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La sveglia di Stiles suonò circa due secondi prima di quella di Derek, ed entrambi presero i loro telefoni, brancolando nel buio.

"È ora di alzarsi," disse Stiles, una volta che furono spenti, ma invece si accoccolò contro la spalla di Derek.

"Mmm," mormorò Derek, facendo scivolare la mano sul retro della maglietta di Stiles. "È presto."

"Sì," Stiles concorda. Fuori è ancora buio pesto. "Ma dobbiamo alzarci. Dobbiamo andare a prendere a calci in culo qualche nerd della matematica."

"Siamo dei nerd della matematica," sottolinea Derek, anche se le parole si perdono un po' in un gigantesco sbadiglio.

"Lo so. È fantastico," dice Stiles. Riusciva a sentire il cazzo di Derek che sfregava contro il suo attraverso i vestiti, e questo gli faceva formicolare la parte bassa della schiena. Si sposta un po', sperimentando, e la mano di Derek scivola sul suo sedere e preme, tenendoli insieme. Derek emise un suono aspro dalla gola che accese ogni terminazione nervosa nella parte inferiore del corpo di Stiles. Stiles stava già iniziando a superare la sua paura del cazzo.

Poi sente la porta della camera di suo padre aprirsi - grazie a Dio per quel cardine che cigola - e Derek sussulta e sibila: "Merda! Tuo padre!" ma Stiles si sta già arrampicando sul letto, scalciando i piedi sotto le coperte e tirandoli su.

Derek gli lanciò il cuscino di Stiles, colpendolo in faccia, proprio prima che il padre di Stiles battesse con le nocche sulla porta di Stiles e poi la aprisse. "Siete svegli ragazzi?"

"Sì!" disse Stiles, forse un po' troppo allegramente. Si siede, con il cuscino comodamente in grembo, e accende la lampada accanto al letto, che inonda immediatamente la stanza con un livello di luce quasi doloroso. Sul pavimento, Derek geme e si tira la coperta sopra la testa.

"Credo che prima andrò a farmi una doccia," dice Stiles, guardandolo socchiudendo gli occhi.


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A metà strada tra Beacon Hills e Sacramento, Stiles tira fuori un sacchetto di Cheetos dal suo zaino. La colazione dei campioni.

Prima ancora di aprirlo, Derek glielo strappa di mano e lo lancia dal finestrino.


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Stiles ha quasi due esaurimenti nervosi durante il torneo statale, che Derek riesce a evitare entrambe le volte con un generoso uso di morbidi pretzel e baci dolci.

"Andremo alle regionali," Stiles mormora contro la bocca di Derek. Il torneo è finito e Stiles sta cavalcando una vittoria così intensa che riesce a malapena a stare fermo. Derek lo stava aiutando in questo, accalcandosi contro la sua parte anteriore. Così premuroso.

Sono rannicchiati insieme in una piccola alcova vicino ai bagni, prendendosi un minuto per festeggiare da soli. Il tipo di celebrazione che implica molta lingua. I loro genitori sono fuori nell'atrio con il resto degli adulti, e dopo questo usciranno tutti per una cena celebrativa.

Derek trascina la punta del naso lungo la mascella di Stile. "Mmmm. Sarà meglio che passi di nuovo la notte prima di partire. Per ogni evenienza," dice contro l'orecchio di Stiles, avvolgendo le mani attorno ai fianchi di Stiles. La sua voce suona più profonda del solito, e fa rizzare i capelli sulla nuca di Stiles.

"Sì, faresti meglio," concorda Stiles, un po' senza fiato.

Derek si mosse per baciarlo di nuovo, ma poi fece invece un rapido passo indietro, mettendo un po' di distanza tra loro, quando dei passi si avvicinarono, nel caso fosse un insegnante o un genitore. È solo l'impiegato dell'hotel e passa senza nemmeno guardarli.

"Falso allarme," dice Derek, mentre Stiles infila le mani nelle tasche della giacca di Derek per avvicinarlo di nuovo. Le sue dita trovano un pezzo di carta piegato in una delle tasche.

"Che cos'è questo?" chiede, tirandolo fuori, poi si rende conto che è la pagina del quaderno di matematica che ha dato inizio a tutto. Derek lo ha portato in tasca per tutto questo tempo.

Lo apre e lo appiattisce contro il petto di Derek in modo che possa guardarlo di nuovo. Se Derek non l'avesse lasciato cadere, e se Stiles non l'avesse raccolto, probabilmente non sarebbero qui in quel momento. Stiles ha molto per cui ringraziare questo pezzo di carta, pensa, mentre il suo dito traccia gli scarabocchi. Riconosce le equazioni, lo squalo, le lettere a bolle. E questa volta riconosce l'altro disegno, la parte posteriore della testa di un tizio.

È lui.

"Quello sono io," dice Stiles, sbattendo le palpebre guardando il disegno.

Sembra impossibile che non se ne sia accorto la prima volta, perché è chiaramente lui. I suoi capelli, le sue orecchie, la lentiggine sulla nuca che sua nonna una volta aveva cercato di togliere perché pensava fosse fango, perfino lo strappo logoro sul colletto della camicia che si rifiuta di buttare via perché è la sua preferita. Derek notò ogni dettaglio, lo catturò alla perfezione, probabilmente dedicò tanto tempo a loro quanto alle equazioni.

Si accende un'altra lampadina.

"Ecco perché eri così sconvolto che ho trovato questo," dice Stiles, guardando negli occhi divertiti di Derek. Può sentire il cuore di Derek battere sotto il foglio. "Non eri fuori di testa perché ho visto i calcoli. Eri fuori di testa perché ho visto me."

"Beh, sì," dice Derek, la bocca che si curva in un sorriso mentre abbassa la testa per baciare di nuovo Stiles, lentamente e dolcemente. "Riguardava sempre te."





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e siamo arrivati alla fine anche di questa storia, da una parte ovviamente sono contenta poi dall'altra mi sale sempre un po di malinconia quando posto l'ultimo capitolo🧊
spero veramente che vi sia piaciuta come è piaciuta a me (un sacco) e che vi siate innamorate di questo derek cucciolone 🧸
se vi va lasciate qualche commento che mi mettono di buonumore 🍓🍓
<3





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