Capitolo V

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KYLA

Uno, due, tre... respira. Presi una boccata d'aria e la trattenni qualche secondo prima di rilasciarla, mentre torturavo i bottoni della giacca che stavo indossando. Mi sentivo tesa come una corda di violino e quella mattina qualunque cosa provassi a calzare sembrava non essere adatta. Una gonna eccessivamente aderente, una camicia troppo larga o delle scarpe esageratamente alte, niente ero al suo posto. Sbuffai di nuovo, mi guardai ancora allo specchio della mia camera d'albergo e iniziai seriamente a contemplare l'idea di smaterializzarmi a Londra e supplicare Hermione di ripensarci.
«È un compito importante, devi essere onorata di averlo ricevuto.» mi ripetevo nella mia testa, sapendo di averlo già compreso, non era per quello che dovevo convincermi, ma al pensiero di trascorrere intere giornate accanto a Draco Malfoy. Il destino è proprio uno stronzo. Perché toccava proprio a me? Il rapporto che per anni avevo condiviso con lui era sempre rimasto oscuro alle persone che conoscevamo e quello era probabilmente uno dei motivi principali per cui esso era andato a deteriorarsi.

Alla fine mi arresi, infilai il completo color cipria perché un paio di pantaloni a palazzo mi avrebbero certamente fatto sentire più a mio agio rispetto alle gonne aderenti che mi era richiesto indossare al Ministero. Chiusi la porta della camera alle mie spalle e mi diressi nella sala colazioni dell'albergo dove trovai il moro già seduto al tavolo. «Buongiorno Dean.» lo salutai scostando la sedia davanti a lui per sedermi.

«Buongiorno a te Kyla, ti ho ordinato un caffè ristretto.»

«Grazie, non c'era bisogno.» gli risposi sorridente, sentendomi anche leggermente imbarazzata dalla sua attenzione.

«Tesa?» mi domandò mentre ero impegnata a sminuzzare il mio pancake. No, perché avrei dovuto esserlo?

«Un po'» ammisi. «Malfoy non è esattamente un tipo... semplice. Anzi, tutt'altro. Durante gli anni di scuola abbiamo avuto parecchi scontri, alcuni più pesanti altri meno, ma so come si comporta quando qualcuno prova a invadere il suo territorio, non sarà facile estorcergli le informazioni che cerchiamo.»

Dean mi rivolse un sorriso di incoraggiamento. «Usa il fatto di conoscerlo come un punto a tuo favore, giochi in un territorio che conosci, sai già come muoverti.»
Si, indubbiamente sapevo a cosa andavo incontro (e forse era proprio quello a farmi così tanta paura) ma d'altronde conoscevo il Draco di sedici anni che mi portava a guardare le stelle sulla Torre di Astronomia, non il Draco di venticinque anni che era probabilmente entrato a far parte di un'organizzazione criminali che si sbarazzava di altri esseri umani. Che era rimasto del mio Draco?
«Non pensarci troppo Kyla, sei uno degli Auror più forti che il Ministero inglese possiede, ti hanno mandato in questa missione perché sanno che puoi farcela.»

Gli sorrisi di nuovo, ammettendo che le sue parole mi avevano infuso un po' del coraggio di cui avevo bisogno. Continuammo a chiacchierare del più e del meno finché non fu l'ora per me di andare. Salutai Dean che mi rassicurò nuovamente di attendermi nel centro della cittadina e che, se ne avessi avuto bisogno sarebbe corso da me, lo ringraziai ancora una volta e mi avviai verso l'imponente Manor dei Malfoy. Il viale che portava al cancello in ferro battuto era costeggiato da grandi alberi, in un sentiero immerso interamente nel verde ed era forse un intero chilometro da percorrere fino alle sbarre. Mi sentii già esausta quando arrivai dinnanzi l'entrata.
«Salve signora, sono Kyla Gomez, l'Auror che è venuto ieri con il mandato del Ministero.»

«Si certo!» rispose venendomi incontro, aprì le sbarre del cancello e mi fece strada. «Venga, qui a destra c'è la mia dépendance, si può passare per un entrata sul retro. Forse ora sarebbe meglio se entrasse dalla porta principale, così può accoglierla direttamente il signor Malfoy.»
Oh si, sarebbe stata certamente una gran bella accoglienza.

Ringraziai la domestica e mi diressi dinnanzi l'imponente entrata, premendo il campanello nell'attesa che venisse ad aprirmi. E quando lo fece il mio primo istinto fu quello di darmela a gambe. Lo vidi davanti a me molto più vicino di quanto non fosse stato il giorno prima, avvolto nel suo completo nero con i capelli perfettamente sistemati e uno sguardo glaciale sul viso. «Ha intenzione di farmi entrare?» domandai notando che era rimasto fisso a guardarmi senza muoversi dalla posizione in cui era venuto ad aprirmi.

«La tentazione di lasciarti fuori è tanta in effetti, ma credo di non avere scelta.» rispose in tono piatto spostandosi dalla porta d'entrata.

Entrai senza troppe remore, cominciando a studiare bene il posto a cui il giorno precedente non avevo modo di prestare abbastanza attenzione. «Mi fa piacere sapere che ha accettato la situazione, signor Malfoy.»

«Sei irritante con questo tono così composto, lo sai?» domandò gettandosi di peso sul divano in pelle nera che troneggiava al centro della stanza. «E questo colore ti sta male, sei già abbastanza pallida di tuo per vestirti color carne.»

«Finite le considerazioni sul mio vestiario?» domandai stizzita.

«No, sai ci tengo allo stile.» rispose con strafottenza, iniziando a concentrarsi sulle immagini che trasmetteva l'enorme tv al plasma sul muro della parete alla mia destra.

«Mi fa piacere.» dissi sforzandomi di sorridergli ironicamente. «Le suggerisco tuttavia di concentrarsi sul suo, al mio riesco a pensarci di sola.»

Spostò lo sguardo dalla televisione a me. «Mi sembra evidente di no. Ma poi come cazzo parli Gomez? Dov'è finita la ragazzina che si faceva le canne con me per i pub più malandati di Hogsmeade?»
Nascosi un sorriso alle sue parole, fu totalmente stupido da parte mia, eppure mi sentii improvvisamente felice del fatto che si ricordasse qualcosa di noi.

«Sono a lavoro, al momento.» gli dissi, non nascondendo un'espressione goliardica che colorava il mio viso. «La stupirà saperlo ma sono piuttosto seria quando svolgo il mio lavoro.»

«Oh non avevo dubbi credimi, ero certo che avresti fatto carriera.» rispose abbozzando un sorriso. «Quanto rimani?» mi domandò.

«Fin quando il Ministero mi da disposizioni, potrebbero essere due settimane, come un mese o più. Ha qualcosa da nascondere?» chiesi per iniziare a estorcere le prime papabili informazioni.

Un ghigno comparve sul suo meraviglioso viso. «Non so Gomez, inizia a cercare, vediamo cosa trovi.» mi rispose in tono rauco, provocante ed incredibilmente sensuale.
Cercai il mio contegno nell'indifferenza alla sua frase ma fu evidente che a lui non convinse, poiché fece un sorrisino vittorioso e riprese a guardare la televisione.

Sarebbe stata una dura convivenza...

INSANE || Draco MalfoyWhere stories live. Discover now