Il bar dei Labirinti

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La misteriosa ragazza si avvicinò silenziosamente senza proferire parola e Gabriel la seguì con curiosità.
La cacciatrice, o così aveva intuito lui, prese una piccola boccetta e la rovesciò sulla ferita che Jonah riportava sulla gamba.
Poi rivolgendosi al detective disse: "Posso?"
Egli osservò attentamente la boccetta e annuì permettendo alla ragazza di versarne il contenuto sul suo compagno.
Miracolosamente la ferita, i segni dei denti e il pulsare del dolore scomparvero. Per Gabriel quella ragazza era una figura enigmatica, ma per Jonah erano i suoi occhi ad esserlo, almeno quanto lei. Per lui erano bellissimi.
Appena si alzò in piedi e si assicurò che la sua gamba fosse tornata come prima, non poté fare a meno di chiedere al suo collega: "Come ha fatto?"
Gabriel rispose con calma: "É una sostanza creata dalle streghe. Aiuta a rigenerare le ferite velocemente."
Jonah guardò la ragazza sgranando gli occhi e subito dopo fece un collegamento con qualcuno che gli era sembrato di aver già visto.
"Te sei stata la mia prima cott..." si schiarì la voce.
"Te sei stata la mia prima ispiratrice." disse interrompendosi a metà frase.
"Ti abbiamo studiato nei libri dei cacciatori. Tu sei Catheline Dankworth! Detta anche Mezza Luna! Di solito vai a caccia con tua sorella Claudette detta anche Mezzo Sole! A proposito... lei dov'è?" disse Jonah.
"Sì sono io." rispose Catheline senza dare troppa importanza a tutto ciò che aveva appena detto il ragazzo.
"Una cacciatrice?! Che ci fai qui?" le chiese subito Gabriel.
"Stavo inseguendo i fratelli Ghermill, ma a quanto pare loro hanno trovato prima voi." rispose lei con sguardo freddo.
"Perchè li stavi inseguendo?" chiese Jonah visibilmente emozionato.
"Perché nella mia città le persone stanno scomparendo nel nulla. E ci sono state tracce di lupi mannari. E voi, detective?"
"Anche da noi stanno scomparendo delle persone." disse Jonah.
Gabriel lo guardò con segno di disapprovazione.
"Cosa c'è?" chiese il ragazzo guardando il suo partner che scosse la testa.
"Ho notato una macchina distrutta e i due fratelli morti per strada. Poi ho sentito delle urla e sono venuta qui. Ora posso andare?" aggiunse Catheline.
"Quindi vieni dal Mondo di Mezzo?" chiese Gabriel.
Lei lo guardò con occhi glaciali.
"Si vengo dal Mondo di Mezzo. Poche volte sono salita qui in superficie."
"Sai dove si trova il bar del Minotauro?"
"Si."
"Potresti portarci lì?" chiese subito Gabriel.
"Per favore." aggiunse il compagno.
"Si va bene. Poi però ognuno per la sua strada."
"Perché invece non unirci e combattere il male insieme? Abbiamo lo stesso obiettivo!" suggerì Jonah con entusiasmo.
"No!" risposero contemporaneamente Gabriel e Catheline.
"Ma...ma potremmo formare un grande team!" insistette il giovane.
"No!" ribadirono loro.
"Vedete andate già d'accordo!"
Il detective e la cacciatrice si girarono guardando Jonah con segno di disapprovazione.
Tornati sulla strada principale, Gabriel si fermò a parlare al telefono con qualcuno mentre il suo collega salì sulla lussuosa Bentley di Catheline.
"Ok, ho detto ai superiori di far venire qualcuno per ripulire il disastro." disse Blackwood sedendosi sul sedile posteriore della macchina.
La lussuosa auto sfrecciava veloce attraverso il vento mentre Jonah continuava a parlare ininterrottamente delle avventure della famiglia di Catheline.
Raccontò di come avessero ucciso Dracula e di come le mummie presero vita all'interno di un museo.
"Capito Gabriel! Le mummie erano tutte dei vampiri!" esclamò Jonah con voce piena di orgoglio.
Continuava incessantemente a ripetere che la famiglia Dankworth era la migliore nel catturare i mostri.
Gabriel rimase in silenzio, ma appena il compagno tirò fuori un'altra delle storie riguardanti la famiglia di Catheline, disse la cosa che lo premeva di più:
"Scout non voglio rovinarti la storia, ma Dracula è ancora vivo e vegeto, per quel che si può dire di un vampiro."
La cacciatrice, dallo specchietto retrovisore, lo guardò con uno sguardo di sfida cercando di metterlo a tacere con la sua sicurezza.
Notata l'occhiataccia, Gabriel disse: "Siamo ancora fermi lì vedo." riferendosi all'assenza di prove concrete sulla morte del vampiro.
"La mia famiglia ha ucciso Dracula!" esclamò a voce alta Catheline cercando di difendere la sua posizione e quella dei suoi familiari.
"No invece. Ci ho parlato io stesso con Dracula." ribatté il detective con tono serio.
"Sarà stato un imitatore." intervenne Jonah un po' deluso dal fatto che la famiglia di Catheline, a quanto pare, non avesse ucciso il vampiro.
"Dracula fece un accordo con il distretto di polizia, secondo il quale doveva fingere di morire. Noi avremmo coperto le sue tracce e lui non avrebbe più ucciso nessuno." disse Gabriel, cercando di spiegare la situazione.
"Sono rimaste delle ossa." espose Catheline.
"Si. Così disse anche a noi al distretto." concluse Blackwood cercando di farle capire che a volte le apparenze ingannano.
"Ma perché avete lasciato un pluriomicida in giro?" chiese quindi Jonah provando a capire la logica di questo strano patto.
"Per avere tante informazioni, e lui chiese solo una vita agiata. Mi ricordo come si godeva i piaceri terreni" rispose Gabriel.
"Adesso come fa a nutrirsi?" chiese Jonah.
"Beh... Dracula mangia tutto quello che mangiamo noi."
"Quindi è un vampiro che si comporta come un umano?"
"Beh è uno di quei pochi umani che sono diventati vampiri. Ora come ora, invece, nascono semplicemente succhiasangue e cercano di mantenere la stirpe pura."
"Ma rimane pur sempre un pluriomicida! Dopo che ottenevate le informazioni lo dovevate rinchiudere in cella!"
"Non potevamo. Avevamo dovuto firmare una clausola con il Diavolo ed essa non si poteva infrangere a meno che non si voleva essere perseguitati a morte dalla paura." ribatté Gabriel.
"Siete stupidi voi poliziotti." ribatté Catheline.
"Intanto noi siamo riusciti a liberare alcune zone del Mondo di Mezzo, ripulendolo." contrattaccò il detective.
"Io avevo letto che i vampiri si sono evoluti per vivere anni senza prosciugare un uomo, anche se prima o poi lo devono fare. Erano obbligati, per legge, a chiedere il permesso dei giudici e dopo aver dato loro la vittima, che deve essere oltre gli ottant'anni..." spiegò Jonah.
"Dove vuoi arrivare?!" lo interruppe Gabriel.
"Secondo voi perché i vampiri uccidono le persone anche se non gli serve a niente?" chiese il ragazzo incuriosito da questa domanda che gli balenò in testa e alla quale non ebbe mai avuto nessuna risposta.
"Cos'è? Un'interrogazione?!" chiese Gabriel un po' scocciato.
"È una sorta di dipendenza. Uccidere dà loro una sensazione di potere e piacere che non si può trovare da nessun'altra parte. Comunque non sono bestie senza controllo, sono sempre delle persone a cui serve aiuto." disse Catheline.
