I RAGAZZI
Nella famiglia Corenson, solo un membro aveva il sorriso stampato in faccia. Quello era James.
Allora il Signor Corenson gli chiese:
«Come mai stai sorridendo»?
«Niente di che. Penso solo alla fortuna che è capitata a mio fratello e che lui non vuole sfruttare».
«Dove vuoi arrivare James»?
«Da nessuna parte. Voglio solo che tu sappia, padre, che se mio fratello non si vuole sposare, non deve essere obbligato e che se vuoi posso sempre farlo io. A me farebbe piacere».
«Questo non è un gioco James. Perciò essendo lui dell'età della fanciulla promessa in sposa ed essendo lui il primogenito di questa famiglia, lo dovrà fare lui. Non ti immischiare, dove non c'entri nulla. Ora fila in camera tua e lasciami solo. Devo riflettere in silenzio. Perciò vattene, ti prego».
«Se questa è la tua volontà padre, la rispetterò».
«Meglio».
James se ne andò ed Antoine, rimase finalmente solo. Sia a villa Corenson che a villa Hoster a pranzare furono solo gli artefici dell'opera. Christopher, tra lacrime e singhiozzi, non riusciva a togliersi dalla mente la bella fanciulla che aveva conosciuto, tanto che fece anche un disegno, dove raffigurava la giovane. Più fissava il disegno e più gli veniva da piangere, per lui, era stato un vero colpo di fulmine, più che altro per il suo cuore lo era stato. La voleva incontrare per dirle "mi dispiace, io non potrò mai essere tuo, sono promesso in matrimonio con la figlia di Adrian Hoster". Asciugandosi le lacrime, trovò la forza di uscire da quella camera e di andare ad affrontare il padre.
«Toc toc».
«Avanti».
«Posso parlarti o sei impegnato a pianificare ancora progetti sulla mia vita, alle mie spalle»?!
«Per ora sono libero, ho finito per oggi, accomodati pure».
«Grazie».
«Sappi che io sposerò questa ragazza, anche non sapendo nulla di lei e sappi che non lo faccio per i tuoi affare, o per te, ma lo faccio solo per il buon nome della mia famiglia. Ma sappi solo una cosa, nella mia mente e nel mio cuore, ci sarà sempre e solo il volto della mia Magdalene, che per un tuo capriccio non potrò mai neanche abbracciare».
«Sono sollevato dalla tua risposta, te ne sono davvero grato».
«Ad una condizione».
«E sarebbe»?
«Io dopo il matrimonio, potrò partire lo stesso e partirò, per scoprire la mia isola felice e ne tu, nè il matrimonio me lo impedirà. CHIARO»?!
«Poi si vedrà».
«Ora vado, ho delle cose urgenti da fare».
«Ciao».
Nel frattempo, in villa Hoster, la tensione non era scesa neanche un pò. La signorina era sempre chiusa in camera, il pomeriggio non sembrava terminare mai. Allora la domestica andò a bussare in camera di milady.
«Toc toc. Signorina è in camera»?
«Si, sono qui».
«Sua madre si è raccomandata con me, perchè lei mangiasse qualcosa».
«No grazie, ora proprio non mi va».
«Mi dispiace, ma ha detto sua madre che la dovrò costringere».
«può dirle che non mi va ora»?!
«Non posso».
«Le dice che glie l'ho ordinato io e anche di lasciarmi sola, lei sa il perchè».
«Sono spiacentissima, ma non posso».
«Ho detto che se ne deve andare è un ordine».
Dopo questo grido disperato da parte di Magdalene, la domestica se ne andò, un pò scossa per l'accaduto e per il comportamento ostile che aveva appena usato la gentile signorina nei suoi confronti, cosa che non era mai successo.
Allora la domestica andò ad informare la Signora Jane, di quanto accaduto e le andò a chiedere spiegazioni.
«Mi scusi, perchè mia figlia non ha mangiato neanche una minima parte di quello che c'era nel vassoio? Le avevo detto che doveva essere molto persuasiva o sbaglio»?!
