Capitolo 19.

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Capitolo dedicato a @hemmingsmakesmedie ♡

-Uffa, hai vinto!- Borbottò Emily, incrociando le braccia sotto il seno.
Aveva sfidato Klaus al tiro delle lattine, una delle postazioni che piaceva tanto ad Emily.
Non era una frequentare dei lunapark, ma quel gioco le era sempre piaciuto.
Bastava avere una buona mira e pazienza, e poi tanta tanta fortuna.
Klaus aveva accettato con un sorrisetto, e l'aveva semplicemente stracciata.
Aveva tirato dieci tiri di fila, con velocità e mano ferma, senza nemmeno sbagliare un colpo.
Emily aveva spalancato gli occhi, sbigottita.
Lei ci aveva impiegato ben dieci minuti e ne aveva sbagliati ben quattro di tiri.

-Fortuna.-Rispose laconico Klaus, alzando le spalle.
Poi afferrò il gigantesco orsacchiotto rosa, che aveva vinto come premio, e lo contempló con disgusto.
Non proprio il genere di oggetti che piacevano a lui.
Lui era un ragazzo semplice, tanto che camera sua era priva di qualsiasi oggetto considerato da lui troppo appariscente.
Sul comodino aveva solamente la sveglia, un pacco di fazzoletti e la lampada. Naturalmente, le pareti erano bianche e senza nessun quadro o disegno ad adornarle.
-Tienilo tu, se vuoi. Sennò lo butto nel cestino più vicino.-Borbottò il tedesco, allungando il peluche alla ragazza.
Emily sorrise, prendendo il grosso orsacchiotto e lo abbracciò.
Era stupido da dire, ma quasi il pensiero di abbandonare l'orso in un cestino la rattristava.
-È tardi, dobbiamo andare via.-Continuò Klaus, osservando con un sorriso sbilenco la ragazza abbracciare il peluche.
Poi, si incamminó verso l'uscita, con il suo passo veloce e spedito. Emily arrancava dietro di lui.
Ma come faceva quel ragazzo ad essere così veloce?
-Klaus!-Lo richiamó, poggiandosi le mani sulla pancia.
Il ragazzo si bloccò e si girò a guardarla.
-Certo che sei lenta, Emily.-Sbuffó il ragazzo, raggiungendola.
Con una smorfia, le prese fra le mani l'orsetto, lo appoggió a terra, e poi si caricó la ragazza in spalletta.
La brasiliana sbatté gli occhi, presa di sorpresa.
Klaus era un ragazzo freddo e distaccato, non c'erano dubbi, come era piuttosto ovvio che lui odiasse i contatti fisici.
E perché allora si era offerto di trasportarla in spalletta? Neanche Klaus lo sapeva.

Fu un viaggio piuttosto veloce.
I due ragazzi stettero in silenzio per tutto il tempo, ma entrambe le loro menti erano in azione.
Emily pensava costantemente al perché Klaus fosse così misterioso.
Klaus, invece, pensava costantemente al perché Emily fosse così pura.
Erano così diversi, e inconsciamente, non facevano altro che attrarsi.

Quando Klaus la depositó davanti a casa Da Silva Santos, per prima cosa le consegnò il peluche. C'era il rischio che se o teneva ancora per molto in braccio avrebbe rigurgitato la colazione.

Senza dire una parola, fece un cenno di saluto ad Emily e giró i tacchi.
Nonostante la ragazza si fosse abituata a quell'atteggiamento, non poteva sopprimere il suo istinto impulsivo che spesso veniva a galla.
Molló il peluche sul marciapiede e corse ad abbracciare il ragazzo, che rimase pietrificato dal contatto fisico.
Cercò in tutte le maniere di sciogliersi e di non sembrare un pezzo di legno, ma i suoi sforzi rimasero vani.

-Grazie.-Sussurrò Emily, in un orecchio del ragazzo, che non riuscì a trattenere un sorriso.
Fu questione di una manciata di secondi prima che questo scomparve del tutto, quasi facendo dubitare ad Emily dell'effettiva esistenza.
La ragazza gli diede un leggero bacio sulla guancia, e Klaus lottando contro la voglia pazza di toccarsi il punto in cui le sue labbra l'avevano toccato, si allontanò dalla fonte della sua confusione, con ancora nelle narici il profumo di Emily.

-Klaus, tra pochi giorni parto per Formentera. Verresti con me?- Domandó la ragazza, a gran voce.
Si morse subito la lingua per tale esagerazione e soffocó l'impulso di voler scappare a gambe levate.

The last match (sequel of Ineffable) « Neymar JrDove le storie prendono vita. Scoprilo ora