Imboccarono poi la strada che portava al bar del Minotauro.
"Oh finalmente siamo arrivati." esclamò Gabriel contento di aver raggiunto finalmente la meta.
I due detective scesero dall'auto e la cacciatrice fece lo stesso.
"Ma come? Non avevamo detto ognuno per la propria strada?" chiese Gabriel.
"Ho sete." rispose Catheline con un'aria di sgomento.
Era chiaro che aveva bisogno di bere.
Entrarono tutti e tre all'interno del bar situato in una piccola strada del centro città.
Gabriel notò l'insegna posizionata sopra l'ingresso del locale.
"Ha cambiato nome." si accorse Blackwood.
"Bar dei Labirinti. Beh, sempre meglio del Bar del Minotauro." constatò Jonah.
Il locale era accogliente e affascinante, si poteva notare subito l'atmosfera unica e misteriosa che pervadeva l'ambiente.
Le pareti erano rivestite in legno scuro, intagliato con motivi intricati che raffiguravano simboli mitologici e con affreschi che raccontavano varie storie di minotauri.
I dettagli erano così realistici che sembrava quasi di poterli toccare.
Lungo il soffitto, delle luci soffuse creavano un'atmosfera calda e invitante mentre una leggera musica di sottofondo si diffondeva nell'aria.
Dietro al bancone c'era un ragazzo intento a pulire i bicchieri.
Gabriel e Jonah si sedettero su delle comode poltrone in pelle. I tavolini erano rotondi e fatti di legno lucido, sopra di essi erano situate delle candele profumate che emanavano un gradevole aroma.
Catheline si allontanò dai due detective e si sedette su una poltrona in pelle un pò sgualcita intorno ad un tavolo quadrato e sempre in legno lucido.
Quel bar era dotato anche di una zona lounge per poter avere delle conversazioni un po' più private.
La porta d'ingresso si aprì una seconda volta facendo entrare tre uomini incappucciati che si sedettero lontano da loro.
"Cameriere!" esclamò Catheline.
Gabriel e Jonah guardarono la scena.
"Tre pinte di birra per favore." concluse lei con un sorriso malizioso.
"Tre pinte di birra?!" esclamò sorpreso Blackwood.
"All'età di quindici anni Catheline venne attaccata da un demone che entrò all'interno della sua pancia e iniziò a ballarci dentro, creandole un dolore penetrante e provocando un'emorragia interna. Una volta estratta la creatura, all'interno della sua pancia trovarono fegato e stomaco tutti spappolati. Ella si salvò per miracolo perché, per fortuna, trovarono un'orchessa disposta a donare questi due organi e dato che furono compatibili con Catheline, il trapianto venne eseguito." spiegò il compagno.
"Ah ho capito. Per questo beve così tanto. Grazie enciclopedia."
Jonah lo guardò in segno di disapprovazione.
Un cameriere si avvicinò al tavolo di Catheline con le tre pinte di birra che emanavano un profumo invitante e le posò sul tavolo. La cacciatrice prese uno dei tre bicchieri e se lo portò alle labbra bevendo avidamente come se stesse facendo una gara a chi la finisce prima.
Gabriel e Jonah osservarono la scena stupiti e con un po' di disgusto.
Un altro cameriere, con un lieve tremito nelle mani e passo incerto, come se fosse spaventato o nervoso, si avvicinò al tavolo dei due detective portando i menù.
Dopo averli consegnati si allontanò, ancora tremante, per servire gli altri clienti.
La casa offriva una vasta selezione di cocktail e bevande alcoliche, ma anche una varietà di analcolici e tè pregiati.
Dopo un po' il cameriere tornò dai due e chiese: "Voi co... coooss... cosa volete?"
"Io vorrei un'acqua tonica." disse Jonah.
"Io invece prenderò lo speciale della casa." disse il suo collega.
Nel frattempo un orologio a cucù emise il suo suono caratteristico.
Gabriel sussurrò a bassa voce: "È ora di chiudere per gli umani." attirando l'attenzione del compagno, che lo guardò attentamente per poi scrutare i movimenti dei clienti intorno a loro.
Alcuni di essi si alzarono e se ne andarono lasciando il locale.
Nel mentre, il cameriere che stava servendo Gabriel e Jonah si diresse verso la porta e girò il cartello da "Aperto" a "Chiuso."
In seguito si allontanò e si diresse verso la porta sul retro.
Improvvisamente, dietro i due detective, si udì un rumore. Jonah si voltò e notò un tavolo da biliardo, dove dei clienti avevano iniziato a sfidarsi a colpi di stecca.
Ora il ragazzo che si trovava dietro al bancone non era più un umano, ma era diventato un minotauro.
Aveva una folta criniera, occhi penetranti e accoglieva i visitatori con un sorriso gentile.
Indossava un grembiule immacolato dimostrando così una grande attenzione per l'igiene e per la cura dei dettagli.
Le sue mani possenti, ma delicate, si muovevano con destrezza mentre preparava le varie bevande.
Ora tutti i clienti, che prima erano umani, diventarono creature di varie razze provenienti da diverse parti del mondo.
"Quella ragazza...Catheline non mi piace. Tienila sott'occhio." disse Gabriel con tono sospettoso.
"Perché non ti fidi? Alla fine i cacciatori fanno il nostro stesso lavoro, solo che invece di spedire in prigione i mostri, li ammazzano per guadagnare qualcosa." spiegò Jonah.
Il cameriere tornò dai due detective. Ora aveva gli occhi come quelli di una mosca e la testa piena di peli. Non camminava più, stava volando.
"Ecco a voi. Lo speciale della casa e un'acqua tonica" disse mentre porgeva i loro ordini.
"Grazie." risposero entrambi cortesemente.
"Te stai con lei e cerca di scoprire perché all'ultimo ha deciso di seguirci, mentre io vado a parlare con il mio informatore."
Jonah esitò: "Non penso che lei voglia farci del male."
Gabriel rispose risolutamente: "Non si sa mai. Te alzati e poi dopo cinque minuti lo farò io."
Il giovane prese l'acqua tonica e si avvicinò a Catheline.
"Ehi." disse lui.
"Ehi" rispose lei.
Jonah cercò di avviare una conversazione.
"Senti... le birre qui sono buone?"
"Vuoi assaggiare?"
Egli declinò l'offerta: "No grazie. Sono in servizio."
"Mh okay"
Catheline terminò la terza pinta di birra senza mostrare segni di ubriachezza e poi ne ordinò altre.
Il cameriere-mosca tornò con altre tre brocche.
"Non vorrei essere troppo invadente riguardo tua sorella, ma..." disse Jonah.
"Ormai a quanto pare sai tutto della mia famiglia." disse bruscamente lei mentre beveva facendosi gocciolare la pinta di birra addosso.
"Si, ma volevo sapere perché non è qui con te. Ogni racconto dice che eravate inseparabili e che affrontavate insieme qualsiasi missione." concluse Jonah.
Catheline, in un momento di tristezza, condivise la breve storia riguardante sua sorella: "Una notte di due settimane fa eravamo accerchiate da delle entità oscure. Io e lei eravamo fianco a fianco come sempre, quando all'improvviso scomparve sotto i miei occhi. Le entità iniziarono a ridermi in faccia e poi si dissolsero nel nulla. Da quel momento non la vidi più. È per questo che sto cercando colui o colei colpevole della scomparsa di queste persone. Penso e spero che mia sorella sia ancora viva, intrappolata da qualche parte."
Catheline finì le brocche di birra.
"Allora ti serve aiuto." constatò Jonah con tono triste.
"Ho sempre avuto bisogno di lei e adesso ogni giorno che passa mi manca sempre di più." disse singhiozzando.
"Ti aiuteremo noi." affermò il giovane mentre apriva la bottiglietta d'acqua che si era fatto portare.
Gabriel, all'altro tavolo, guardò l'orologio a cucù ed esso segnava che i cinque minuti erano passati.
Vedeva il compagno che continuava a parlare con Catheline, poi sentì la voce di lei dire: "Cameriere quattro pinte di birra! Tre per me e una per il mio amico!" disse con tono alto e con voce chiaramente ubriaca.
Il detective fissò il loro tavolo e Jonah fece spallucce come per dire che non sapeva cosa fare.
Gabriel scosse la testa ed in seguito si diresse dal barista minotauro.
"Tuo padre può ricevermi?" gli chiese con rispetto.
La creatura, che stava pulendo con meticolosità un boccale, guardò l'orario e disse: "Sì, oggi non ha appuntamenti."
Gabriel annuì e chiese: "Solito posto?"
"Si."
Blackwood spostò lo sguardo oltre il minotauro, notò una bacheca delle persone ricercate dai cacciatori di taglie e vide il suo volto e quello di Jonah affissi su di essa.
Notò che i tre uomini incappucciati lo stavano osservando attentamente mentre parlavano tra di loro a bassa voce.
Intravide un leggero movimento e si rese conto che uno di loro indossava un distintivo da sceriffo.
"Qualcosa non va" pensò il detective.
Il minotauro, nel frattempo, stava continuando a pulire con cura un boccale di birra e disse con molta calma:
"Solito costo."
Gabriel si voltò e tirò fuori alcune monete d'oro.
"Pago anche quello che abbiamo preso io e il ragazzo. E per i danni."
Il minotauro alzò un sopracciglio con fare interrogativo.
"Quali danni?"
Gabriel si girò di scatto quando sentì un rumore sospetto e vide le tre figure incappucciate, che in realtà erano tre cacciatori di taglie, spostarsi rapidamente utilizzando i tavolini come protezione.
Senza esitazione, il detective estrasse la sua pistola e la puntò verso di loro, ma era troppo tardi.
Jonah abbassò la testa mentre Catheline, ancora ubriaca, scoppiò a ridere appena gli spari iniziarono a riecheggiare nel locale.
Le urla della gente si mescolarono al suono dei colpi di pistola, le creature stavano fuggendo attraverso la porta del bar trasformandosi in umani nel momento esatto in cui varcavano la soglia.
Il minotauro, preso dalla foga del momento, estrasse un fucile e sparò ad uno dei cacciatori di taglie uccidendolo istantaneamente, poi si abbassò dietro al bancone insieme a Gabriel per ripararsi.
"Cosa vogliono questi tizi?" chiese il minotauro cercando di capire la situazione.
"Qualcuno ha messo delle taglie sulle nostre teste!"
Il detective si strinse intorno alla pistola, sentendo le bottiglie esplodere ed il liquido spruzzare addosso a lui e al minotauro.
Altri spari risuonarono nell'aria, creando ancora più caos.
Dei passi pesanti echeggiarono lungo le scale presenti all'interno del locale e Gabriel alzò lo sguardo.
Fu allora che vide il suo informatore, un altro minotauro, avventarsi su uno dei due cacciatori di taglie ancora in vita, incornandolo violentemente contro la parete.
Nel frattempo Catheline, con fatica, si alzò in piedi sopra ad un tavolo e, barcollando, sparò all'ultimo rimasto.
Un'esplosione di risata fece cadere la pistola dalle mani della cacciatrice, facendo partire involontariamente un colpo che andò a finire contro una parete.
"Questa è pazza." constatò Gabriel.
"E siamo a due volte che ti salvo le chiappette." disse Catheline ridendo e con tono ancora sbronzo.
Jonah la spinse a sedersi di nuovo e si mise a ridere insieme a lei.
"Ma cosa c'è da ridere?!" esclamò Gabriel arrabbiato, prima di rendersi conto che entrambi erano ubriachi.
"Padre." disse il figlio del proprietario del bar.
"Sali." ordinò quindi il padre emettendo uno sbuffo potente il cui suono fece tremare l'aria.
Il minotauro eseguì gli ordini.
"Questi uomini non hanno rispettato le regole angeliche. E anche te Gabriel, non si spara in un luogo che fa da intermezzo tra il Mondo di Sopra e il Mondo di Mezzo."
"Beh dai veniamoci incontro... io dico che è stato un attacco improvviso e in ogni caso lo Stato ti ripaga tutto. Ora, perché i cacciatori di taglie stanno cercando me e il mio collega per ucciderci? Non solo è illegale secondo la legge, ma anche secondo le leggi angeliche. Mettere una taglia su due detective come se fossero dei criminali..."
"Beh, chi vi cerca è qualcuno di potente e molto ricco." lo interruppe il proprietario del bar.
"Chi?"
"Non si sa. Però paga bene."
"Ma come, Giulius? Ci scambiamo informazioni da anni e mi tradisci così?!" esclamò stupito.
"I soldi sono soldi." disse il minotauro con indifferenza.
"Mh. Beh... Ho pagato. Dammi le informazioni e togli quei manifesti." ordinò Gabriel.
Jonah e Catheline stavano continuando a ridere.
"I soldi sono soldi." ripeté buffamente la cacciatrice.
"Ora collaborate con i cacciatori di mostri?" chiese Giulius.
"No, è stata solo una trovata a caso." rispose il detective.
"Ditemi cosa volete" disse il minotauro alzando due tavoli e rimettendoli a posto."
"Ci sono stati due vampiri a Green Avenue 13 che hanno rapito dei ragazzi. E .ci sono state delle sparizioni anche nel Mondo di Mezzo. Riesci a dirmi qualcosa su questo?"
Giulius pensò un attimo.
"Le sparizioni sono in corso da un pò. Avevo sentito parlare di un lavoro facile che consisteva nel rapimento di alcuni ragazzi e lo avevano accettato proprio due vampiri. E se non sbaglio, sarebbero entrati in contatto con la persona responsabile di questo."
"Vorrei proprio sapere di chi si tratta." affermò Gabriel.
"Ah quindi non sai chi è?"
"No per niente. Tu lo sai?"
"Si. Da quello che ho sentito dire si tratta di una strega." disse Giulius.
Metabolizzato ciò, il detective prese il primo tovagliolo che trovò e disegnò sopra di esso la runa che avevano visto nella casa del delitto.
"Per caso sai qualcosa anche di questa?"
"La runa del teletrasporto." disse Giulius.
"Si, e si sa che essa va creata in un posto e poi, con la magia, la si deve ricreare anche nel luogo in cui si vuole andare per poi teletrasportarsi lì."
"Dove si vuol partire e dove si vuole arrivare." ripeté il Minotauro.
"Si." confermò Gabriel.
"Non hai provato a vedere dove portava la runa?" chiese Giulius mentre il suo naso taurino emise un suono buffo.
"No, non era attiva e poi sarebbe stato troppo rischioso non sapendo dove ci avrebbe portati." disse il detective.
Poi aggiunse: "Per caso sai i nomi dei vampiri?" chiese con sguardo inquieto.
"No, ma erano in questo locale quando stavano parlando del da farsi. Una cosa particolare che ho notato era un anello d'argento. Sembrava avere la forma di un occhio con un rubino al posto della pupilla." disse Giulius.
"Maledizione!" esclamò Gabriel. "Qua si va di male in peggio." aggiunse.
"Cosa succede?" chiese il Minotauro.
"Veramente non li conosci?" disse il detective con uno sguardo pieno di preoccupazione.
"No. Giuro."
"Non fare affari con loro, sono delle bestie senza cuore."
"Chi sono?" chiese Giulius ansioso di saperne di più.
