capitolo 5

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Quella mattina non volli andare a scuola non dopo la sera scorsa, anche se mi ripetevo che non era successo, nulla mi ero solo addormentata. Prima di andare a scuola mandai un messaggio a Margotte erano passate 24 ore e non si era fatta sentire in 12 anni che la conoscevo non era mai successo.

Dove sei? Sei morta? Ti ho chiamata 10 volte richiamami!!

Aspettai Margotte qualche minuto davanti a scuola con la speranza che mi raggiungesse , ma non fu così. Arrivata in classe andai a sedermi al mio posto salutando a denti stretti Mattia a causa dell'imbarazzo per la sera scorsa

''Ciao, Bella, dormito bene?'' Mi chiese con ironia era quasi divertito per l'episodio della sera prima

''Si. Ma tu come facevi a sapere dove abito?''

''Quel pomeriggio del parco ti ho vista rientrare a casa, visto che io per andare a casa mia devo passare davanti la tua'' Annui non ero in vena di parlare non solo per l'imbarazzo che provavo ma anche perché ero preoccupata per Margotte, così decisi di andare a parlare con Tommy ma neanche lui seppe dirmi che fine avesse fatto la sua fidanzata. Così decisi che in pomeriggio inoltrato sarei andata a casa sua. Mentre mi dirigevo a casa della mia migliore amica ebbi un brutto presentimento anche se non sapevo il motivo... Bussai più volte finche non venne ad aprirmi Margotte.

Me la ritrovai davanti a me era quasi irriconoscibile, capelli legati in una coda trasandata con a la tuta consumata dal tempo, aveva occhi gonfi e con occhiaie. Strano per una ragazza come lei perché utilizzava il correttore anche per rimanere a casa da sola ''Margotte'' fu l'unica cosa che riuscii a dire non sapevo cosa dire ero immobile davanti a lei.

"Bella.. non puoi capire'' disse tirandomi dentro casa mentre le lacrime iniziarono a rigarle il viso. Non sapevo perché piangesse ma veedendola così le lacrime iniziato a pizzicarmi gli occhi.

Ci dirigemmo nella sua stanza, mi fece sedere sul letto e prese una cartellina rossa con una scritta che non riuscii a leggere a causa della velocità con la quale la buttò a terra. Mi pose una cartellina più piccola bianca lucida con una scritta blu Reparto di ginecologia non riuscii a continuare la scritta a causa delle lacrime che iniziarono ad appannarmi la vista. Avevo capito ma pensavo che fosse la mia fertile immaginazione. All'interno della cartellina c'erano numerosi fogli i quali ignorai a causa della mia ignoranza in campo medico. Presi un foglio piccolo sul quale c'era un cartoncino nero e grigio, era simile alla mia lastra della schiena. I miei occhi andarono nella direzione di Margotte che ricominciò a piangere. Abbassai gli occhi e continuai a guardare l'ecografia chiedendomi se dovessi complimentarmi con la futura Mamma.

''Di quanto sei?'' seppi subito che quella non era la frase che Margotte si voleva sentir dire da me ma fu l'unica cosa che riuscii a dire..

''Poco 12 settimane.. Tre mesi per intenderci'' Disse abbassando lo sguardo riprendendosi l'ecografia dalle mie mani

''I tuoi lo sanno?'' Altra domanda stupida ma il mio cervello non riusciva a ragionare in modo lucido Margotte si limitò ad annuire.. ''Tommy?'' Ecco brava Bella una domanda decente

''No.'' si limitò a dire mentre riprendeva i fogli e li metteva dentro la cartellina rossa, finalmente riuscii a leggere la scritta Ginecologo. Mi alzai di scatto la guardai dritta negli occhi.

''Ma sei matta?! Aspetta Tommy non è il padre di lui?'' Dissi indicando la pancia di Margotte

''Certo che è lui il padre! Ma i miei genitori vogliono che vada ad abitare con mia zia''

''Non so cosa è peggio se Tommy non sa che sarà padre o tu che gli proibisci di esserlo! E POI PERCHE' VAI AD ABITARE CON TUA ZIA??'' Non riuscii a controllare la mia rabbia, anche se mi accorsi subito di aver superato il limite.

''Bella cazzo calmati! I miei sai quanto sono religiosi, non vogliono far vedere che la loro figlia sia rimasta incinta fuori dal matrimonio e sono pure minorenne!''

''Prima cosa fra due giorni compi 18 anni, secondo sai quanti bambini nascono fuori dal matrimonio? I Miei genitori si sono sposati quando io avevo 5 anni.. e poi è una decisione che spetta ai genitori del bambino non ai tuoi! Poi quando dovresti partire? La scuola? Tommy? Io? il bambino crescerà senza un padre?'' Espresse queste domande iniziai a piangere anche io.

''Bella'' Iniziò a piangere e mi abbracciò forte. Non sapevo cosa fare!

''Ho un'idea Margotte, se i tuoi non vi vogliono tra le palle potreste venire a casa mia, tanto mio padre non c'è mai!'' Sulle labbra di Margotte spuntò un sorriso timido nel sentire il plurale che avevo utilizzato nella mia frase.

''Bella, per favore non fare la stupida sappiamo entrambe che non è una cosa fattibile, poi io andrei da mia zia Carol che mi aiuterebbe con il bambino, continuerei gli studi e andrei all'università. Vedi piccolo (abbassò lo sguardo verso la pancia) con chi ho dovuto condividere la mia vita per 12 anni.. Lei è la tua futura zia!'' Quando sentii che mia aveva chiamato zia iniziai a piangere la mia migliore amica diventerà madre io non ci sarò per sostenerla.

''Quando te ne andrai?'' Avevo immaginato il mio futuro ma nelle mie fantasie non c'era che lei sarebbe rimasta incinta a 18 e se ne sarebbe andata via. Per quanto? Sarebbe tornata?

''Dopo domani.. Domani devo romper con Tommy.. mi inventerò una scusa e partirò''

Mi avvicinai per abbracciarla e le dissi quello che pensavo anche se era brutto.. dovevo eravamo sorelle visito che entrambe eravamo figlie uniche.. ''Margotte sei una merda te ne vai e privi a un bambino un padre e a Tommy un figlio. Quando sarà grande e ti chiederà del padre cosa gli dirai?''

Quando Margotte sentii le mie parole iniziò a piangere ''Lo so ma sai come sono fatti i miei genitori. Ti fermi a dormire?'' Mi sciolsi dall'abbraccio guardandola dissi ''Se entriamo in tre..'' Scoppiai a ridere e Margotte ridendo annuì. Andammo a dormire non avevamo fame perché entrambe sapevamo che nonostante le promesse che ci saremmo fatte lei non sarebbe mai tornata in questa cittadina e non saremmo state come prima anche se ci saremmo sentite tutti i giorni.. non sarebbe stata la stessa cosa ma ci illudevamo che le nostre paure non si sarebbero mai avverate. Dopo numerosi pensieri sulla nostra amicizia mi abbandonai in un sonno profondo.

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