9. La casetta

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Evelyn's POV
La mattina dopo mi risveglio con delle voci, mi alzo e mi accorgo che la serratura della porta non era stata chiusa a chiave e spero che nessuno sia entrato per controllare.
Sposto lo sguardo su Rafe e vedo che ancora dorme.
Dopo tutto lo stress di ieri, meriterebbe di dormire tutto il giorno e di certo non sarò io a svegliarlo.
Gli do un bacio sulla fronte e vado di nascosto in camera mia per prendere dei nuovi vestiti.
Ieri sera non mi sono più cambiata e sono rimasta con il costume.

Entro nella mia stanza e prendo dei vestiti puliti e chiudo la mia stanza, poi torno da Rafe e stavolta, chiudo la porta a chiave.
Poi lo vedo aprire gli occhi.
<<Ehy... buongiorno>> gli dico sorridendo genuinamente, mentre gli lascio un bacio a stampo.
Lui mi accarezza la guancia e io sono beata sotto il suo tocco.
<<Buongiorno tesoro>> mi dice lui facendo un mezzo sorriso.
<<Dormito bene?>> gli chiedo
<<Vorrei dormire per sempre così>> dice <<abbracciato a te>> continua.

Gli sorrido, ma dopo mi fa una domanda.
<<Senti... per quanto riguarda ieri... come ripuliamo? Ormai si sono alzati tutti. Ho paura che qualcuno sia tornato e abbia visto il disastro>> dice lui mentre si siede sul letto.
<<Ho ripulito tutto io, non ti preoccupare>> gli dico, mentre mi siedo accanto a lui <<Non so se ricordi, ma ti ho curato, ti ho portato qui e ti sei addormentato. Nel frattempo ho pulito il più velocemente possibile il tutto>> gli dico seria.
<<E hai assistito alla scena>> aggiunge lui.

Cala il silenzio tra noi due.
<<Rafe... non mi interessa ciò che ho visto. Ho capito che tuo padre è uno psicopatico, ho capito che hai un passato violento e orrendo.
Adesso però, ci sono io e possiamo ritrovare la luce insieme.
Spalanchiamo le finestre e viviamo la vita, va bene? Non ti lascerò mai più solo... mai più solo con lui>> gli dico cercando di rassicurarlo.
<<Va bene, sono contento di averti>> dice lui sorridendo.

Sorrido pure io e poi il suo sguardo si fa più cupo.
<<E che succederà al tuo amichetto eh? Il biondino...>> dice lui infastidito.
<<Cosa? Ti preoccupi di lui adesso? È finita, non è stato niente, siamo amici e basta>> gli dico perplessa.
<<Uhm si... dillo a lui questo>> mi dice con la stessa aria di prima <<Vedevo come ti guardava>> dice mentre si alza.
<<Smettila di fare il geloso... davvero non è niente. Dico sul serio>> gli dico mentre mi avvicino.
<<Ok ok, ti credo...>> dice con un sorriso sa ebete stampato in faccia, mentre si mette una maglietta.

<<Vuoi uscire?>> gli chiedo, mentre indosso i miei pantaloncini.
<<Si, mi serve uscire da questa cazzo di casa>> dice sincero, mentre mi prende per mano e ci dirigiamo all'esterno.
Prende la sua auto e mi apre la portiera, salgo sull'auto e stessa cosa fa lui.
Mentre guida io inizio a parlare.
<<Bene... conoscendo mia madre, noterà immediatamente che qualcosa manca, e capirà subito che i soprammobili sono scomparsi. Che le diciamo?>> gli chiedo seria.
<<Vorrei dirle la verità, ma questo comporterebbe un grave e pesante litigio, quindi per evitare tutto ciò, noi non sappiamo niente. Semplice>> dice lui serio.
<<Bene>> gli dico <<ma non può continuare così... non per sempre>> gli dico.
<<Aspetto solo di ereditare l'azienda e poi me ne andrò>> continua <<E ti giuro, non vedo l'ora>> dice lui triste.

<<Dove siamo diretti?>> dico curiosa
<<È un posto in cui andavo sempre da piccolo, quando volevo scappare dalla "realtà">> mi dice lui
Rimango in silenzio finché non arriviamo.
Scendiamo dalla macchina e lo seguo.
Siamo in una parte dell'isola deserta.
C'è una casa in mezzo a dei grandi alberi e lui mi conduce lì. Prende le chiavi e mi fa entrare. Poi parla.

My step-brother | Rafe Cameron Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora