DARK SIDE // Minsung

XLVI

Tac tac tac tac...

Il ticchettio dei loro passi risuonava mentre si avvicinavano alla sala dove tutti il stavano aspettando, dietro di lui Hyunjin avvolto da vestiti in pelle, i capelli biondi decolorati da Felix contro voglia. La sua espressione seria rispecchiava quella di Min-ho che aveva schiarito i capelli e seguito Hyunjin nella scelta dei vestiti.

Spalancarono la porta dove all'interno calò il silenzio tra i sei ragazzi, tra cui Seungmin e Yeonjun, gli altri Min-ho li aveva già visti e con alcuni come San e Wooyoung c'aveva anche parlato. Hyunjin prese posto mentre Min sospirò spostando una sedia. Alzò lo sguardo verso tutti che prestavano attenzione aspettando che fosse lui a parlare.

"Lo sapete cosa ci aspetta vero?" fu la sua prima domanda restarono tutti in silenzio "Non è esattamente la vostra guerra, Luzbel è qui per me e non permetterà a nessuno di intralciare la sua strada... ma apprezzo che voi siate qui" Ognuno di loro aveva un motivo per lottare.

Seungmin era lì perché odiava i demoni primordiali e quello che facevano agli umani, Yeonjun semplicemente amava la terra e sperava di salvarla. Hyunjin era lì per Felix e per restare nella terra come Min-ho voleva lottare per la sua libertà e l'amore della sua vita.

"Due giorni fa sono arrivati in città i quattro vertici della gerarchia di angeli demoniaci" Min-ho se lo aspettava, sapeva che Luzbel sarebbe venuto a prenderlo con Azazel, Baku e Nabi. Era mentalmente e fisicamente pronto "Non aspetteremo che siano loro a trovarci, li inviterò io dentro questo palazzo abbandonato".

Hyunjin e Min-ho avevano vissuto proprio in uno degli appartamenti di quel grattacelo per il primo anno di vita sulla terra, ed era lì che avevano reso il loro rapporto così intimo e amichevole. La decisione di attirarli lì era stata presa insieme, dove tutto era iniziato doveva anche finire. Era lo stesso posto dove aveva portato Jisung per la prima volta, lo stesso luogo dove Hyunjin aveva vissuto quando era in vita, lo stesso luogo dove aveva assassinato sua madre per salvare la sorella.

"Che faremo quando arriveranno?" Beomgyu domando raggirando tra le dita un accendino, Hyunjin lo conosceva abbastanza da sapere che quel ragazzo era abbastanza pericoloso. Gentile con gli umani ma crudele con i demoni, con il fuoco giocava in casa elemento che riesce a controllare un abilità innata e inusuale per un demone di sangue misto. Nabi è sua madre e il suo sogno più grande distruggerla.

"Semplicemente ci dividiamo, sconfiggiamoli in gruppi sono più forti di noi non possiamo negarlo, ma se lavoriamo assieme possiamo sconfiggerli" tutti annuirono. Hyunjin si alzò dirigendosi verso la finestra, aveva ancora una cosa da fare prima di iniziare quella guerra.

"Ci vediamo sta sera" disse spiegando le sue ali e buttandosi nel vuoto. Min-ho sorrise, amava vedere la teatralità di quel ragazzo semplice "Sta sera daremmo inizio alle danze, chi non se la sente o ha paura di scomparire dalla terra e dagli inferi non è costretto a rimanere... scontrarsi con demoni primordiali di questo calibro ci può cancellare per sempre non scendete in campo se non siete sicuri di voler mettere in gioco la vostra esistenza" furono le ultime parole di Min-ho che estrasse dal pacchetto una sigaretta, Beomgyu gli lanciò l'accendino facendo uno scatto verso di lui.

"Aspettavo di uccidere quegli stronzi da una vita, Lee Min-ho grazie di averli attirati qui" sussurrò uscendo dalla stanza seguito da Yeonjun.

Fece uscire uno sbuffo di fumo mentre gli altri decisero di fare una ronda del posto per conoscerlo meglio. Rimasero solo lui e Seungmin. Il più piccolo faceva volteggiare in aria una pallina vecchia e leggermente bruciata, Min-ho riconosceva nei suoi occhi il vuoto che prima di conoscere Han provava anche lui e sorrise aspirando altro fumo nei polmoni.

"Ormai sono un demone da una vita, ma ricordo alla perfezione i primi giorni e il primo periodo... il vuoto, l'angoscia e la tremenda solitudine che sopprimono qualcosa che cerca irrefrenabilmente di tornare a vivere dentro di te" si passò una mano tra i capelli.