Cap 1: mio padre investe la vicina

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Elenapov

Da quando ho memoria ho sempre avuto solo mio padre. Alonzo Marks, un uomo alto e dal fisico maestoso giustificato dal suo amore per qualsiasi tipo di sport, come lavoro scelse l'allenatore di calcio ma continuava a praticare più di uno sport. Non è una sorpresa che a 12 anni ero già cintura nera grazie a lui, oltre le arti marziale mi insegnò a tirare con l'arco e provò a insegnarmi anche il combattimento con spada ma con scarso successo. Spesso pensavo volesse usarmi come sua assassina privata.

Per il suo lavoro cambiavamo spesso stato, non riuscivo mai a finire un anno scolastico nella stessa scuola, certo non potevo dare tutta la colpa a lui. Negli anni me ne sono capitate tante, qualche volta succedeva che pensavo qualcosa e quella succedeva, come quando non riuscivo a leggere una poesia e il bambino nel banco d'avanti a me inizio a ridere e tutti lo seguirono così immaginai che i suoi capelli prendessero fuoco e due secondi dopo i suoi capelli presero fuoco, diedero la colpa a me e mi cacciarono dalla scuola ma come potevo essere stata io?!

Altre volte fui cacciata per ragioni giuste come quando tagliai le trecce a un bambina perché si comportava da bulla, non li ho mai sopportati. Quella volta dissero a mio padre che forse mi serviva una "figura materna" e mi arrabbiai molto perché mio padre mi bastava non mi serviva qualcun altro e infatti non chiedevo quasi mai nulla di mia madre e mio padre non ne parlava molto, Ho solo 3 informazioni su di lei

-è una strega. Ma credo lo dica solo per offenderla perché ci ha lasciati soli.

-non ha i capelli rossi come i miei, quelli li ho presi da lui

-ha i miei stessi occhi neri.

Nell'ultimo mese ci siamo trasferiti in una cittadina vicino new york, Non molto grande e conveniente per mio padre che lavorava nella grande mela. Abbiamo affittato una piccola casa dal grazioso tetto blu, a due piani e con un grande giardino in cui papà aveva sistemato vari attrezzi da esterno come un canestro e un muro da arrampicata che aveva sistemato a fianco a delle rose bianche che ci avevano lasciato gli inquilini precedenti. La mia stanza era piccola e accogliente, aveva una finestra che dava sul giardino da cui riuscivo a vedere le rose bianche e quando c'era anche la luna, ho sempre sentito una connessione con la luna spesso mi sentivo al massimo dell'energia nelle sere di luna piena e restavo sveglia tutta la notte ad allenarmi o studiare.

Quando mi svegliai quel dì ero pervasa da un senso di pesantezza. L'ultima volta che capitò fu il giorno della morte del mio cagnolino Poe e prima ancora successe il giorno in cui un uccello enorme mi attaccò nel cortile della scuola; quindi, che gli psicologi mi scusino, ma mi salì un po' d'ansia. Controllai l'orario erano le 3 del mattino, mi capitava spesso svegliarmi nel cuore della notte, cercai di andare a dormire ma nulla così mi alzai e andai in cucina per mangiare qualcosa, speravo di trovare una fetta di pizza della sera prima e invece trovai un'ombra umana vicino la finestra, corsi ad accendere la luce e l'ombra scomparve. Andai per chiudere la finestra 

-Elena- impallidì, sembrò come se il vento mi stesse chiamando

chiusi la finestra della cucina mentre il mio cuore cercava il coraggio di continuare a battere. Quando mi girai una donna dai lunghi capelli neri mi fissava con i suoi occhi neri come la notte. C'era luna piena quella sera e sembrava come se la luce della luna esistesse solo per illuminare lei.

-figlia, non urlare-  mille pensieri pervasero la mia mente, così veloci che non riuscivo a percepirli completamente. Uno si bloccò, perché quella donna con una tunica d'orata e un cappello rosso da strega diceva di essere mia madre?

-non ho molto tempo, agli Dei non è concesso interagire direttamente con i propri figli-

-Dei?-   COSA STAVA SUCCEDENDO?!

Percy Jackson: La Luna NuovaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora