Rosevelt.
Il corsetto era angusto stringeva i fianchi premuti in un contatto troppo oppressante.
<<Perché è così stretto? Rischio seriamente di soffocare.>> Mi lamentai, mugugnando dal dolore.
La sarta sospirò.
Spazientita applicò maggiore forza.
Inclinai la schiena, presa da un fitta alla schiena.
<<Perché ti evidenzia le curve.>> Rispose sorridendo fintamente, con tono saccente.
Allo specchio, non vidi solo una ragazza in difficoltà mentre desiderava un attimo di sollievo.
Ma una donna che le stava provocando del male. Nonostante ciò, era per il suo bene.
La ragazza doveva ricevere del male.
In modo tale, che sarebbe diventata una stella. Qualcuno di importante nel mondo.
<<Alla gente piace questo?>> Domandai con una piccola punta di preoccupazione. Il resto era delusione.
Come poteva piacere al mondo? Non era forse troppo esagerato per una ragazzina.
<<Si. È versatile.>> Pronunciò distrattamente.
<<In che senso?>> Ne rimasi sorprendenteme perplessa.
Versatile? Cosa c'entrava?
<<Il tuo corpo è modellabile da tutti. Possiamo prenderlo fra le mani e modificarlo a nostro piacimento.>>
Fu l'ultima cosa che sentì.
Non ne avrei voluto più ascoltare.
Erano cavolate, sciocchezze, menzogne?
La gente cosa vorrà da me?
<<Roosevelt sei con noi?>> Beffeggiò il presentatore con un abile mossa di protagonismo.
Il pubblico rise, stracolmo di ilarità.
Accentuai la mia recitazine, sbuffando e fingendo di partecipare a quel gioco.
<<Scusami Clarck. Sono un disastro.>> Mormorai con un tono desolato.
Fece una smorfia, inclinò le iridi scure e cercò di tirare indietro, quei pochi capelli rimasti di un biondo platino.
<<Potrei offendermi. Rosevelt tu sei tutto fuorché un disastro.>> Professò incatenando i nostri sguardi.
<<Sei bellissima, bravissima, entusiasmante, eclatante. Ma soprattutto: Iconica!>> Si alzò da quella poltrona di velluto, mentre le luci rincorrevano disperatamente il suo corpo scordinato, mentre saltellava intorno al mio posto.
Sorrisi, dall'imbarazzo.
<<Clarck sei un elogiatore.>> Ghignai, assottigliando le iridi e abbasando lo sguardo.
<<Io dico sempre la verità.>> Diede una risposta seriamente. Abbandonando la recitazione.
Si gettò nella poltrona e quando un signore del pubblico urlò.
<<Vogliamo sapere di più
su Rosevelt!>>Iniziò la mia completa torura.
<<Attenzione Signori. Oggi vi riveleremo innumerevoli segreti nascosti nei meandri dell'ignoto di una delle supermodelle più in voga in questi anni.>>
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Children of the night
Romance"Posizionò il coltello tagliente, di argento, nella mia falange. La lama, pericolosamente affilata. Era salda sulla mia pelle. Chi era lui? Intravedevo due grosse mani stringere il manico del pugnale. Sentivo, la sua presenza premere sul mio corpo...