Universo di Alita
Tra le macerie di Iron City, sotto il maestoso spettacolo di Zalem che si stagliava nel cielo al tramonto, Alita si muoveva agilmente come una creatura nata dalle stesse leghe della città. La luce del sole moribondo colorava Zalem con sfumature dorate, mentre la città sospesa iniziava a illuminarsi, trasformando le sue torri in stelle distanti.
In questa landa surreale di detriti, Alita si trovava circondata da un labirinto di metallo contorto, un mondo di rottami e vecchie macchine abbandonate. Il cielo sopra di lei era una tavolozza di colori strani, illuminata da bagliori elettrici provenienti da Zalem. Il vento sibilante tra le crepe delle macerie creava una melodia dissonante, interrotta solo dal suono dei suoi passi veloci tra i resti del passato.
Un esplosione seguita da un bagliore insolito catturò la sua attenzione. Una sorta di squarcio luminoso si aprì nel cielo sopra di lei. Alita si lanciò verso l'origine di quell'apertura misteriosa, attraversando i detriti senza esitazione. Quando raggiunse il luogo dello squarcio, vide il corpo malconcio di un androide, ridotto a un ammasso di pezzi contorti. La testa, però, sembrava incredibilmente intatta.
Il crepuscolo filtrava attraverso le crepe dei detriti, creando giochi di luce e ombra sul volto di Alita mentre teneva tra le mani la testa dell'androide. Le sue dita scorrevano delicatamente sulla superficie fredda del viso che imitava perfettamente la pelle umana, i suoi occhi brillavano di meraviglia e curiosità. "Chi sei tu?" sussurrò, come se l'androide potesse risponderle.
Nel silenzio rotto solo dal crepitio dei rottami intorno a lei, la voce morente emise un gemito appena udibile: "Nine E...s..." Un brivido le percorse la spina dorsale mentre sentiva le parole dell'androide.
Prese il corpo che giaceva lontano dalla testa e lo mise con attenzione in un enorme sacco che aveva portato con sé. "Sei incredibilmente pesante! Non ho mai visto un modello del genere," ripeté, con meraviglia mescolata a una certa cautela nel suo sguardo deciso.
Le luci dei neon proiettavano un bagliore tenue nel crepuscolo, mentre il rumore della città si attenuava alla sua altezza. Da dove si trovava, Iron City sembrava un intricato labirinto di strade e edifici, un'enigmatica fusione di acciaio e cemento che si perdeva all'orizzonte.
Alita si sentiva isolata, perseguitata dalle parole morenti dell'androide. Si diresse verso il laboratorio di Dyson Ido, il suo padre adottivo e rispettato scienziato, sperando che potesse offrirle qualche spiegazione in più. Nel buio della notte, il vento sussurrava tra gli alti edifici, portando con sé echi di vita e segreti sepolti.
Universo Marvel
Nell'angolo più sperduto dell'universo, Knowhere sorgeva come una gemma iridescente, una città costruita dentro il cranio vuoto di un Celestiale. Palazzi intricati spuntavano come cristalli tra le crepe, mentre creature aliene vorticavano per le strade, provenienti da civiltà lontane e storie ancora più lontane.
Nel caos e nell'eccitazione di Knowhere, mentre Rocket si dedicava al suo lavoro con feroce concentrazione, Drax si avvicinò al gruppo con il suo solito entusiasmo imbarazzante. "Guardate, Rocket! Quel procione potrà avere mani piccole, ma il suo cervello è grande quanto un'arancia!" esclamò, sbattendogli una mano sulla spalla con gioia contagiosa.
Rocket gli lanciò uno sguardo tagliente. "E tu hai un cervello grande quanto un pianeta, ma non vedo tracce di intelligenza!" rispose sarcastico, facendo roteare un attrezzo tra le dita.
Mantis, con la sua innocenza infantile, intervenne con una riflessione apparentemente profonda. "Rocket, in un certo senso, il cervello di Drax potrebbe essere grande come un pianeta. Dopotutto, è pieno di spazio inutilizzato!"
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Avventura interdimensionale
FanfictionIn un'epica avventura attraverso universi paralleli, il Decimo Dottore di Doctor Who, insieme ai Guardiani della Galassia, Alita (da Alita: Battle Angel) e 2B (da NieR: Automata), si trovano ad affrontare una lotta contro il tempo. Il loro compito è...