La notte dei Lupi Mannari

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I due detective entrarono in auto.
Gabriel era ancora preoccupato per quello che aveva detto Göldi.
Diversi pensieri si facevano strada nella sua mente facendogli vivere degli incubi a occhi aperti.
Jonah invece era tranquillo. Lesse il suo taccuino e poi lo ripose nella giacca.
Dopo mezz'ora lo ritirò fuori, lo rilesse e lo ripose.
Fece lo stesso anche altri quindici minuti dopo, solo che questa volta lo tenne in mano. Voleva semplicemente capire più a fondo questo mistero, voleva solamente capire il motivo per il quale queste creature si fossero unite, ma questo leggere e rileggere non aiutò in alcun modo.
"Gabriel. Cos'hai?" chiese Jonah.
"Niente." rispose lui.
"Sembri diverso, strano. Sei silenzioso."
"No, sono solo un po' stanco."
"Cosa ti ha detto la strega?" gli chiese curioso il suo compagno.
"Göldi?"
"Si."
"Ha detto solo che il caso andrà bene." mentì Gabriel.
Jonah lo percepì. Capì subito che Gabriel gli aveva detto una bugia ma non volle indagare oltre.
"Come mai volevi sapere come andasse il caso?" chiese quindi Jonah.
"Perché mi sembra molto strano che vampiri, fantasmi e streghe collaborassero."
"Eppure eccoci qui."
"Già, eppure eccoci qui."
Jonah aveva capito che il caso in questione aveva preso una brutta piega, lo sentiva dentro di lui. Anche lui non aveva mai sentito parlare di mostri o creature delle tenebre che lavoravano insieme. Neanche in tutte quelle storie che aveva letto, sentito o studiato.
Eppure la sua curiosità voleva fermamente sapere perché Gabriel gli aveva mentito.
"Lascialo stare." disse una voce misteriosa.
Nello specchietto retrovisore Jonah vide una ragazzina seduta sul sedile posteriore dell'auto.
"È combattuto. Non ha idea di cosa fare con te. Non sa se salvarti o lasciarti far parte di questa follia."
Jonah si girò ma non vide nessuno dietro di lui.
Notò che fuori stava calando la notte.
Gabriel si girò un attimo verso di lui e poi, rimettendo gli occhi sulla strada, gli disse: "Senti Jonah, sei giovane..."
Jonah lo interruppe subito.
"Gabriel, io ti seguirò anche se quello che ci attende sarà difficile."
"Va bene, ma se è troppo difficile lascialo. Ho avuto tante di quelle esperienze brutte e tanti incubi per colpa di questo lavoro che tu non ne hai idea."
"Quando si combatte contro mostri, demoni o creature del genere è del tutto normale." ammise Jonah.
In quel preciso momento sulla faccia di Gabriel si poteva leggere la preoccupazione che lo affliggeva.
Lì Jonah ne aveva avuto la conferma. Il caso era strano perfino per il suo collega che lavorava da anni in quel settore.
Poi sulla faccia di Gabriel tornò un ghigno, come se i suoi pensieri cercavano di sviare la preoccupazione che aveva in mente.
"Però Harry te l'ha fatta eh?! Eh eh." disse Gabriel
"Si. Mi sono preso un bello spavento." rispose Jonah.
"È bravo Harry. Se fosse stato un altro fantasma avrei già preso precauzioni, ma ero sicuro che fosse lui."
Entrambi sorrisero.
Dopo qualche minuto di silenzio Jonah disse: "Quindi il tuo amico Minotauro è un altro informatore?"
"Si. Ha un bar abbastanza apposto, solo che la gente che lo frequenta lo rende un postaccio. Magari ha qualche informazione che ci può essere utile."
Il buio che li circondava durante il tragitto verso il bar del Minotauro sembrava avvolto da un'atmosfera misteriosa.
La vecchia berlina di Gabriel sfrecciava lungo la strada deserta, e con i suoi fari era pronta a svelare tutti i segreti celati in quell'oscurità.
All'improvviso, un cane con gli occhi scintillanti e con un'aura soprannaturale attraversò la strada.
In un attimo, Gabriel sbandò la macchina.
I freni emisero un sordo stridore, il motore ruggì come un leone in gabbia sul punto di tirare le cuoia, e in seguito si spense.
L'auto si fermò di colpo e subito dopo si sentì un ululato.
Gabriel chiuse gli occhi.
Il suo istinto da detective lo avvertì immediatamente della vera natura di quella creatura.
"Che palle." disse tirando fuori una rivoltella Magnum scarica.
"Cosa?" chiese impaurito Jonah mentre tirava su un gracchiante finestrino.
Un enorme figura staccò di colpo la portiera dell'auto.
"Lupi mannari!" urlò Jonah mentre venne trascinato nel buio.
"Cazzo! La portiera." esclamò Gabriel caricando i proiettili all'interno della pistola.
Intanto il suo compagno continuava a urlare.
"Arrivo!" disse Gabriel.
Scese con fatica dalla macchina ormai in fumo e tirò fuori la pistola carica.
In lontananza, una sagoma informe si chinò e si mise a quattro zampe. Delle urla strazianti squarciavano il silenzio della notte: era come se le carni si stessero staccando dal corpo, la figura stava mutando diventando sempre più grande. I denti umani lentamente e dolorosamente caddero dalle gengive per fare spazio a delle zanne bene affilate, caratteristiche di un lupo. Una folta peluria iniziò ad uscire dai pori della pelle ed in seguito si sentì un improvviso strappo, fu il più violento e dalla parte posteriore del corpo spuntò un grande e lunga coda.
Infine le urla si trasformarono in un potente ululato.

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