A strange machine

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Dato il luogo in cui si ritrovavano le due ragazze e la grandezza del palco, era inevitabile che si sentissero infinitamente piccole.
Perchè si ritrovavano al Wembley Stadium ad ammirare la loro band preferita: i Queen.
Erano lì dalle quattro di pomeriggio, e si trovavano a Wembley da ancor più tempo - erano arrivate fuori lo stadio alle 5 del mattino.
Ma ora erano finalmente tra tutta quella gente pronte a godersi lo spettacolo.
Proprio mentre erano occupate a chiacchierare ansiose a proposito del concerto, partì l'intro registrato di "One Vision".
Tutto lo stadio capì che il momento tanto atteso era arrivato.
Quell'intro sembrò durare un'eternità, ma poi finalmente si riuscì a vedere la Leggenda, Freddie Mercury, con in mano la sua fidata mezz'asta e con addosso la sua meravigliosa e famosa giacca gialla, approdare correndo sul palco, seguito dai suoi colleghi.
La band cominciò a mostrare tutta la loro bravura con la prima canzone, mentre tutti saltavano all'unisono eccitati.
Era tutto assolutamente fantastico, addirittura troppo realistico...
"Lola? Ehi! Svegliati, idiota! Non mi va di fare tardi per la milionesima volta a causa tua!" disse Claire, smuovendo la ragazza riccioluta, nonché sua coinquilina.
Lola si svegliò di colpo, andando su tutte le furie. "Claire, maledetta imbecille! Mi hai rovinato il concerto di Wembley!" si lamentò Lola.
La moretta si mise una mano davanti la bocca, sentendosi in colpa. "Oddio, scusami, Lola, ma dobbiamo assolutamente correre a scuola, è tardi!"
Lola si decise ad alzare, continuando a ripensare al sogno che aveva fatto poco prima, Claire invece si dileguò in cucina.
C'era rimasta davvero male per aver rovinato il sogno della sua amica, ma come poteva sapere quel che stava sognando?
Cominciò a preparare la colazione, sempre la solita ma che a loro non dispiaceva nemmeno un po': del caffè e qualche brioche.
Aspettò qualche minuto in silenzio, poi finalmente Lola la raggiunse, dopo essersi preparata per la giornata.
Ogni giorno che passava, Claire si rendeva conto di quanto meravigliosa era la sua amica: anche con una semplice T-shirt bianca e con un jeans blu era perfetta.
Per non parlare dei suoi capelli... Li amava!
Non si dispiaceva dei suoi castani chiaro, con le punte bionde, ma preferiva di gran lunga quello lunghi e ricci della sua amica.
Lola, a sua volta, considerava la sua amica una specie di angelo dagli occhi azzurri, l'unico suo difetto era rovinare i sogni delle persone, ma per il resto la considerava perfetta.
Si sedette al piccolo tavolo della cucina, di fronte la sua amica.
"A che punto eri quando sono riuscita a rovinarti il concerto?" chiese Claire sorseggiando il suo caffè.
"Non ero arrivata nemmeno alla fine di 'One Vision', se vuoi saperlo" rispose la riccia.
"Beh, come facevo a sapere che li stavi sognando? Sai perfettamente che il termine 'impacciata' mi si addice benissimo" si giustificò Claire.
Lola si lasciò scappare un sorriso, notando quanto fosse dispiaciuta la sua amica.
Condividevano entrambe la passione per la musica rock, in particolare per il gruppo dei Queen, anzi no, per loro non era una passione, era un'ossessione vera e propria.
Quando ne parlavano non sembravano delle ragazze di ventidue anni, ma delle bambine di otto anni.
E spesso non facevano altro che dire di quanto fosse stato brutto conoscere quella band meravigliosa dopo che la magia fosse finita.
"Facciamo che stasera, dopo aver studiato, ci mettiamo a vedere quel live?" chiese Claire.
"Andata! Ora però andiamo!" disse Lola, alzandosi dal tavolo, poi entrambe le due uscirono dal dormitorio e avviarsi al College.
Entrambe frequentavano il prestigioso "Imperial College" - Claire amava tutto ciò che riguardava gli esseri viventi, quindi si era messa a studiare biologia, mentre Lola si era data allo studio degli astri, e aveva scelto l'astronomia e l'astrofisica- ed era un caso che andassero proprio lì; fu immensa la gioia che provarono quando vennero a sapere che quello era un posto importante per la loro band preferita.
Una volta che le due arrivarono al college, si divisero per andare nei loro rispettivi corsi.
Fu alla fine un giorno qualunque.
Soliti compagni di corso, soliti professori, ma almeno avevano entrambi imparato qualcosa in più rispettivamente sull' etologia per Claire e sulla fisica astroparticellare.Non appena lasciarono le classi, alle cinque di pomeriggio, si rincontrarono per avviarsi insieme al loro luogo di lavoro: il British Museum.
Era un piccolo lavoro part-time che entrambe avevano trovato lì, nulla di che, ma a loro eccitava troppo l'idea di lavorare lì.
Quello era uno dei più importanti musei del mondo, come potevano non essere onorate?
Non appena arrivarono al museo, la vice direttrice del museo, Mrs. Sullivan, loro capo, le andò incontro.
"Lola, Claire, oggi il museo ospita alcune delle più prestigiose scuole del Regno Unito e sono venute con loro guide personali" spiegò la donna.
"Perché non ci hanno avvertito prima?" chiese Claire, lamentandosi.
"Il direttore del museo mi ha avvertito di dirvi che per oggi lavorerete negli archivi, ci sono alcuni oggetti preziosi da sistemare lì e oggi siamo a corto di guardiani, per cui dovrete occuparvene voi" continuò a dire Mrs. Sullivan, mentre Claire e Lola mostravano la loro più memorabile faccia contrariata.
"Va bene, Mrs. Sullivan, ci rechiamo subito negli archivi" disse scocciata Claire.
Le due ragazze si congedarono dalla vice direttrice e si diressero nei sotterranei del museo.
Mentre percorrevano le scale riservate solo al personale del museo, le due non fecero altro che sbuffare.
"Dopo già una dura giornata al college come pretendono che ci mettiamo a spostare oggetti preziosi o pesanti o a farne la guardia?" si lamentò la moretta.
"Non me lo chiedere, ma dobbiamo farlo, Claire. E' già una grande opportunità lavorare qui dopo nemmeno aver finito il college, le lagne sono l'ultima cosa da fare qui" le rispose la riccia.
Una volta arrivate negli archivi, riconobbero alcuni oggetti esposti al museo che però erano stati spostati lì.
Le due si diedero da fare e passarono due ore a posare statue di cera, effetti storici conservati rigorosamente su strutture di legno catalogate in ordine alfabetico.
Esauste, si concessero una pausa.
"Questo è stato uno dei peggiori giorni lavorativi della mia vita" commentò Lola.
"Concordo" rispose l'altra. "Ma credo che ormai abbiamo finito".
Lola per poco non riusciva nemmeno a stare in piedi, e fece per sedersi sopra qualcosa di veramente grosso coperto da un telo marrone che a lei parve essere morbido, ma al contrario, quando si sedette sentì qualcosa di molto duro. "Ahi!" urlò.
Claire corse a soccorrerla, aiutandola ad alzarsi. "Forse dovresti vedere meglio dove ti appoggi, cara" le disse.
"Zitta, mi sono fatta male sul serio" rispose la riccia, massaggiandosi la schiena.
Claire scoprì il telo e le due ragazze si trovarono davanti un'enorme capsula di metallo arrugginita.
"Ohibò, che roba è questa?" chiese Lola, non riuscendo ad identificare l'oggetto.
"Non ne ho la più pallida idea, Lola" le rispose la moretta, tentando di analizzare quell'enorme palla. "Forse dovremmo lasciar perdere ma io sono troppo curiosa".
Claire aprì una porticina all'esterno della capsula: era tutto buio e profondo.
Su un arco dell'interno della capsula c'erano dei pulsanti.
Claire infilò una mano e premette i tasti, ma venne subito fermata da Lola: "Claire, smettila! Non siamo autorizzate a toccare nulla e poi può essere anche pericoloso".
Claire prese una torcia e si infilò nella capsula. "Oh, avanti, Lola, probabilmente nessuno sa dell'esistenza di questo coso, e poi è solo un ammasso di rottami, cosa vuoi che succeda?" le disse la moretta, continuando a tastare il pannello della capsula.
Lola si era intanto infilata anche lei all'interno.
Claire poi scoprì un intreccio di cavi, li slegò e notò che uno era mezzo tagliato.
Avvicinò completamente le due estremità e poi all'improvviso il pannello di tasti cominciò ad emettere una luce verde quasi bianca.
Claire lasciò scappare una risata di gioia. "Sono o no un genio?"
"Guarda qui, Claire" Lola indicò un pannello digitale. "sembra quasi uno di quegli indicatori per le date".
La moretta diede un'occhiata anche ai pulsanti sotto il pannello, indicandoci il giorno e mese in cui si trovavano, ovvero 12 giugno.
"Io non so te, ma a me non va di impostare '2015', facciamo '1971'?" chiese Claire all'amica, la quale sembrava d'accordo.
"Non ho capito però a che serva quel pannello della data" chiese Lola, un po' preoccupata.
Le due amiche si guardarono incerte, finché non sentirono un tonfo.
All'improvviso, la porta della capsula si chiuse. Lola cercava in tutti i modi di forzarla, ma non c'era alcun modo di riaprirla.
La capsula intanto aveva cominciato a tremare molto forte e alle due cominciò a girare la testa.
Le due si sentivano strapazzate.

A Dream of Sweet IllusionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora