capitolo 8

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Aria pov

Non ci credo che lui sia rimasto lì tutto il tempo, o almeno non volevo che fosse così perché ciò gli avrebbe reso esplicito il fatto che il mio fisico faccia schifo.

Ci guardammo per un lasso di tempo che mi parve non avere una fine, io attendevo un suo movimento e lui il mio, quando si rese conto che il mio non sarebbe arrivato molto presto decise di parlare per primo.

Jude: giuro non è come sembra posso spiegare.

Disse, probabilmente convinto che così mi sarei sentita meglio al pensiero di lui che mi osservava.

Aria: bene allora ti conviene avere una spiegazione plausibile non trovi?

Il mio tono era alterato, me ne ero accorta pure io, avevo la voce incrinata, l'unica cosa che desideravo era poter piangere in pace, ma non potevo finché lui non se ne fosse andato in modo tale da non poter più avere il suo sguardo su di me.

Jude: non volevo guardarti inizialmente ma poi dopo un pò non riuscivo a staccare gli occhi dal tuo corpo cioè ecco io beh..

Si grattò la nuca e biascicò delle parole che non compresi, quindi li feci cenno di ripetere.

Jude: beh io trovo che il tuo corpo sia molto.. come dire.. carino.

Lo guardai visibilmente scioccata, come chiunque farebbe in questo caso, biascicai un "capisco" e me ne andai a passo felpato, probabilmente non avrei più avuto il coraggio anche solo di guardarlo negli occhi.

Arrivai a casa dopo qualche minuto, dovevo fare i compiti per l'indomani, ma ciò che è successo al ruscello tornava sempre nei miei pensieri distraendomi molto, passò tutto il pomeriggio prima che riuscissi a finire la prima materia, ne avevo altre ma decisi di non farle, non c'è l'avrei fatta a causa di quello stupido rasta che si era insinuato come un parassita nella mia mente, che, senza volerlo, lo aveva accolto a braccia aperte.

Mi decisi finalmente a scendere per cenare, non appena superai l'angolo che divideva le scale dal corridoio del piano inferiore trovai mio fratello, aveva il grembiule da cuoco indosso ma era macchiato di un qualche alimento che non riuscivo ad identificare.

Si girò a osservarmi sorridendomi raggiante, ricambiai o perlomeno ci provai, a giudicare dal suo sguardo direi senza successo, lasciò la pentola che aveva in mano, si sciolse il grembiule e mi si avvicinò.

Con mia grande sorpresa mi abbracciò, rimasi un attimo impalata, assimilando ciò che stava accadendo, poi addolcì lo sguardo e ricambiai l'abbraccio, era da molto che non ci dimostravamo affetto così esplicitamente.

Spostò le mani da dietro la mia schiena alle spalle, si allontanò un poco, il giusto per guardarmi negli occhi, mi sorrise nuovamente e si decise a parlare.

Joe: sorellina qual'è il problema? Ti vedo molto scossa.

Spalancai gli occhi, si era accorto del mio stato d'animo, non sapevo cosa fare, le opzioni erano pressoché due e nessuna delle due mi piaceva.

La prima equivaleva a dirgli la verità, ma ciò avrebbe probabilmente rovinato per sempre il suo già precario rapporto con Jude, la seconda, invece, equivaleva a dirgli una qualche bugia, ma, conoscendolo non se la sarebbe bevuta e mi avrebbe costretto a dirgli la verità, ambe le opzioni portavano a Jude, il che era un enorme problema, lo guardai, indecisa sul da farsi.

Scusate il ritardo della pubblicazione ma sono priva di idee

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 05 ⏰

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