«No Signora, non sta sbagliando, ma io sono stata persuasiva, ho discusso con la gentile Signorina per venti minuti e come se non bastasse mi ha anche cacciata, gridandomi in faccia che me ne dovevo andare e che non sarei dovuta tornare. Non mi ha neanche aperto la porta».
«Mi dispiace molto per l'accaduto e mi vorrei scusa anche da parte di mia figlia, ma vede, Magdalene in questo momento, sta vivendo una brutta situazione e non sta bene sentimentalmente, quindi se la potrebbe scusare,glie ne sarei grata».
«Signora Jane, io le sue scuse le accetto e scuso anche sua figlia naturalmente. Però potreste dirle corteseemente di trattarmi con un pò più di garbo? Capisco che è un periodo difficile e che le buone maniere, non sono facili da rispettare, però potreste provare a chiederglielo»?
«Certo sarà fatto».
«Grazie molte».
«Mi scusi, potrebbe darmi il vassoio»?
«Ecco a lei».
«Molte grazie, ora può andare».
«Come desidera Signora».
«Grazie ancora e nuovamente le porgo le mie scuse».
Dopo la chiacchierata con la domestica, la Signora Jane, si diresse verso la camera della figlia, con la speranza di riuscire a parlare.
«Magdalene, sono la mamma, posso entrare»?
«Entra pure è aperto».
«Tesoro, basta piangere, quello che quel mostro di tuo padre ha fatto, ormai è stato fatto e non si può più tornare indietro. Io sono passata nella tua stessa situazione. I tuoi nonni, mi obbligarono a sposare tuo padre anche se non lo amavo e di fatti neanche oggi lo amo, anche se sono passati tantissimi anni da quando l'ho sposato. Ma noi essendo una famiglia non ricchissima, avevamo bisogno di soldi ed io essendo l'unica figlia in vita, mi sacrificai, perchè si, quello che tu dovrai fare è un vero e proprio sacrificio».
«Quindi tu mi capisci? Scusa hai detto che eri l'unica figlia rimasta in vita. Non eri figlia unica»?
«Si tesoro, io ti posso capire più di chiunque altro. Comunque, ti ho mentito. Io avevo un fratello e una sorella».
«E che fine hanno fatto loro? Perchè non ci sono più».
«Tuo zio, mio fratello più grande, si chiamava Harry. Purtroppo ora non c'è più, perchè all'età di 18 anni, andò in guerra e morì sul campo e di lui non si seppe più nulla. Io non sono neanche dove è stato sepolto e se è stato sepolto. Neanche i tuoi nonni lo sanno. Dopo la sua morte, la mia famiglia si rattristò molto. Dopo toccò alla mia sorellina più piccola, tua zia Margaret. Lei si innamorò di un giovane contadino essenza dire nulla ai tuoi nonni, rimase incinta. Lei era molto contenta perchè finalmente avrebbe sposato l'amore della sua vita. Ma arrivato il giorno del parto, ci furono delle complicanze e tua zia essendo solo una bambina e avendo solo quindici anni, morì durante il parto, ed io a quel punto mi sentii veramente sola, come anche i miei genitori. Ero rimasta solo io. Io ero la loro unica vittima sacrificale. Ed eccomi qui, infelice ma felice perchè ci sei tu. Io ti posso capire più di chiunque altro a questo mondo. Non tutti reggerebbero tutti i dolori che ho dovuto attraversare e superare nella mia vita, per dare a te un futuro migliore, per dare a questa famiglia e questa casa un'aria più serena, pacifica e normale. Ricordati che la mamma capisce sempre tutto e ti potrà sempre aiutare. Ora mangia qualcosa, non è sano stare a digiuno».
«Si, va bene».
«E non ti permettere di trattare i domestici con poco rispetto. Ricorda che anche se loro lavorano per noi, non vuol dire che sono inferiori a noi, qui di vanno trattati con rispetto e in per l'apparenza,ma per buona educazione,chiaro»?!
«Si, scusa mamma,lo farò senza altro».
«Bene».
«Mi dispiace, ti sto affliggendo con il mio dolore e il mio stato d'animo e questo non è giusto».
«No tesoro, non lo devi neanche minimamente pensare una cosa del genere, per me non sei un peso da sopportare. Però ora riposati e dopo esci da questa camera, ceniamo tutti insieme e facciamo il punto della situazione. Che ne dici»?
«Mi sembra un'idea perfetta».
«Ottimo, ora vado».
«Va bene, a dopo mamma».
«A dopo tesoro».
Dopo quella chiacchierata molto istruttiva,Magdalene si decise a mangiare un pò del roastbeaf e un pò di patate croccanti, servite per contorno. Nel frattempo a villa Corenson,sembrava che il peggio fosse passato e che le acque si fossero calmate. Ma arrivò presto la sera e sia la famiglia Corenson, che la famiglia Hoster, si sedettero alle loro tavole per degustare una buona portata.
A villa Corenson mangiarono zuppa bollita e carne in bianco. A villa Hoster mangiarono pasticcio di carne e piselli e per dolce una buonissima torta fatta con Pan di spagna, panna e fichi bianchi, i più dolci e succulenti della stagione.
Dopo due giorni, i padri degli sposi, decisero di far incontrare i rispettivi ragazzi e di lasciarli un pò soli, così che si potessero conoscere meglio. Allora avisarono i ragazzi del ricevimento che si sarebbe svolto presso villa Corenson, dove i due ragazzi si sarebbero finalmente potuti conoscere.
Christopher per l'occasione, indossò una camicia bianca e una giacca e pantaloni blu scuro, con scarpe nere, molto lucide e con due centimetri di tacco. Il Signor Corenson era elegantissimo: camicia bianca, pantaloni, scarpe e giacca neri. Le scarpe sempre lucide. James era anche lui elegante, il completo era uguale come a quello del padre.
La Signora Caterine era vestita con un abitò color oro, rivestito dagli strass. L'abito le arrivava fino ai piedi. Il corpetto era ricoperto dagli strass, ma la gonna era aderente, tanto che faceva notare tutte le sue curve e solo dorato e molto lucido. Poi era senza maniche, quindi indossava sulle spalle un coprispalle bianco. Le scarpe erano dorate con il tacco molto alto, circa quindici centimetri, ed erano sopra aperte, senza nemmeno cinturini. Ed erano color oro, molto lucido, esattamente come la gonna del vestito che indossava. La cena era prevista per le 20:30. Allora verso le 20:20, una carrozza bussò al cancello dei Corenson, allora due maggiordomi, spalancarono gli enormi cancelli della villa e fecero passare il veicolo. Da questo scesero, prima il Signor Hoster, poi la sua splendida moglie ed infine lei. Quando Christopher la vide, quasi svenne per quanto era bella e poi perchè non poteva credere ai suoi occhi. Era lei, proprio lei. Era la fanciulla di cui si era infatuato. Milady boccoli d'oro, corpo perfetto. La ragazza Angelo. Lei era semplicemente stupenda ed era vestita con un vestito color glicine, che sfumava il colore dal viola-lilla al glicine rosa. L'abito aveva strati di tulle, sembrava una nuvola che le scendeva fino ai piedi. Il corpetto era molto stretto ed era lilla. Era talmente stretto che forse non le permetteva neanche di respirare. Poi la gonna era larga. Le scarpe erano dorate lucide, con un tacco di otto centimetri ed avevano la chiusura che era fatta di lacci dorati che si andavano dolcemente ad intrecciare sulle sue gambe,arrivando a metà stico, quasi sotto il ginocchio. E sulle spalle indossava un coprispalle color tra il lilla scuso e il viola. Quando Christopher la vide, ciò che pensò fu: lei è la ragazza a cui ho lasciato la mia giacca. Il destino me l'ha fatta rivedere. Allora i padri dei ragazzi,presentarono i giovani.
«Caro Christopher, lei è la mia bellissima figlia Magdalene».
«Piacere di conoscerti Magdalene».
«Piacere mio».
«Carissima Magdalene, lui è il mio splendido figlio Christopher».
«Piacere».
«Mio».
I ragazzi si guardarono per qualche istante, ma poi dovettero distogliere gli sguardi. Dopo le presentazioni, tutti si accomodarono in salone e Christopher e Magdalene entrarono insieme sotto braccio. Per i genitori fu una sorpresa vedere i ragazzi in sintonia, fin da subito.
