Elenapov
Mi risvegliai sulla panchina, scomodissima, della stazione del treno. Avevo la testa appoggiata alle gambe di un ragazzo sconosciuto. Mi alzai e cerci di mettere insieme i ricordi..la signora May.. Ecate.. mio padre. Mi guardai intorno cercando il familiare rosso dei capelli di mio padre ma vidi solo una ragazzina bionda che mi stava osservando con occhi tristi. Si avvicinò a me-sono Annabeth.. Grover, un nostro amico ti ha trovato ieri sera in assenza di coscienza in un auto, ti ha salvato la vita dandoti dell'ambrosia...tuo padre..-
-dii addio prima che sia troppo tardi- citai mia madre, iniziando a piangere. Mio padre era morto, per colpa di quella vecchiaccia-
-cosa?- mi chiese la bionda
-mia made mi ha avvertito-
-chi è tua madre?-
-Ecate- mi asciugai le lacrime
annabeth mi abbracciò, fu dolce, dovevo farle molta pena ma quando mi toccò la mia mente fu trasportata via e mi ritrovai in quello che sembrava un sogno vidi me annabeth e il ragazzo su cui stavo dormendo combattere insieme..sembravamo più grandi..prima di riuscire a capire contro cosa tornai alla realtà. Mi staccai bruscamente dalla bionda che sembrò quasi offesa
-annabeth...voi siete figli divini? -Ecate aveva detto che dovevo fidarmi dei figli divini, immagino intendesse figli di dei
-intendi semidei? Si, io sono figlia di Atena- ci fu un barlume di orgoglio nei suoi occhi
-anche lui?- indicai il ragazzo su cui stavo dormendo
Annabeth scosse la testa -lui è un figlio proibito-
-cioè? Nato da un tradimento?-
-più o meno-
Io ed Annabeth passammo l'ora successiva a raccontarci le nostre vite. Le raccontai di mio padre, di Ecate e della signora May e lei ricambiò raccontandomi di suo padre, di Luke e Thalia e della missione che avevano: ripulire il nome di Percy, il ragazzo su cui mi ero addormentata, riportando la folgore di Zeus sull'olimpo, unico problema è che non avevano la folgore e stava per scoppiare una guerra tra il padre di Percy, Poseidone e Zeus.
-ho sentito il mio nome?- Percy stava sbadigliando seduto dietro annabeth.
-ehi- dissi quando incrociai i suoi occhi, sembravano delle palle di vetro con dentro racchiuso l'intero oceano, si vedeva che era figlio di Poseidone.
-grazie per avermi salvato ieri notte, io sono Elena-
-io sono Percy, ma è stato Grover a salvarti- e indicò il ragazzo che stava correndo verso di noi con un barboncino in braccio
-lui è Grover- spiegò annabeth -è un satiro-
Il ragazzo mezzo capra, che a quanto pare parla con gli animali, ci raccontò che il barboncino al quale devo la mia vita, era scappato da una famiglia ricca che aveva offerto una ricompensa per il ritrovo del cane. Con quel discorso di soldi mi resi conto di non avere assolutamente nulla se non i vestiti che indossavo.
Portai io il cane ai suoi proprietari, a quanto pare Percy era ricercato per colpa del suo patrigno Gabe il puzzone, un aggettivo a detta sua fondamentale, gli altri due meglio se non veniva visti in giro, praticamente una banda di criminali. Ero comunque felice di essere accetta da quei 3 sconosciuti, sempre meglio di restare soli, l'unica persona che avevo era andata, per adesso la soluzione migliore era seguire loro.
Con il denaro per il barboncino non riuscimmo a prendere biglietti per Los Angeles ma solo per Denver, ce li facemmo andare bene.
Ci sedemmo in un posto a 4, Annabeth e Grover si addormentarono subito, Percy restò un po' a studiare una mappa e io mi appoggiai al sediolino e osservai la luna, mi chiesi se Ecate usasse la luna per osservarmi. l'unico genitore che mi restava era quello che non poteva avere a che fare con me. Sentì una lacrima bagnarmi il viso, l'asciugai velocemente
-Andrà tutto bene- Percy aveva l'area preoccupata e mi accorsi che stavo piangendo anche lui -so che è difficile da credere ma staremo bene- sembrava che parlasse con se stesso.
-Mi manca- dissi, da giorni mi portavo un vuoto dentro, mi sentivo vuota e tutto intorno a me sembrava solo un sogno o così speravo. -Mio padre è morto, la sua assenza sembra così surreale più di qualsiasi cosa successa nelle ultime ore- mi asciugai le lacrime che continuavano a calare
-Ti capisco, anche mia madre è morta per me, facciamo in modo che il loro sacrificio non sia vano-
Gli sorrisi, aveva ragione, dovevo vivere per mio padre.
-raccontami di lei.
-era una vera principessa, non meritava la vita che ha avuto.
Per l'ora successiva Percy mi raccontò di sua madre, sembrava una donna meravigliosa che si è sempre sacrificata per il figlio, poi mi descrisse il campo mezzo sangue degli altri semidei e della profezia che li aveva fatti partire.
-La profezia ha detto "non riuscirai a salvare ciò che è più importante" ho una paura bestia che parli di lei. Adesso era lui che piangeva e ripensai a tutto ciò che mi aveva raccontato, Percy era nella mia stessa situazione, gettato da solo in un mondo di Dei che non conosceva solo per qualche settimana in più di me.
Strinsi la sua mano
-andrà tutto bene. Gli dissi e asciugai una lacrima dalla sua guancia, fu un gesto spontaneo per cui mi vergognai due secondi dopo averlo compiuto -scusami, non dovevo toccarti buonanotte Perseus- mi girai dall'altro lato prima che potesse vedere il rossore che stava dilagando sul mio viso
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Percy Jackson: La Luna Nuova
Fanfic* la sto riscrivendo insieme al resto dei libri* LIBRO 1 PERCY JACKSON: La Luna Nuova Ciao a tutti, il mio nome è Elena. Si come quella di Troia. Sono una figlia di Ecate Questa è la storia di come ho scoperto chi sono davvero e come un ragazzo da...