capitolo 6

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Ci svegliammo e ci preparammo per andare a scuola non parlammo durante la colazione e quando la mamma di Margotte le ricordò di preparare la valigia appena sarebbe tornata a casa io mi alzai presi la mia borsa e me ne andai senza dire nulla, sapevo che mi ero comportata da cafona ma la mia migliore amica, la mia sorella non biologica stava per andare dall'altra parte del paese non sapevo per quanto tempo, mia madre se n'era andata anche lei, mio padre tornava tardi la sera, non credetti più alla scusa del lavoro, non riuscivo più a toccare cibo e dovevo rimanere impassibile? Avevo solo 17 anni anche se fra qualche giorno avrei compiuto la maggiore età mi sentivo ancora piccola e bisognosa di aiuto e protezione come quando da piccola andavo nel lettone dei miei genitori quando pioveva tropo forte. Adesso quel lettone non esisteva più e forse era anche giusto ma non per me. Margotte mi raggiunse e andammo a scuola e durante il tragitto non parlammo . Tommy appena vide Margotte le andò incontro preoccupato visto i giorni di completo silenzio. Mi sedetti vicino a Mattia cercando di non guardare Margotte.

''Bella stai calma andrà bene'' Mattia mente iniziò a parlarmi mise la sua mano sopra la mia.

''Come?'' Non riuscivo davvero a capire lo scopo di quella frase

Mattia mi prese il mento e mi alzò il volto ''Qualsiasi sia il motivo per cui sei triste.. Andrà bene, e se non dovesse accadere ci sono sempre io'' Disse guardandomi negli occhi e mi sorrise quant'è bello quando sorride.. Lo guardai e mi rifugiai nuovamente tra le sue braccia ci sarebbe veramente stato o era solo una frase di cortesia? Perché se anche lui mi avesse mentito come fece qualcuno in passato non mi sarei ripresa non se dovessi appoggiarmi a lui. Mattia rispose alla mia domanda inespressa senza sciogliersi dal nostro abbraccio ''Dico sul serio Bella.. Ci sono se hai bisogno di me..'' Nel sentire queste parole lo strini ancora più forte e per un secondo pensai potesse essere vero, che il passato potesse essere cancellato e ricominciare, ma il passato non si cancella.. forse è meglio perché è sempre lì a ricordarci degli errori da non ricommettere. La lezione passò molto lentamente Mattia ogni tanto si girava per guardare come stessi ma io guardavo solo Tommy e Margotte, non si guardavano nemmeno in faccia non seppi mai quando Margotte gli prose la balla per la quale si lasciarono. Uscii da scuola e aspettai Margotte facemmo la strada di ritorno in religioso silenzio. Arrivati al portone di Margotte le chiesi quando sarebbe partita lei me lo disse sperando che io l'andassi a salutarla all'aeroporto. Ci salutammo e me ne andai. Passai tutto il pomeriggio a pensare a Margotte e se dovessi andarla a salutare, ma pensai che era meglio lasciarsi con il Ciao detto davanti casa sua come se il giorno dopo ci saremmo riviste anche se non era così. Non riuscii a dormire tutta la notte pensai che se non fossi andata da lei me ne sarei pentita per tutta la mia vita. Mi misi un pantaloncino e maglietta a amiche corte, uniche cose a portata di mano. Uscii di casa ed erano le 06:00 mio padre non era ancora tornato a casa. Arrivata all'aeroporto corsi per salutare Margotte prima che partisse.

''MARGOTTE'' Si girò e mi vide mi venne incontro ci abbracciammo scoppiammo a piangere.

''Mi devi promettere che ogni mese mi mandi una foto del pancione, del bambino o bambina mi devi chimere quando lo battezzerai, verrò quando compierà 1 anno, voglio il video quando dirà mamma, i primi passi, e insegnali che sono la unica zia e gli vorrò bene anche se non gli sono vicina fisicamente!'' Ricominciai a piangere.

''Non ti preoccupare a questa bambina le insegnerò a essere forte come lo è stata la zia! Le racconterò di te e dovrò spiegarle perché si chiamerà Isabella'' Ci stringemmo in un'abbraccio che esprimeva più di mille parole, saremmo rimaste amiche per sempre perché lei c'è sempre stata. Mi sciolsi dall'abbraccio e le diedi un pacchettino incartato ''Auguri'' dissi guardandola dritta negli occhi pieni di lacrime.

''Pensavo te ne fossi dimenticata!''

''Come potevo dimenticarmi dei tuoi 18 anni? La vecchietta sei tu non io!'' Ci abbracciammo e io la vidi girarsi e andarsene. In quel monto mi sentii sopraffatta dalle emozioni erano solo le 07:45 di un mattino di metà ottobre e io avevo salutato la mia migliore amica e la mia futura nipotina,Isabella, avevo fame, freddo e sonno. Mi vennero in mente tutti i giorni più belli che avevo passato con lei.. Anche i più brutti sopratutto questo non me lo sarei mai scordata.. Non mi ricordai quale autobus avessi preso ,ma non me ne importò mi sedetti a terra appoggiando la testa sulla vetrata fresca per alleviare l'emicrania a causa della mancanza di sonno e la fame. Chiusi gli occhi e lasciai che le lacrime mi scendessero. Dopo qualche minuto aprii gli occhi e mi ritrovai Mattia davanti. Era bellissimo anche la mattina presto io invece avevo gli occhi gonfi a causa delle troppe lacrime versate e una coda spettinata rimasi a guardare per qualche minuto quel ragazzo bellissimo che per la seconda volta mi vide piangere.

''Che ci fai qui'' Chiesi mentre mi asciugavo le lacrime

''Margotte mi ha mandato un messaggio sapeva che avresti avuto bisogno di qualcuno'' Mentre mi parlò si tolse la felpa color crema e me la diede, lui rimase con una maglietta bianca a maniche corte e un jeans nero.

''Non ho bisogno del tuo maglione'' Invece si morivo dal freddo mi ero messa dei pantaloncini e una maglietta leggera per fare prima, abbigliamento non adatto a una mattina di metà ottobre.

''Prendi il maglione e non fare la bambina'' Mi disse mentre si inginocchiò per stare alla stessa altezza visto che non avevo la forza da alzarmi da terra.

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