Carter
Questa dannata ragazzina, nonostante la sua innocenza, con le sue battutine sempre pronte e quella lingua affilata, riesce a farmi esplodere la testa. Mi sfida, cerca di far uscire il lato peggiore di me, e dovrebbe darci un taglio, perché potrei presto perdere l'autocontrollo. E non sarebbe affatto piacevole, dato che suo fratello è diventato uno dei miei amici più intimi.
Non riesco a toglierle gli occhi di dosso, specialmente adesso, che sta ballando in compagnia di Keira, ondeggiando i fianchi stretti in un modo così sensuale da farmi pensare che non sia poi così pura come vuole far credere.
Quel coglione di Evans le si avvicina, le stampa un bacio sulla guancia talmente casto da costringermi a trattenere le risa.
Non sa proprio come conquistare una donna, non ne ha la minima idea, forse neanche la capacità. Tutte, anche le più santarelline, hanno bisogno di una spinta, di qualcosa che risvegli un po' di fuoco. Anche Stephanie.
«Potresti smetterla di essere così teso? Rilassati, cazzo» dice Kevin, rivolgendosi a Jordan, che non ha fatto altro che tener d'occhio sua sorella per tutta la sera.
«Già, non hai nemmeno voluto seguirci fuori per fumare, durante il taglio della torta e lo scarto dei regali» osserva Danny.
«È grande abbastanza, se vuole andare a letto con quel coglione...» replica Kevin, che però viene subito interrotto da un'occhiata torva.
«Non vuole, invece. E non lo farà» sibila Jordan.
Lascio risuonare una risata sincera, che costringe i tre paia di occhi a concentrarsi su di me, interrogativi.
Perciò espongo il mio parere. «Amico, guardalo, questo coglione non riuscirebbe a infilarsi dentro le mutande di una ragazza nemmeno tra mille anni. Cos'avrebbe di tanto eccitante?»
Jordan scrolla le spalle. «E che proponi di fare, allora?»
«Niente» rispondo. «Più cerchi di allontanarla da lui, più lei gli starà incollata al culo.»
Il biondo sembra rifletterci sopra, poi annuisce, seppur poco convinto. «Hai ragione, lo farebbe solo per ripicca.»
Gli sorrido e colpisco la sua spalla con una pacca amichevole. «Bene, adesso allora prova a divertirti.»
«Ho visto un gruppetto di pollastrelle mooolto carine, laggiù» esulta Kevin, e trascina Jordan con sé, entrambi con l'intenzione di fare scintille per tutta la notte, in compagnia di qualche ragazza.
Danny, invece, rimane al mio fianco e mi osserva con attenzione, studiandomi, mentre sorseggio lentamente un drink alcolico.
«Che c'è?» domando.
Si stringe nelle spalle. «Ti ho beccato, prima.»
«A fare?»
«A guardarla.»
Rido. «E quindi?»
«Quindi, dimmelo tu.»
Aggrotto la fronte. «Danny, non rompermi il cazzo.»
Incrocia le braccia al petto. «E che motivo avresti di incazzarti adesso?»
«Rolla una canna» mi limito a rispondere.
Perché vuole entrare nel mio cervello e confondermi, lo fa sempre, quando crede di avere ragione. Ma non ne ha. Non ho intenzione di dargli corda, perché non c'è niente di cui parlare. L'ho guardata, sì, e quindi? È bella, non si può negare, ma non ho alcun tipo di interesse, nessun secondo fine.
E per dimostrargli il contrario, afferro Vanessa e la conduco con noi, sulla terrazza all'ultimo piano. Quando il THC altera i suoi sensi, si mostra molto disponibile, anche più del solito. Anche se abbiamo avuto qualche divergenza, quando ha scoperto che mi sono scopato una delle sue amiche, so che mi ha già perdonato. Lo fa sempre.
Perché, proprio come qualsiasi altra persona, vuole solo il mio corpo. Non le interessa il mio cuore o tutto ciò che si cela nel profondo, nonostante cerchi di convincermi del contrario.
Danny, quando capisce di essere di troppo, ci lascia da soli, lanciandomi la sua solita occhiata contrariata. Non gli piace Vanessa, non gli è mai piaciuta, ma il mio interesse d'altronde è solo fisico.
A letto ci sa fare e non c'è niente di male nel volermi divertire.
Così la trascino in camera mia, striscio la tessera che mi è stata consegnata contro la barra elettronica che disattiva la serratura. Una volta dentro, non perde tempo e si libera del vestito striminzito che indossa.
«Sono impaziente, Carty» miagola, in un tono basso e provocante.
E, nonostante odi l'utilizzo del soprannome con cui si rivolge a me, lo ignoro e mi spoglio. Poi la spingo verso il letto e, sovrastandola, incollo le nostre bocche.
Mi posiziono tra le sue gambe, dopo aver indossato il preservativo. Lei dice sempre che non serve, che prende la pillola, ma non mi fido delle ragazze e delle loro intenzioni. Specialmente di Vanessa, che farebbe di tutto pur di avere l'esclusiva.
«Ti voglio sentire fino in fondo» geme, stringendo le labbra con troppo silicone tra i denti.
La accontento subito e con una spinta soltanto affondo dentro di lei, che è già pronta e bagnata per me. Questo mi eccita, mi piace sapere di essere la sua fonte di desiderio continuo.
Lei si aggancia alle mie spalle, spinge i suoi talloni contro le mie natiche, e urla di piacere. Lo fa sempre.
Affondo due dita dentro la sua bocca, per invitarla a fare più piano. Questo la fa bagnare ancora di più, spingendola verso il culmine dell'emozione.
Io non riesco a raggiungerla, invece, così decide di darsi da fare con la bocca. Agguanta il mio membro e, aiutandosi con un movimento esperto della mano, dopo dieci minuti buoni, mi porta al limite.
Lei si accascia al mio fianco, appagata, anche se non sembra mai averne abbastanza. Perché inizia a leccare il mio collo, ma la allontano prima di essere marchiato con un succhiotto troppo evidente.
«Mmh, non vuoi il secondo round?» mi chiede.
Scuoto la testa e infilo di nuovo i boxer, recuperandoli dal pavimento. «No, abbiamo finito, puoi andare.»
Vanessa mette il broncio, come una bambina capricciosa. «Non posso neanche restare a dormire?»
Scoppio a ridere. «Vuoi sentirtelo proprio dire?»
I suoi occhi da volpe roteano. «Va bene, stronzo che non sei altro.»
Dopodiché si riveste in silenzio, senza fare altre storie né curarsi di alzare la zip del vestito, che si limita a sorreggere con le braccia. Si dirige verso la porta dopo avermi lanciato un'ultima occhiata, sembra voler aggiungere qualcosa, ma poi ci ripensa e se ne va.
Perché lo sa come funziona con me, non è mai stata la mia ragazza, questo titolo se l'è scelto da sola. Non l'ho mai negato in pubblico, ma le nostre conversazioni sono sempre molto chiare.
Io non voglio una fidanzata.
Né ora, né mai.
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GAME OVER
Roman d'amourStephanie Dickens deve trasferirsi a Seattle, nella casa che suo nonno ha lasciato in eredità, una volta volato in cielo. Cambiare città non è un problema per lei, ha intenzione di continuare la sua vita come ha sempre fatto: nascosta nell'ombra di...