8. Il casino

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Dopo una giornata con i Pogues, torno a casa.
John B e Sarah non si sono fatti vedere e provando a chiamarli, non hanno nemmeno risposto.
JJ oggi si è divertito a parlare di loro e a dire che avranno avuto tanto "divertimento" e sinceramente non mi interessa saperlo.
Rientro a casa Cameron e appena metto piede dentro casa, ritrovo vasi rotti e frammenti di soprammobili ovunque, alcune sedie buttate per terra e il tavolo rovesciato.

<<Che è successo qui!?>> mi acciglio sconvolta.
Mi faccio avanti e addentrandomi verso la cucina vedo Rafe.
Ha tagli sulla mano e sul viso e le mani tra la testa.
È immerso nei suoi pensieri e sembra avere avuto un attacco isterico.

<<Rafe... va tutto bene?>> mi avvicino cauta, cercando di avvicinarmi e di rimanere il più calma possibile.
Mi avvicino e mi posiziono di fronte a lui.
Cerco di incrociare il suo sguardo ma sembra completamente assente.
<<Rafe...>> gli dico, mentre cerco di abbracciarlo <<va tutto bene... sono qui>> piano piano si scioglie e ricambia l'abbraccio.
Lo sento teso e sento che sta piangendo.

Il silenzio tra di noi è inquietante, ma non mi interessa.
Ha bisogno del suo tempo e io glielo lascerò.
Si lascia andare sempre di più: inizia a piangere a dirotto in un pianto quasi incontrollato e io cerco di calmarlo.
<<Rafe, va tutto bene. Ci sono io con te. Forza... respira... inspira... respira... inspira>> gli dico, cercando di aiutarlo a regolare il respiro affannoso.
Piano piano si calma e io gli asciugo le lacrime con le dita.
Lo faccio sedere sul divano.

<<Aspetta un attimo qui, vado a prendere il kit di pronto soccorso. Non ti muovere>> gli dico mentre mi alzo dal divano assicurandomi che stia fermo e dirigendomi nel bagno accanto al salotto.
Prendo il kit e vado verso la porta.
Proprio nel momento in cui sto per uscire dal bagno, vedo una figura maschile scendere dalle scale, che mi volta le spalle.
È Ward.
Per fortuna non mi ha vista.
Mi nascondo dietro la porta, ma in modo che possa vedere cosa succede.

<<Oh Rafe... appena deciderai di riprenderti, perché non pulisci un po' ah? Per come la vedo io qualcuno non è riuscito a controllarsi, vero Rafe?>> dice con un po' di ironia nel tono.
<<Sai... oggi la domestica è in ferie. Lo farei io ma devo scappare>> dice mentre prende le chiavi dell'auto.
Lo guardo disgustata: come si può essere una persona così schifosa.
Immagino che mia madre non lo conosca nella sua vera natura.
Il colmo è che si sono appena sposati.

<<Questo casino lo hai fatto tu.>> dice Rafe piano, ma in modo che sia io che Ward sentiamo.
<<Come scusa?>> dice Ward <<non credo di aver sentito bene>> dice mentre si avvicina minacciosamente verso di lui.
<<LO HAI FATTO TU QUESTO CASINO>> urla Rafe <<sei stato tu... non mentire per una cazzo di volta nella tua vita!>> dice alzandosi e puntandogli il dito.
<<Ohhh... Io?>> dice agitandosi <<Io?>> continua <<Non rivolgermi la parola in questo modo ragazzino. Sono tuo padre!>> dice rimproverandolo e scalciando un pezzo di vetro che era già sul pavimento.
Rimango pietrificata e sobbalzo.

<<Ah sì? Eri mio padre quando mi alzavi le mani? Eri mio padre quando mi addossavi tutte le colpe? Eri mio padre quando mi maltrattavi fino a farmi svenire? Eri tu? Eri mio padre? Un padre si comporterebbe così? Tu hai rovinato la mia cazzo di vita! Continui ad ostinarti, dicendo che sono io il problema... ma non ti guardi? Sei tu il mostro!>> dice mentre lacrime incontrollate gli rigano il viso.
<<Sei tu ad aver fatto tutto questo casino! Ed è sempre stato così!!!>> dice urlando mentre gli si incrina la voce.
Ward lo guarda malissimo e gli rivolge la parola.

<<Ti ho detto...
Di non parlarmi...
In questo...
CAZZO di MODO!!!>> dice mentre lo spinge e Rafe, sbatte la testa sul divano e il resto del corpo per terra.
Ward Cameron è un pazzo, Rafe è traumatizzato e il resto della famiglia probabilmente non lo conosce per quello che è.

My step-brother | Rafe Cameron Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora