8-La scuola.

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~punto di vista di Rebeckah.
Gli incontri tra me e Jordan si fecero sempre più intensi e frequenti.
Eravamo diventati amici e confidenti ci dicevamo tutto ed il mio nostro rapporto era simile ad una fratellanza.
Tutti i mercoledì passava da me con alcuni libri e insieme andavamo a rifugiarci in una radura vicino casa mia in cui passavamo il tempo leggendo e chiacchierando.
Era un luogo incantevole aveva un piccolo stagno ricoperto di fiori di loto.
Era un amplio spazio in cui io e Jo avevamo deciso di costruire un piccolo capanno in cui poterci riporre cibo o rifugiarci in caso di pioggia.
-"Potremmo organizzarci un reave, lo spazzino beh forse il suono potrebbe lasciar un po' a desiderare ma nessuno ci farebbe caso."- disse accennando un sorriso incerto mentre puntava gli ultimi chiodi per fissare le dispense.
-"No bello! Non distruggerai il mio angolo di paradiso piuttosto troviamo un altro spazio e creiamoci su un bisnes. Qui non ci sono molte discoteche fighe."- dissi ridendo.
Lui mi guardò con gli occhi luccicanti e disse -" Sai forse il matrimonio non è poi una così brutta idea."-
Stava scherzando era ovvio ma quando pronuncio quelle parole il mio stomaco iniziò a fare le capriole e mi sentii le guance evampare.
Schiuse le labbra cercando di dire qualcosa ma lo interruppi prima:
-"Non fare il figo Tyron."- Dissi tirandogli un piccolo pugno sulla sua scultoria spalla. Lui di tutta risposta scosse la testa ridendo.

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Ero elettrizzata all'idea dell'inizio della scuola. Questa sensazione, però, sarebbe durata all'incirca 10 secondi dato che alzarsi dal letto sarebbe stata un agonia atroce.
Come di cosuetudine le scuola di preparazione apriva i battendo il 3 di Novembre.
Il tanto agognato giorno era arrivato; mi vesti con dei jeans, maglioncino color sabbia e degli stivaletti fino al ginocchio.
Stranamente mio padre continuava a chiamarmi con foga ed agitazione.
Scesi e lo trovati seduto sulla sua poltrona a massaggiarci le tempie e ciò non era un buon segno.
-"Sputa il rospo."- dissi.
-"Sono cambiate alcune cose per quanto riguarda la scuola.
Da oggi frequenterai un corso misto di encarter e fireon per abituare le nuove leve alla convivenza che tra un anno so verrà a creare dopo il matrimonio."- disse quest'ultima parola con in modo flebile ma riuscii comunque a cogliere la sua non completa approvazione ed un leggero astio per ciò che stava per accadere.
Frequentavo una scuola di preparazione ed elevazione magica cioè una scuola adibita alla gestione ed utilizzare al meglio i propri poteri.
La notizia annunciatami da mio padre non mi lascio l'amaro in bocca anzi una strana sensazione di felicità pervase il mio corpo mutando i miei occhi e ciò non passo inosservato .
-"L'hai presa meglio di quanto mi aspettassi ora però se non hai nulla in contrario io ti porterei a scuola perché siamo leggermente in ritardo."
disse.
-" Papà la scuola iniziava alle 9 ora sono le 8.45, abitiamo a 3 isolati di distanza già è ridicolo che tu mi porti in macchina figuriamoci se inizi a dire che siamo anche in ritardo! Anche cambiando sui gomiti non arriveremmo in ritardo!"- dissi con tono leggermente irritato.
-"Lo so ma sai come sono voglio sempre arrivare in tempo.
È un abitudine che mi ha inculcato tua madre."- era vero mamma era sempre in anticipo e voleva che lo fossimo anche noi.-" Il tempo è la cosa più preziosa che abbiamo perciò non va sprecato inutilmente. Ti ricordi quante volte lo ripeteva?"- dissi con tono malinconico a mio padre.
-"Sempre."-disse- "era testarda su certe idee. Quando si impuntava su qualcosa diventava impossibile traviarla, questo era uno dei lati del suo carattere che più amavo."- le ultime parole gli morirono in bocca.
Era una situazione stancate che piano piano ti lacerava e ogni tanto anche lui cedeva alla malinconia ed alla tristezza.
-"Manca anche a me."- dissi stringendolo forte in uno dei più calorosi abbracci che gli potessi dare e lui, facendomi una carezza sulla testa, si scostò da me prendendo le chiavi della macchina ed uscendo in silenzio dalla cucina.

