urlare, volevo sfogarmi in ogni modo possibile, ma non usciva niente. Ero capace solo di starmene ferma, intenta a fissare il vuoto.
-Sta scherzando vero?!- esclamò arrabbiato, arrivando dietro a me.
-No.- mi uscì solo un flebile monosillabo.
-Come ha fatto ad avere i documenti così in fretta?-
-Probabilmente era da un po' che ci pensava.- storsi la bocca, mentre con amarezza pensavo a cosa stava accadendo.
-Chiamo i ragazzi, tu.. Tu cerca di calmarti, risolveremo questa situazione.- corse a prendere il telefono. Stare calma un corno!

-Piccola!- Ash mi si gettò al collo, stringendomi più forte che poteva. -Come stai? Luke ci ha avvisati per telefono, ma ci ha solo detto dei documenti e..- iniziò a parlare a vanvera.
-Ash.- lo bloccai, alzando di poco la voce. -Sto bene, davvero. E' che sono solo sconvolta.- gli spiegai, mentre Luke era impegnato a raccontare in breve i miei precedenti con mio padre.
-Troveremo un modo, stai tranquilla.- mi lasciò un piccolo bacio sulla fronte, per poi stringermi ancora a sè. Era così diverso da quando abbracciavo Luke. Con Ash era come abbracciare un fratello, mentre quando abbracciavo il biondo sentivo lo stomaco fare cambio posto con l'intestino, un caos infinito. Tornammo dagli altri, che stavano in silenzio a leggere i documenti. Il corpo alto e snello di Luke era appoggiato alla porta-finestra, gli occhi persi nel vuoto e le unghie tra le labbra venivano mordicchiate nervosamente. Mi sentivo terribilmente in colpa per quella situazione, erano tutti nervosi e tristi per me, per una cosa che potevo gestire con mia mamma.
-Quindi?- Ash ruppe quel silenzio tombale, sedendosi sul tappeto. Luke a quel richiamo fu come scosso, difatti sobbalzò appena. Chissà a cosa stava pensando.
-Da quello che ho letto, Amanda può decidere autonomamente, perchè ha più di sedici anni.- disse Michael, sfogliando le carte.
-Ma in compenso c'è scritto che almeno una festività che duri più di tre giorni la deve passare con lui.- ribattè Calum, sospirando sconfitto. -Quindi non è completamente libera di decidere ciò che vuole.- altro sospiro.
-E' una cosa impossibile cazzo! Ha una denuncia per molestie, come fa ora ad avere tutto in regola?!- sbottò Luke, alzando la voce.
-Amico, urlando non si risolve nulla. Dobbiamo solo stare calmi, cercare una soluzione e metterla in atto.- Ashton poggiò una mano sulla spalla di Luke, come segno di incoraggiamento. Dovevamo stare forti, e quella era l'unica cosa che contava in quel momento.
-Non se la può portare via così, soprattutto quando siamo in vacanza.- mugolò a testa bassa, strofinandosi gli occhi.
-Non me ne vado, Luke. Semplicemente passerò qualche fesività con lui..- mi avvicinai al biondo, toccandogli il braccio. Vederlo così mi faceva stare male, troppo male.
-A Parigi.- sottolineò, sconfitto.
-Si, a Parigi. Ma tornerò sana e salva.- provai a sdrammatizzare quella situazione.
-Sana? Salva? Sai di cosa è capace quell'uomo.- alzò la testa di scatto, facendomi indietreggiare.
-Luke, smettila. E' vero, lo odio, ma so anche come difendermi.- incrociai le braccia al petto.
-No Amanda, non lo sai! Potrebbe avere ancora uno dei suoi schizzi da alcolizzato, tu cosa ne sai?!- gesticolò. Ogni sua parola detta con quel tono era una fitta al cuore. Si trattava di me cazzo, sapevo come gestire la cosa.
-Ragazzi..- provò a intervenire Calum, ma senza risultati.
-Ora basta! Ti rendi conto di quello che dici?!- ecco, eravamo nel pieno di una discussione con sei occhi che ci guardavano attentamente.
