Quando finalmente arrivarono al locale, le prime a balzare giù dall'auto furono Martha, Brianna trascinate da una divertita, sicuramente brilla ed eccessivamente allegra, Zoey.
Stephanie, al contrario, rimase in auto qualche secondo in più.
Nonostante sentisse, finalmente, i primi veri effetti dell'alcol, la conversazione avuta poche ore prima con Adrian e il pensiero che un poliziotto fosse in casa sua non abbandonavano la sua mente.
Approfittando dell'istante di solitudine, visto che anche Adrian era sceso dalla vettura, ne approfittò per prendere un respiro profondo, sistemarsi il soprabito, e bere l'equivalente dell'ultimo bicchiere dalla bottiglia portata da Martha.
A quel punto, con sguardo serio e atteggiamento composto, Adrian fu davanti alla sua portiera. Prima che potesse fare nulla, lui le aprì lo sportello invitandola ad uscire con un cenno del capo.
Stephanie ridacchiò del comportamento. Fece per uscire e, appena mise un piede fuori, la mano di Adrian si allungò subito verso di lei.
Stephanie si fece aiutare volentieri, visti i trampoli che era stata obbligata a indossare.Il gesto attirò su di loro numerosi sguardi. Adrian se ne accorse, fissando di rimando la ragazza. E quando la vide non curarsi di quell'attenzione, sorrise. Capì che gli aveva mentito all'università. Non era vero che si sentisse a disagio con l'attenzione focalizzata su di sé. Non che non avesse già intuito che, tra le pagine dorate della famiglia Walker, ci fosse quale mistero. Mistero che, in gran parte, condizionava così tanto il comportamento della giovane.
Ma, la sua era solo una supposizione di fatto. Il comportamento più rilassato di Stephanie poteva essere indotto dall'alcol, come gli suggerivano anche le risatine e i piccoli urletti che si scambiava con le amiche. Eppure, dentro di sé, sentiva che c'era qualcosa sotto.Ma non era il momento a pensare a questo. Stephanie era stata trascinata dalle amiche all'ingresso del Glum.
L'uomo chiuse in fretta e furia l'auto, assicurandosi che non corresse rischi a lasciarla li, e si apprestò con le ragazze a entrare nel club.Il Glum era un club di una particolare eleganza.
Il locale era situato in centro città, all'interno di una delle palazzine storiche, il che gli conferiva una certa solennità e importanza. Dall'esterno si potevano vedere lampeggiare le luci all'interno del locale, e la musica fuoriusciva come ovattata. Ad accoglierli e guidarli all'entrata, vi era un tappetò bordò ornato sui lati da una drappeggio dorato. Questo era poi ulteriormente delimitato da delle eleganti transenne, costituite da due pali in oro e legate da una spessa coda rossa. E, alla fine del percorso obbligato, ad attendere il piccolo gruppo vi erano due uomini.
Uno che controllava due grandi registri, in cui annotava e controllava rispettivamente chi entrava nella sala principale e poi ne usciva, e chi invece aveva accesso esclusivo al privè. L'altro uomo invece, alto e grande quanto un armadio, con gli auricolari bianchi appena distinguibili sulla sua figura, era il buttafuori.Le ragazze percorsero il tappeto rosso, quasi pavoneggianti, di fronte alle persone che si accalcavano oltre i divisori.
Una volta arrivate, forniti i documenti ed essersi fatte apporre un timbro sulla mano, finalmente entrarono nel locale.La forte musica del club riempì subito le loro orecchie. Adrian storse il naso davanti a tale fragore, e dovette socchiudere gli occhi prima di riuscire ad abituarsi alla luce.
Il Glum era costruito su due piani. Il primo piano, a cui loro avevano accesso, era costituito da una pista da ballo illuminata con vari led che cambiavano colore al ritmo della musica. In fondo alla sala vi erano numerosi divanetti, con annessi tavolini, costantemente riforniti di alcol da parte di succinte e succinti ragazzi e ragazze.
Proprio al centro della sala, circondata dai pilastri portanti dell'edificio, aveva sede l'angolo bar. Che più che un angolo bar sembrava un'intera stanza, oltre il quale lavoravano una quindicina di barmen. Proprio sopra di esso, in una stanza completamente in vetro, vi era l'ufficio del proprietario. Disseminati qua e là per il locale, specialmente vicino alle scalinate a chiocciola laterali che conducevano alla zona privè, vi erano i vari cubi per le cubiste e non.
Il soffitto, infine, era completamente ricoperto da piccole luci che disposte a cerchio conducevano a un grande e maestoso lampadario a cascata che fungeva da disco ball.
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Bodyguard
ChickLitA New York, pochi sono i nomi che contano davvero qualcosa. Che sono sempre al centro dell'attenzione, che difficilmente passano inosservati. Uno di questi è proprio quello dei Walker. E nessuno sa cosa significhi essere un membro di questa famigl...