"Sono i Semynov. O almeno uno di loro lo era." spiegò Gabriel.
"Invece i fratelli Ghermill?" aggiunse poi cambiando argomento.
"Sapevo che dovevano fermare dei detective e parlavano della cacciatrice che gli stava alle calcagna. Non sapevo foste voi. Sai che sono solo voci di corridoio, ma..." Giulius venne interrotto.
"Il problema è che le voci di corridoio si sono avverate." disse Gabriel.
"Le voci di corridoio si sono avverate." ripeté Jonah ridacchiando.
"Quante ne hai bevute scout?!" chiese il detective Blackwood con un misto di frustrazione e curiosità voltandosi un attimo verso il suo collega.
"Una, e non l'ho neanche finita." rispose quest'ultimo continuando a ridere.
"Hai qualcosa per fargli passare questa ubriacatura?" chiese Gabriel a Giulius.
Il minotauro tirò fuori una piccola boccetta contenente un liquido verde fluorescente e la avvicinò al naso dei due, che si ripresero immediatamente.
"Ora andiamo e togli le nostre facce da quel cartellone."
"Gabriel..." disse Giulius, con un tono triste.
"Sai che la centrale di polizia è corrotta vero?" aggiunse.
"Lo è sempre stata. Pochi si salvano." ammise il detective.
"Ecco... Sei solo." disse il minotauro lasciando intendere qualcosa che Gabriel aveva già sospettato nel profondo del suo cuore.
"In che senso solo?" chiese anche se sapeva già la risposta.
"Questa strega ha pagato tutti molto profumatamente per andare contro le leggi angeliche, che sono quelle che hanno le punizioni più crudeli. È meglio non andare in centrale. Quelli che hai avvisato per ripulire la strada..."
"Ehi come fai a..." chiese Gabriel stupito.
"Le voci girano... la centrale di polizia ha inviato questi cacciatori di taglie per uccidervi, prendere la ricompensa e dividerla poi con loro."
"Merda!" esclamò Gabriel colpendo il tavolo con un pugno e rompendolo. Sul suo volto iniziarono ad uscire delle venature verdi.
"Calmati Gabriel!" disse Jonah, impaurito da ciò che stava vedendo.
"Si, hai ragione." e la sua pelle tornò nel suo normale colorito roseo.
In seguito Gabriel, Jonah e Catheline uscirono dal bar del minotauro.
Adesso erano all'esterno, nell'aria fresca del mattino, con una consapevolezza inquietante: il mondo che fino a quel momento credevano di conoscere, gli si era rivoltato contro ed era mutato in qualcosa di molto più oscuro e pericoloso.
Mentre si avvicinavano alla Bentley, la tensione nell'aria era tangibile, era un sentimento di inquietudine che sembrava impregnare ogni loro pensiero.
Solo una cosa, però, pervadeva la mente di Gabriel e continuava a ripetersi e ripetersi riecheggiando incessantemente come un mantra sinistro: non si poteva più fidare dei suoi colleghi o informatori. Era una sensazione di solitudine che spesso ricopriva con dei casi da risolvere o con l'uso dell'alcool.
Nella sua testa continuava a risuonare una voce che diceva: "Sei solo."
Mentre il motore della Bentley ruggiva, il silenzio all'interno della macchina era opprimente ed era interrotto solo dallo scorrere delle ruote sull'asfalto.
A Gabriel vennero in mente le parole della sua amica Göldi: "Qualcosa di grande, qualcosa di oscuro sta per accadere." Jonah guardò Catheline cercando conforto nel suo sguardo, ma non ricevette nulla.
La Bentley si avviò lungo la strada, avvolta nell'incertezza del futuro.
Gabriel pensava solo che ora, anche se questo mondo spietato gli aveva voltato le spalle ed erano soli, avrebbero dovuto fare qualcosa, qualcosa di molto più grande.

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