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Arrivata a scuola vidi che, tra la marmaglia di gente che era fuori dai cancelli della scuola, Cindy e Mia non c'erano così provai ad andare nell'eden un posto che avevano scoperto e soprannominanto così da noi in un giorno afoso della scorsa estate.
Era una casetta abbandonata con un enorme scalinata in stile vittoriano in cui la pace e la tranquillità regnavano.
Solitamente andavamo li per parlare, studiare o, io sporadicamente, fumare una sigaretta.
Le vidi li sedute mentre ridevano con un ragazzo il cui volte era coperto da alcune siepi.
Non conoscevo la sua voce ma riconobbi quella di Jordan che parlava con "slenderman".
Sentivo la sua voce ma non riuscivo a percepire da dove provenisse.
Non mi feci scoraggiare e proseguii verso le mie amiche quando senti delle forti braccia alle mie spalle stringermi e sollevarmi.
Riconobbi subito il suo profumo intenso che inondò le mie narici. Mi venne a mancare un battito quando, dopo avermi appoggiato a terra, mi diede un bacio sulla fronte.
-"Come stai Becks?"- disse con tono squillante e allegro.
"A parte la voglia di saltarti addosso direi molto bene grazie mega fusto!" Questo è ciò che pensai e che, per grazia divina, non dissi.
-"Ehm.. Bene grazie tu?"- mi limitai a dire accennando un sorriso.
-"Da schifo, non ho voglia di ricominciare la scuola però, potremo vederci più spesso e la cosa mi fa molto felice."- disse tutto d'un fiato.
Io rimasi senza parole come tutti i presenti lui capì le parole schiette e totalmente inaspettate che aveva detto e aggiunse -" Così possiamo guardare i libri senza troppo spreco di tempo."- tutti si rilassarono tranne io.
Una confusione immensa regnava sovrana in me, ciò che aveva appena detto mi lasciava l'amaro in bocca e allo stesso tempo mi portava sollievo.
Non dimostrai nulla, mi diressi dalle mie amiche e dal tizio sconosciuto che si rivelò il migliore amico di Jordan, Marcus, un aitante ragazzo della nostre età, muscoloso e con un senso dell'umorismo inequiparabile.
Finite le presentazioni e i saluti ci dirigemmo verso la scuola.
Una volta arrivati di fronte alla mastosontica struttura in stile vittoriano, spulciai tra la massa di persone accalcate sul cancello qualche viso conosciuto.
Riconobbi Melanie, una rossiccia tutto pepe che amava le attenzioni e la sua banda di amici poi lo vidi.
Stava cercando qualcosa, incosciamente speravo stesse cercando me anche se sapevo non era il mio sguardo che cercava.
Indietreggia perché sentivo il panico crescere me.
Jordan percependo la mia ansia mi cinse la vita diedi un rapido sguardo a lui ma, come attratto da una calami, il mio sguardo torno verso Troy che mi stava guardando e ciò che fece in seguito mi lascio totalmente senza parole.

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Chiedo venia per il troppo tempo passato prima di questo capitolo ma in questo periodo sto lavorando dalle 8 alle 6.30 del pomeriggio perciò sono stata presa in più ho anche scuola guida la sera. Scrivo sempre appena posso però il tempo è davvero poco.
A luglio sarò più presente con più capitoli!
Vi chiedo di lasciare tantissimi commenti! Solo uno dei modi migliori per capire se ciò che scrivo vi piace o vi fa schifo 😅

STAY TUNED, I'M COMING!

Fiore_di_ren ❤️❤️

Il ricordo di ciò che eravamo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora