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«Vedi...» Wooyoung sentiva il cuore in gola, aveva gli occhi di San incatenati ai suoi, con uno sguardo profondo che stava provocando una sensazione allo stomaco, stranamente piacevole, al più piccolo.

«So bene,» riprese a parlare il maggiore «che ti ho preso di mira per tantissimo tempo, fino alle scuole medie, so che ti ho fatto sentire uno schifo con te stesso e me ne vergogno tutt'ora...» prese un respiro profondo, mentre parlava gli tornavano in mente tutte le immagini di quanto male aveva fatto al moro in passato e gli fece sentire un dolore al petto non indifferente.

«Durante questi mesi di amicizia ho capito e scoperto molti aspetti di te: ami cucinare, se stai con persone che conosci poco o con cui avuto un brutto passato tendi a chiuderti a riccio ma basta qualche battuta per farti tornare il bel sorriso che hai e di cui non mi stancherei mai per nessun motivo al mondo e altre cose che da tutto quello che voglio dirti non mi vengono nemmeno in mente.» i due risero e poco dopo San riprese a parlare.
«Ricordo ancora il primo giorno di scuola... quando ti ho rivisto dopo 3 anni, io avevo tutti gli occhi addosso...tranne i tuoi, non capivo perché quello strano primino all'armadietto fosse l'unico a non guardarmi, poi quando ti ho riconosciuto in classe ho capito, come ho capito quanto in realtà volessi avvicinarmi a te invece che farti allontanare... quando ho incrociato il tuo sguardo... ho realizzato anche un'altra cosa...» San si avvicinò per poi essere solo ad una spanna dal viso del più piccolo.

«Jung Wooyoung, ho capito quanto tu sia importante per me. Quanto mi piaccia vedere il tuo sorriso la mattina a scuola, quanto mi piacciano i tuoi occhi, il tuo sguardo, la tua voce...» il biondo si prese un momento di silenzio per riflettere, stava dicendo tutto quello senza esserselo preparato prima, stava semplicemente dicendo tutto ciò che pensava, senza peli sulla lingua. Probabilmente Seonghwa in quel momento era in lacrime, anche se non lo dava a vedere era molto sensibile a queste cose, soprattutto se si trattava del suo migliore amico.
«Ho capito quanto mi piaccia tu»

Lo aveva detto, finalmente lo aveva detto, aveva ammesso quello che provava per il moro.
Quest'ultimo era rimasto senza parole, San era riuscito a parlare chiaramente, poteva sentire le mani del maggiore tremare, probabilmente per l'ansia della risposta che avrebbe potuto ricevere dal più piccolo, che in quel momento sorrise.

«Choi San, è vero: sei stato il mio bullo per molto tempo, ma so anche quanto ti sei impegnato per farti perdonare e per avere un'altra chance... Sei un ragazzo dolce sebbene quell'ammasso di muscoli lo camuffi.» in quel momento entrambi i ragazzi lasciarono fuoriuscire una risata e Wooyoung sospirò prima di ricominciare a parlare.
«Tu non mi piaci se devo essere onesto...»

Ci fu un momento di silenzio, che per il maggiore sembrò un'eternità dove si mise a pensare di tutto e di più.

«Ti amo, tantissimo. Amo come ti approcci a me, amo come mi parli, amo come mi guardi, non so cosa farei senza di te al mio fianco e lo ho capito solo ieri grazie a Yeosang che per qualche strano motivo lo ha capito prima di me.»

San non fece in tempo a pensare ad una risposta che si ritrovò le labbra del più piccolo attaccate alle sue, in un bacio dolce ma desideroso allo stesso tempo. In quello stesso momento Seonghwa fece partire la vera sorpresa: 6 fuochi d'artificio che formavano la scritta '사랑해요 우영' (Ti amo Wooyoung). Dal botto improvviso il minore si spaventò, staccandosi dalle labbra del maggiore per guardarsi intorno fino a notare i fuochi.

«Sarebbe questa la 'vera sorpresa' che mi avevi detto?» chiese subito dopo al biondo, che annuì soddisfatto.
«Devo ringraziare Seonghwa, senza di lui non sarei riuscito a fare questa cosa.» rispose San indicando in un punto, dove sbucò la figura di Seonghwa che li salutava con i lacrimoni agli occhi, probabilmente più felice lui che i due ragazzi.

La serata procedette alla perfezione, come San se l'era immaginata e come l'aveva desiderata.
Si erano messi insieme quella sera del 2 Novembre.
Non era cambiato nulla tra i due, parlavano e scherzavano come avevano fatto fino ad allora, solo con un po' di intimità in più.

Wooyoung propose al maggiore di andare a casa sua, inutile dire che quest'ultimo accettò immediatamente e così andarono. Per la prima volta si tennero per mano mentre camminavano, San aveva paura di guardare il più piccolo negli occhi... non voleva rischiare di sbattere contro un palo mentre lo faceva.

Una volta a casa del moro i due trovarono una sorpresa non troppo piacevole per quella situazione...

«Mamma? Papà?» chiese con gli occhi spalancati il minore, lasciando andare la mano del biondo e rimanendo davanti alla porta chiusa alle sue spalle.

«Woonie, tesoro, questo ragazzo è chi penso che sia?»

«Mamma...posso spiegarti davvero, ma parliamone davanti a qualcosa di caldo da bere, che ne dici?» disse tranquillo Woo con un tono dolce che non aveva mai usato fino a quel momento, poi si girò verso San con uno sguardo di dispiacere.
«Credo sia meglio che torni domani o-» lo interruppe la signora di mezz'età che era nella medesima stanza degli altri due.
«Voglio che rimanga» i due ragazzi guardarono la signora con gli occhi spalancati, increduli da quello che avessero appena sentito.

La signora insistette finché insieme al padre di Wooyoung e a San, che ora era diventato il ragazzo del più piccolo, attorno al tavolo in salotto.

Il biondo si propose di fare il caffè mentre i due genitori potevano salutare come si deve il figlio e così fece.

La madre assomigliava molto al moro e probabilmente il carattere lo aveva preso dal padre, almeno questo era il pensiero di San che, dalla cucina a vista, sbirciava quello che facevano in salotto gli altri 3.

Una volta portati in salotto i caffè, la signora iniziò a parlare.

«San, non so se sai cos'hai fatto passare a mio figlio gli scorsi anni... sebbene sia il passato e adesso, mi sembra di vedere, andate d'accordo... non credo, sia io che mio marito, potremmo essere in grado di fidarci di te. Ma vorrei anche sentire cos'avresti da dire a questo proposito.» lo disse con un tono talmente calmo che pure il suo stesso figlio se ne sorprese.

«Signora Jung... So perfettamente cosa ho fatto in passato a suo figlio e non passa giorno in cui non me ne vergogni. Quando lo ho rivisto a scuola all'inizio dell'anno solo una cosa mi è passata per la testa: farmi perdonare. Era un pensiero egoista, me ne rendo conto, ma più passava il tempo, più mi perdevo nei suoi occhi che, per qualche strano motivo, mi ipnotizavano ogni volta...ho capito che non era solo il suo perdono quello che volevo, era il poterci stare affianco il più possibile.» si fermò per un attimo, prendendo fiato per poi guardare il moro e, da sotto il tavoletto, stringergli la mano prima di tornare a guardare i genitori del giovane.

«Ho capito quanto io amassi realmente vostro figlio... e non è un amore passeggero, perché ogni volta che mi fermo a pensare a cosa farò il giorno, a settimana, il mese, l'anno dopo... piano piano mi ha fatto vedere lui accanto a me in ogni situazione mi ritrovassi a pensare. Vi prego di potervi fidare di me.»

Dopo l'ultima frase inclinò il capo, stringendo la mano di Woo, che dopo quelle parole si stava sforzando di non piangere.
I due genitori si guardarono e sorrisero.

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Your Eyes - WooSanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora