Avventura interdimensionale

Capitolo 6 - Boss Fight

La battaglia si svolgeva lontana dalla città di Iron City, sotto un cielo mattutino carico di tensione Mentre le macchine rimaste tentavano di resistere alla difesa degli eroi. Drax, con Alita al suo fianco, si avventurava audacemente, demolendole con la forza brutale che lo contraddistingueva.

I due neo alleati incarnavano l'armonia degli opposti, come lo yin e lo yang o il giorno e la notte: Drax con la sua formidabile potenza distruttiva e Alita con la sua grazia letale. Uniti, creavano una coppia di alleati che combatteva con un affascinante gioco di contrasti.
Gamora e Nebula, d'altro canto fiancheggiavano il Dottore, muovendosi con precisione letale.
Dotata di un acuto senso tattico, Nebula penetrava nella mischia con una precisione calcolata. La sua mente affilata analizzava rapidamente i modelli di attacco delle macchine, individuando punti deboli nei loro schemi dando un feedback al Dottore e a Star Lord i due leader congiunti della squadra.

Tenendo saldamente nelle mani i suoi blaster elementali, Peter Quill dimostrava abilità da combattente esperto mentre si univa agli sforzi del gruppo per attirare la minaccia meccanica verso eat, lontana da Iron City.
Con la sua maschera avanzata che forniva informazioni tattiche e protezione, Star-Lord coordinava le mosse della squadra. La sua visione avanzata, al pari di Nebula gli permetteva di valutare la situazione e identificare i punti deboli delle macchine avversarie.

Gamora, con la sua maestria nelle arti marziali, si muoveva agilmente tra le macchine, sfruttando la sua abilità nel combattimento ravvicinato per infliggere colpi precisi e letali. Le sue mosse erano un mix fluido di potenza e grazia, un'esibizione di maestria nelle tecniche di combattimento che la rendevano una forza temibile contro le avversarie metalliche.

Un attacco coordinato e il Dottore si trovò circondato dalle macchine: per loro il signore del Tempo sembrava un avversario indifeso. Sebbene privo di abilità combattive sovrumane e privo di armi, manteneva una calma straordinaria, consapevole che la sua intelligenza e la sua abilità nel pensiero rapido erano i suoi strumenti migliori. Inoltre la sua esperienza nella Guerra del Tempo lo rendeva straordinariamente sicuro di se: quelle macchine in confronto ai Dalek erano poco più che un grattacapo. Le macchine piccole e goffe sparavano globuli di energia e quelle grosse tentavano di immobilizzarlo con attacchi corpo a corpo. Il Dottore, con agilità sorprendente, schivava ogni attacco, dimostrando che era tutt'altro che indifeso.
Come diversivo estrasse il suo cacciavite sonico, modificato da Rocket per l'occasione, e cominciò a emettere onde soniche che disturbavano i sensori delle macchine, confondendo la loro precisione e causando momentaneamente il caos tra le loro file.

Le due sorellastre si prepararono per un attacco combinato contro le macchine minacciose che avevano circondato il viaggiatore del Tempo. Le due guerriere, unite dalla determinazione di proteggere il loro alleato, si trovavano fianco a fianco, pronte a sferrare un colpo congiunto. I loro sguardi si intrecciarono, e un breve cenno d'intesa fu sufficiente a stabilire la loro strategia con uno sguardo eloquente.
"Siamo in due, ma dobbiamo muoverci come uno. Sii pronta a coprirmi".
Nebula, con le sue lame cibernetiche brillanti alla luce dell'azione imminente, annuì con determinazione: "Fai quello che devi fare, Gamora. Sarò dietro di te."

Con la sua spada lucente, la guerriera dalla pelle verde si lanciò avanti, eseguendo una serie di mosse fluide e potenti. Le sue lame scintillavano nell'aria mentre tagliava attraverso il metallo delle macchine, puntando con precisione ai loro punti deboli. La sua maestria nelle arti marziali si traduceva in un'azione veloce e letale, disinnescando una dopo l'altra le minacce meccaniche.

Nebula, dall'altro lato, impugnava le sue lame cibernetiche con ferocia.  Sfruttando la velocità e la sua agilità, corse con sicurezza lungo tutta l'altezza di 10 metri di una delle macchine più alte atterrando sulla cupola con grazia feroce. Le sue mani, potenziate dalle parti cibernetiche, afferrarono saldamente la superficie metallica.