-Mi sto solo preoccupando per te!- urlò, mentre io continuavo ad indietreggiare. -Stai prendendo questa cosa troppo alla leggera, cazzo! Sai meglio di me cosa è in grado di fare, io ho solo paura!- sbottò. Calò il silenzio nella sala, mentre tutti mi guardavano in attesa di una risposta. Ma ero pietrificata, pietrificata nei suoi occhi azzurri, che ora celavano il mare in tempesta.
-Se Amanda andrà da suo padre, allora andremo anche noi.- e per la seconda volta, Ash ruppe il silenzio. Distolsi lo sguardo da quello di Luke, sbarrando gli occhi verso Ash.
-Sono quasi dodici ore di aereo, poi il fuso orario, la nuova città..non posso chiedervi tanto.- ribattei subito.
-Amanda, sei la mia migliore amica, ma devo dar ragione a Luke. Nemmeno io sono tranquillo a lasciarti con tuo padre dall'altra parte del mondo.- disse, con quel suo solito fare calmo.
-Pensate di venire a Parigi con me?- chiesi, quasi sconvolta.
-Non lo pensiamo, noi veniamo a Parigi con te.- Mike si alzò dal divano, curvando la bocca da un lato, formando così un mezzo sorriso.
-Non me la cavo con il francese, ma c'è sempre una prima volta.- Calum fece spallucce, mettendosi in parte a me.
-Ragazzi, apprezzo tantissimo il gesto, ma non posso davvero. E' una cosa mia, non voglio coinvolgervi per vedervi come oggi. Mi sentirei troppo in colpa.- giocai nervosamente con le mie dita, usando i capelli come scudo.
-Scherzi? Staremmo più male nel sapere che sei dall'altra parte del mondo, da sola, con un maniaco.- Ash sottolineò le ultime tre parole.
-Niente obiezioni. Solo abbracci.- urlò Calum, aprendo le braccia muscolose. Scoppiai a ridere, poco prima di essere sommersa dai ragazzi. Una lacrima varcò il mio occhio, forse dalla troppa emozione. Non avevo mai avuto persone disposte a tutto per vedermi felice. E ammetto che era un emozione fin troppo bella, ti faceva sentire parte di qualcosa ancora più forte di un legame sanguigno. Sciolto il mega abbraccio, Mike e Ash andarono in giardino a telefonare alle madri per avvertirle, mentre Calum si dileguò in cucina. Okay, sento che sotto c'è un complotto contro di me, perchè porca paletta dovevano sempre lasciarmi sola con Luke?
-Amanda?- ecco, appunto.
-Hm?- mi voltai, staccando gli occhi dai miei piedi, che erano diventati piuttosto interessanti.
-Per prima, ecco..- si passò le dita nei ciuffo all'insù. Mi misi a braccia incrociate, di fronte a lui, capendo cosa voleva dire.
-Che prima?- lo incoraggiai, beffarda. -Parla, non mangio mica.- sorrisi sorniona.
-Sei una stronza.- sbuffò. -Scusa.- abbassò la testa.
-Non ho sentito bene.- gli sorrisi ancora.
-Ma sei bastarda però.- imprecò. -Mi.. dispiace.-
-Okay, accetto le tue scuse. Mi sa proprio che oggi nevicherà rosso.- risi, dandogli uno sbuffetto sulla guancia.
-Ragazzi, il grande capo dice no.- un Calum sconfitto si accasciò sulla poltrona, sbuffando.
-Ma come?!- esclamò Luke, raggiungendolo.
-Anche se ho diciotto anni, ha detto che non se la sente di mandarmi in Europa.- spiegò amareggiato.
-Stai tranquillo, apprezzo comunque il gesto.- gli lasciai un morbido bacio sulla guancia, facendolo sorridere.
-Mio padre si è incazzato quando gliel'ho detto..- Mike fece capolino nella sala, grattandosi la testa rossa fuoco. -Mi dispiace così tanto..-
-Per quanto mia madre conosca la tua, pure lei ha negato.- Ash si buttò sul divano, con fare sconfitto.
-Ma cos'è? La maledizione del viaggio a Parigi?- Luke li guardò a bocca aperta, mentre io mi sentivo come vuota. In un certo senso il fatto che ci fossero anche loro mi tranquillizzava, ma ora?

try hard[efp]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora