00. Prologo

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Stavo ricontrollando gli scatti nella galleria della mia reflex, ancora montata sul cavalletto

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Stavo ricontrollando gli scatti nella galleria della mia reflex, ancora montata sul cavalletto.

Ero abbastanza soddisfatta di quello shooting. L'appartamento era davvero ben ristrutturato ed era evidente l'intervento di un bravo designer. Dopotutto mi ero anche divertita a fare quel servizio fotografico fuori programma, nonostante l'orario fosse al limite della legalità.

Non riuscendo a dormire, avevo iniziato prestissimo con il risultato che alle sette avevo già fatto tutte le riprese. Mi mancava giusto qualche vista, ma per quelle dovevo aspettare che il sole si alzasse ancora un poco.

Il silenzio regnava sia dentro il palazzo, che fuori in strada. Dopotutto era un sabato mattina di luglio. Non erano tutti sfigati come me, costretti a lavorare a quell'ora durante il fine settimana.

Mi avvicinai alla finestra godendomi le prime luci dell'alba, che piano piano accendeva i colori del porto di Santa Margherita Ligure.

Con la coda dell'occhio vidi il mio riflesso nel vetro della finestra. Sbuffai e alzai gli occhi al cielo ripensando a quanto fossi diversa rispetto a poche ore prima. Perfettamente truccata, dentro alla mia jumpsuit bianco latte di Pinko. Un capo monospalla composto da due grossi lembi di tessuto che, una volta intrecciati tra loro, ricadevano lungo il braccio in modo molto sensuale.

In quel momento invece ero praticamente in pigiama. Dopo una notte insonne e considerando il mio intento di ributtarmi a letto il prima possibile, non avevo avuto nessuna intenzione di sprecare tempo e forze per scegliere un outfit decente. Un paio di short in jeans strappati, un reggiseno sportivo e una camicia boyfriend, era tutto quello che ero riuscita a mettere assieme.

Proprio mentre assaporavo quella quiete, sentii la risata di una donna riecheggiare nel vano scale del palazzo. Rideva eccitata quasi come se ansimasse. Poco dopo udii un tonfo proprio sulla porta dell'appartamento. Un altro colpo ancora, e poi qualcosa di simile a un suono gutturale maschile, seguito di nuovo da un sospiro della donna.

Spalancai gli occhi dalla sorpresa e sorrisi divertita sul momento. Qualcuno si stava dando da fare proprio lì sul pianerottolo.

Il mio sorriso però venne inghiottito presto dallo stupore, non appena udii il rumore della chiave che girava nella serratura.

La porta si spalancò. Un donna spinse dentro un uomo con i capelli scuri arruffati e una camicia bianca, per metà fuori dai pantaloni e chiusa da un solo bottone. Il tessuto era tutto stropicciato e spostato di lato, lasciando in bella mostra una spalla e gran parte dei pettorali imperlati di sudore. Una volta dentro, l'uomo le fece risalire la gonna dell'abito e la spinse contro il muro sollevandola da terra e assicurandosi le sue caviglie sopra il sedere.

Lei strinse i tacchi contro le natiche dell'uomo e lo attirò verso sé.

«Ti prego prendimi, è tutta la notte che ti aspetto.»

Memory - Un amore dimenticato (AMAZON) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora