Da quanti mesi, Granger?

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L'aula di pozioni, come di consueto per i sotterranei, era semibuia. Nessuno osava fare un rumore di troppo, l'unica fonte sonora era la voce baritonale e calda del professore, che spiegava con minuzia ogni dettaglio della Pozione Rivedipensieri.
L'odore acre degli ingredienti riempiva tutta la stanza e dava ad Hermione il voltastomaco, tanto da non riuscire a pensare ad altro.
Nausea. Fottuta nausea.
Da giorni si presentava ogni mattina, specialmente nell'ora di pozioni. Tutti quei fumi avevano cominciato a darle sui nervi proprio nell'anno dei suoi M.A.G.O., non poteva esserci una tempistica migliore?
Forse negli anni passati era troppo occupata a proteggere se stessa e i suoi amici da Voldermort, invece di rendersi conto di quanto gli odori delle pozioni fossero disgustosi.
Nei giorni scorsi era riuscita a trattenere la nausea fino alla fine delle lezioni, ma ormai da un po' aveva dovuto correre bruscamente verso il bagno per non sporcare in classe.
Aveva cominciato a sospettare un'intolleranza, dalla cena della sera di Natale alla Tana non sopportava più i latticini da quanti ne aveva mangiati quella sera. Fleur, di ritorno dalla Francia, aveva portato una quantità assurda di formaggi per Molly, la quale ovviamente colse l'occasione per cucinarli quasi tutti nella stessa sera: risotto al gorgonzola, fonduta di brie, tomino in crosta...
Cazzo.
Al solo pensiero di tutto quel cibo il suo stomaco sussultò ancora, e dovette mettere una mano davanti alla bocca per trattenere il conato.
La saliva che continuava ad ingurgitare aveva un sapore vagamente amaro.
Aveva l'impellente desiderio di svuotarsi, ma non voleva nuovamente cedere e attirare su di sè attenzioni e domande indesiderate - anche se il suo lato paranoico pensava che qualcuno l'avesse già fatte.
Concentrati Hermione, focalizzati su altro. La spiegazione, ad esempio. O il professor Piton.

Il professor Piton, mentre spiegava, lanciava di tanto in tanto delle occhiate veloci verso di lei.
La sua capacità di osservazione, che fra le due guerre gli aveva permesso di mantenere il suo ruolo di spia senza essere scoperto, non era ancora svanita. Ultimamente aveva notato qualche cambiamento nella ragazza, perciò aveva cominciato a prestare ancora più attenzione ai suoi movimenti, alle sue espressioni facciali, ai flebili sospiri che emetteva.
I nuovi abitudinari gesti della Signorina Granger facevano parte di uno schema di comportamento che lui aveva già avuto modo di vedere in altre donne; non che nessuna di loro fosse mai stata intimamente connessa a lui, ovviamente.
Questo sospetto l'aveva stuzzicato per giorni, portandolo a chiedersi come una ragazza meticolosa come lei avesse potuto dimenticare di prevenire l'avvento di questa situazione. Di certo non pensava che l'avesse cercata volontariamente, era ancora troppo giovane e troppo interessata a costruirsi una carriera - ogni tanto le chiacchiere di Minerva sui suoi studenti preferiti si attaccavano al cervello di Severus e non si scollavano più, per questo sapeva alcune cose sulla Granger. Ed una di queste, sicuramente, era che non fosse una totale sprovveduta come la maggior parte dei ragazzi che riempivano i banchi di quella scuola.
Inoltre, doveva ammetterlo, la Signorina Granger lo incuriosiva e lo stimolava su più fronti.
La guerra aveva segnato tutti in un modo o nell'altro, e lei non ne era rimasta immune. La fastidiosa attitudine a dimostrare la sua conoscenza ricercando costantemente di attrarre su di sè l'attenzione e il compiacimento dei professori era ormai totalmente svanita, lasciando il posto ad una nuova Hermione Granger, una studentessa diligente e capace, talentuosa ma non vanitosa, intelligente e matura - tutte qualità che Severus apprezzava particolarmente.
Era decisamente cresciuta la donna che si trovava seduta in quel banco e che aveva preso il posto della ragazzina ancora acerba.
Aveva sempre avuto la testa sulle spalle, non aveva attraversato un vero e proprio periodo di ribellione, sin da piccola aveva accettato di avere determinate responsabilità e aveva imparato a conviverci.
Ma forse questa nuova responsabilità era fin troppo grande per lei da affrontare da sola; ecco perché vederla in questo stato lo turbava, doveva fare qualcosa.
Quando per la quarta volta in una settimana la vide fuggire dalla classe con una mano che le tappava la bocca, si decise a parlarle.

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