Capitolo 1

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Mette sullo scaffale il plico dell'ultimo nuovo residente della casa d'accoglienza con un sorriso soddisfatto e si avvia verso l'uscita. Ogni volta che aiuta un ragazzo rimasto ai margini della società, Henry si sente sempre pieno d'orgoglio, sa che sta facendo qualcosa di importante, di utile, molto più ora che non è più nella linea di successione al trono e sa che il merito è tutto di un ragazzo americano di origini messicane che gli ha rubato il cuore ormai quasi dieci anni fa. Ne hanno passate così tante che quasi si stupisce che stiano ancora insieme e che siano addirittura sposati. Proprio mentre sale sul taxi che lo porterà nella loro vecchia casa in arenaria a Brooklyn, dove ormai vivono in pianta stabile Nora e June, chiama Alex.

"Ehi ti stavo pensando. Ho appena chiuso il computer."

"Io sono in taxi per tornare alla vecchia casa."

"Controlla che non ce la stiano distruggendo, semmai volessimo tornare a New York."

"Nora mi sembra abbastanza saggia da non distruggere l'appartamento."

"Lei sì, June dubito..."

"Disse quello che ha spaccato un tavolo perché 'tranquillo ci regge tutti e due' facendomi slogare una caviglia."

"Okay, in quel caso la fisica non è stata dalla mia parte... però è stato bello quella volta."

"È molto vero."

"Ma torni domani? O rimani ancora lì?"

È una settimana che non si vedono ma ad Alex sembra passato un mese, è ad Austin da solo con David.

"Vorrei rimanere un giorno in più, però ho già prenotato per dopodomani il volo e credo che arriverò all'imbrunire, mi vieni a prendere tu?"

Alex sorride al modo fin troppo formale che ancora Henry si ostina a usare persino con lui, probabilmente non smetterà mai di parlare da principe. "Sì, certo. Magari possiamo andare a cena fuori perché non ho intenzione di cucinare niente."

"Approvato, perché non credo che avrò la forza di cucinare neppure io appena arrivato."

"Come sta andando con la casa d'accoglienza?"

Henry sta per aprire un'altra sede, appena fuori New York, nel New Jersey e nonostante si siano entrambi al momento ritirati dalla vita pubblica, non è riuscito a rimanere in disparte per troppo tempo e, dopo appena un anno in Texas, aveva espresso la sua necessità di continuare il lavoro, seppur in maniera meno intensa di quanto facesse quando vivevano a New York. Così, ogni due o tre mesi si ritrova a fare la spola tra Austin e la Grande Mela per supervisionare i lavori ed essere sicuro che tutto proceda senza intoppi.

"Molto bene, siamo quasi pronti. E abbiamo già delle richieste per quando apriremo."

"Che sarebbe...?"

"Il mese prossimo. Dovrò tornare qui anche nelle prossime settimane, almeno fino l'inaugurazione."

"Posso venire con te? All'inaugurazione intendo."

Alex di solito gli lascia il suo spazio, non è mai andato alle inaugurazioni delle altre case d'accoglienza, perché ha sempre pensato che fosse il suo momento e non voleva distogliere l'attenzione da Henry e dal lavoro che tanto diligentemente e con passione ha dedicato a quel determinato progetto. Stavolta però vorrebbe essere presente perché è veramente troppo tempo che non partecipa a nessun tipo di evento. In qualche modo gli manca. E gli manca farlo con Henry al suo fianco.

"Certo che puoi! Non me lo devi mica chiedere."

"Lo sai come la penso."

"Comunque, sei il benvenuto. Anzi avrò bisogno di un po' del tuo coraggio per affrontare quella giornata."

A Perfectly Imperfect Future - RWRBDove le storie prendono vita. Scoprilo ora