The king's queen-{Oikawa Toru}

Part 9

T/n's POV
Avevo appena finito di augurare buona fortuna a tutti i miei amici, ero talmente agitata che tremavo. Non sapevo chi potesse vincere, forse una mezza idea l'avevo, ma non volevo fare pensieri errati.

Non vedevo l'ora che quel fischietto suonasse, tutti la pensavano come me. Ero al corrente del fatto che quella partita sarebbe durata molto e sapevo anche che dagli spalti sarebbero scese molto madonne, ovviamente non da parte mia. Quel suono non tardò ad arrivare e lanciando la moneta la Shiratorizawa si aggiudicò il primo servizio. A battere c'era Ushijima che con la sua solita espressione seria era concentrato al 100%. Colpì il pallone con una forza immane e questa arrivò facilmente nel campo avversario cadendo a terra senza dare il tempo ai ragazzi del Seijo di poter fare solo un passo, Ushiwaka fece un bellissimo ace. Dagli spalti si sentivano urla di gioia e di rabbia, io ero contenta per loro ma allo stesso tempo avevo un piccolo peso al cuore vedendo l'espressione di mio fratello, le mie emozioni quel giorno mi avrebbero giocato brutti scherzi.

Subito arrivò un altro pallone molto potente che però venne fermato dal libero della squadra bianco-azzurra, la palla rimbalzò e venne servita su un piatto d'argento al Grande Re che ne approfittò, ma non fece una delle sue formidabili alzate, proprio come tutti noi ci aspettavamo, ma fece una finta e lateralmente, con una mano, fece cadere il pallone nell'altro campo. Nessuno fece in tempo a prenderla e con questo il punto fu loro, le loro espressioni erano sodisfatte e quella del moro presentava un ghigno furbo rivolto agli avversari.

Si vedeva che tutti si erano allenati tantissimo perché non volevano far cadere la palla per terra per nessuno motivo al mondo, anche un solo punto li avrebbe fatti demoralizzare, anche se nella pallavolo nulla è scontato. Dopo quell' 1-1 fu tutto più combattuto. Si riusciva a respirare un clima di tensione, le voci il tifo della Shiratorizawa e quello dell'Aoba Johsai si mescolavano e con loro ci si metteva anche il pubblico che urlava qualunque cosa, dalle parolacce fino ad arrivare alle suppliche di far almeno un solo punto e far scorrere la partita più fluidamente .

Dopo circa 30 minuti le cose non cambiavano, avevano fatto pochi punti e stavano ancora a 8-7 per la squadra di Ushiwaka. Era come se il tempo non passasse più, i tifosi erano in tensione ed ancora di più lo erano i giocatori. Ogni azione era studiata nel minimo particolare, ogni schiacciata era fatta con potenza e con la speranza di segnare un punto, ogni alzata in modo tale da cercare di ingannare l'avversario. Insomma nulla era fatto per caso.

Dire che ero concentrata era poco, non distolsi lo sguardo dal campo nemmeno per un secondo, li feci solo quando qualcuno mi toccò la spalla ed io mi girai. Era una ragazza sicuramente più grande di me, aveva gli occhi color nocciola e i capelli castani chiaro, eravamo più o meno alte uguale, forse lei due o tre centimetri in meno, la sua carnagione era chiara ed aveva anche delle belle forme. Non capivo come, ma quella donna possedeva un viso conosciuto, ma non mi ricordavo dove l'avessi già incontrata. Aveva la mano intrecciata a quella di un bambino, lui avrebbe avuto massimo 6 anni, occhioni grandi color cioccolato ed i capelli del medesimo colore.

Quando posai lo sguardo di nuovo su di lei notai che anche lei mi stava osservando per bene, la sua espressione era rilassata ed aveva anche un grande sorriso sul volto, emanava tranquillità. Subito si accorse che la mia attenzione era nuovamente concentrata su di essa e quindi decise di parlare
-Ciao io sono Oikawa Etsuko, la sorella maggiore di Tōru. Prima ho notato che ti sei avvicinata a lui e gli hai parlato, ci tenevo a presentarmi visto che per me gli amici di mio fratello sono anche i miei- era raggiante e gioiosa, decisi di risponderle in ugual modo

-Piacere Oikawa, io sono Kindaichi T/n, la sorella gemella di Kindaichi Yutaro un amico di suo fratello- avevo un sorriso stampato in faccia, ero felice che lei si fosse presentata.
-Ti prego chiamami per nome e dammi del tu, so di avere un figlio, ma poi mi sento davvero vecchia!- ci mettemmo a ridere e chiacchierammo per un po' del più e del meno.