E visto che i ragazzi andavano molto d'accordo, i genitori decisero di lasciarli da soli per un pò, in modo che si potessero conoscere meglio. Dopo che i genitori se ne andarono, i ragazzi decisero di andare in camera di Christopher, per parlare liberamente di tutto e conoscersi meglio.
«Sa Signorina, quando mio padre mi ha detto del matrimonio, non ci potevo credere, sapendo che non l'avrei più potuta rivedere, il mio cuore soffriva».
«Voi mi volevate rivedere»?
«Speravo».
«Sa Signore, anche io non ci volevo credere del matrimonio, infatti ho supplicato mio padre perchè mi dicesse che era solo un incubo, ma non è stato così e ora dici, che fortuna che non lo è stato, perchè già conosco il volto del mio promesso sposo».
«Io ero arrabbiato, ma adesso la rabbia non ha più senso».
«Ma come mai lei mi voleva incontrare? Per caso la ispiravo»?
«Signorina, lei mi ha ispirato più di tutte le ragazze che abbia mai visto in tuta la mia vita. I suoi occhi, i capelli, la sua pelle lattiginosa. Tutto di lei mi è piaciuto sin dal primo momento. Già la prima volta che ci siamo visti è passato un fulmine a ciel sereno, che ha penetrato i nostri corpi e si è insediato nei nostri cuori. Non ho altre parole per dirle come mi sono sentito bene, quando l'ho vista e ringrazio ogni giorno il nostro buon Dio, di avermi fatto incontrare una fanciulla tanto bella, elegante e generosa come lei, ma soprattutto pura. Per lei com'è stato il nostro primo incontro»?
«Sa Signor Christopher, per me il nostro primo incontro è stato incredibile e mi creda quando le dico che vorrei rifare non cento, ma altre almeno mille volte. Intanto grazie per le sue bellissime parole, mi sembra un poeta e non la sto deridendo. Vorrei tutti i giorni, un incontro come il nostro, magari anche tra di noi, però ora lo potremo avere. Tutti i giorni ci sveglieremo fianco a fianco».
«Magdalene mi concede l'onore di darle del tu»?
«Certo».
«Le volevo dire solo questo: Magdalene Hoster, vuoi tu accettare questo anello e con questo diventare prima la mia fidanzata ufficiale dopo la mia compagna di vita, ossia la mia splendida moglie e madre dei miei figli se verranno»?
«Certo che lo voglio, adesso alzati in piedi e baciami, svelto».
Christopher si alzò e i loro occhi non si staccarono mai, fino a quando il ragazzo non infilò l'anello al dito di lei e premette le sue carnose labbra su quelle di Magdalene, facendo così forte che la lingua penetrò nella bocca della giovane in un attimo e accarezzando quella di Magdalene, si lasciarono andare al loro primo bacio, che fu pieno di passione e molto lungo. Sti staccarono e si riattaccarono baciandosi almeno tre volte consecutive. Poi si fece una certa ora e la domestica andò a chiamare i ragazzi che dovettero interrompere i loro baci, per scendere al piano di sotto.
Quando il Signor Adrian vide la figlia, con le guance rosse e le labbra viola e gonfie per via della pressione esercitata poco prima, capì che i ragazzi probabilmente si erano baciati. Allora disse dei suoi sospetti alla moglie, che gli rispose:"Adrian, meglio che i ragazzi vadano d'accordo e che magari si amino anche, così ci saranno meno incomprensioni nel futuro".
Allora il Signor Hoster, spostò lo sguardo sulla mano sinistra della figlia, dove notò un bellissimo anello di fidanzamento, quello che aveva dato Christopher alla figlia. I ragazzi si sedettero vicini e degustarono la loro cena, in compagnia delle famiglie. Ogni tanto a quella tavola si facevano discorsi, battute, si rideva, ma il più delle volte si osservavano i ragazzi che si fissavano.
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Io: Cristopher Corenson
AventureUn viaggio, un ragazzo che scappa per inseguire un sogno, in un'epoca che non lo permette. Christopher Corenson, questo è il suo nome, un ragazzo temerario che sfida il suo destino per non seguire una vita qualunque, come tutti erano destinati. Una...