olivia
entrammo in casa e ci sedemmo sul divano.
"vuoi qualcosa da bere?" chiese
"no, no tranquillo"
"com'è la scuola qua?" chiese
"uno schifo, come tutte le scuole hahahaha"
"ah ottimo, vedo che neanche tu sei una secchiona" disse ridendo
"ho rischiato la bocciatura quest'anno, in realtà anche lo scorso" dissi
"seria? perchè?" chiese
"ehm, non era proprio un bel periodo" dissi,
in realtà non lo è tuttora, da quando è morto papà sono rimasta sola con quella strega di mia madre.
da quando papà si ammalò e lei iniziò a bere tutte le sere come se non ci fosse un domani, arrivavo a casa la sera e dovevo cucinare da sola per entrambe e badare a me stessa sotto ogni aspetto, lei credeva di essere l'unica che stava perdendo il marito, senza pensare a me che stavo affrontando la morte di un padre senza nessuno con cui parlarne.
dopo che papà morì la situazione rimase così per alcuni mesi, lei si era licenziata e passava le giornate a deprimersi, mentre io cercavo qualche lavoretto qua e là per permetterci almeno di mangiare, non uscivo, non avevo amici, i miei voti erano peggiorati molto, mi stava rovinando la vita e nonostante provavo a capirla lei mi ha sempre trattata male e non è mai riuscita a riconoscere gli sforzi che facevo.
dopo tempo, lei è riuscita a ritornare a lavoro e ripulirsi dalla dipendenza dall'alcool, ma lei non ha smesso di trattarmi male, non mi ha mai chiesto scusa, non mi ha mai fatto sentire amata, così ho cominciato a trattarla nello stesso modo, ed eccoci qua, ci parliamo solo per stretta necessità o per litigare, lei non sa se vado bene a scuola, se ho degli amici, se dormo fuori, se sono viva o morta, in un certo senso mi va bene così, la psicologa dice che cerco sempre amore nelle persone perché è diverso tempo che non ne ricevo, su questo ha ragione, l'ultima persona che mi ha davvero amata è stata papà.
"stai bene via? stai fissando il pavimento da dieci minuti senza dire nulla" chiese tom riportandomi alla realtà
"si, si, dicevi?"
"nulla, ti va di guardare qualcosa mentre gli altri arrivano?"
dissi che andava bene e iniziammo a guardare un film, era un film comico, passammo molto tempo a ridere come degli stupidi, tom aveva un buon senso dell'umorismo, che ovviamente non superava il mio.
"madonna ma quello sembra piu' ritardato di me e te messi insieme" disse
"ma cosa vuoi, parla per te"
"ma che str0nz4" disse ridendo e tirandomi un cuscino.
iniziò così una battaglia di cuscini, ridevamo come deficienti, fino a quando non cademmo entrambi sul divano come due ubriachi, mi ero dimenticata di tutti i miei problemi.
continuavamo a ridere e scherzare quando entrarono i ragazzi che rimasero a fissarci, le loro facce erano impagabili.
"cosa abbiamo interrotto?" chiese bill
"ci stavamo solo divertendo" rispose tom mentre entrambi ci alzammo.
"piacere via" dissi rivolta ai due ragazzi
"io sono gustav" disse il ragazzo con i capelli piu' chiari
"io georg" disse invece il ragazzo con i capelli piu' lunghi e castani
tom
via è divertente, mi piace parlare con lei, è davvero simpatica, ma dietro questo suo lato si nasconde qualcosa, prima stava fissando il pavimento con le lacrime agli occhi e quando ci siamo conosciuti e le ho chiesto perché aveva smesso di suonare la chitarra mi ha risposto freddissima, sembrava di star lottando contro se stessa per non piangere, voglio conoscerla, sembra così abituata a nascondere tutto con un sorriso.
scendemmo di sotto per provare, prendemmo il necessario e via si sedette su uno sgabello davanti a noi
"ok, ci siete?" chiese bill
tutti dissimo di si e iniziammo a suonare.
suonare per me è tutto, mi esprimo, mi sfogo, mi sento vivo.
alzai lo sguardo su via, era in lacrime, aveva tutto il mascara colato e faceva piccoli singhiozzi, nessuno se ne era accorto.
posai la chitarra velocemente e la raggiunsi,
"vai, cosa succede?" chiesi in panico
lei non rispose, si butto' nelle mie braccia e incomincio' a singhiozzare ancora più forte.
non sapevo che fare.
"che succede?" chiese bill che , insieme ai ragazzi, avevano smesso di suonare.
"vieni con me" sussurrai all'orecchio di via
lei fece cenno con la testa e la accompagnai nella mia stanza, sapevo che non avrebbe mai parlato davanti a tutte quelle persone, forse nemmeno davanti a me.
via
avevo fatto un casino.
quando tom aveva cominciato a suonare la chitarra non ho fatto a meno di pensare a me da bambina che ascoltavo mio padre suonare per ore, ho visto la passione di tom, la stessa passione di papà.
ho rivisto i momenti insieme, lui che mi insegnava a suonare, io che volevo imparare a tutti i costi, così già all'età di 12 anni ero diventata davvero brava.
avevo smesso, quando lui era morto.
ho giurato di non suonarla piu'.
ho già sentito persone che suonavano la chitarra dopo la morte di papà ma nulla mi ha mai causato questa reazione.
"hai voglia di parlarne?" chiese dopo avermi fatta sedere sul suo letto.
"si" dissi prendendo un profondo respiro.
poi feci una cosa che non avrei mai pensato di fare.
gli raccontai tutto.
parlai di papà, della sua passione che mi aveva trasmesso, della sua bravura, di quando si era ammalato, della dipendenza di mamma, del mio rapporto con lei, tutto quanto.
buttai fuori tutti, d'un fiato, mentre singhiozzavo.
quando finii di parlare, tom mi prese il viso tra le mani e mi asciugò' le lacrime.
"scusa" mormorai
"non scusarti, non è colpa tua, mi dispiace tu abbia dovuto soffrire tanto" disse abbracciandomi
rimasimo così per un bel po' fin quando ci staccammo e lui mi diede un bacio sulla fronte.
il mio cuore si alleggerì, per la prima volta dopo diverso tempo.
non aveva detto nulla di chè, ma pur non parlando avevo capito che lui voleva farmi capire che di lui mi potevo fidare.
lo abbracciai, ancora, ne avevo bisogno, non abbracciavo qualcuno dall'avanti cristo, mi mancava, soprattutto per me che amavo il contatto fisico.
"non l'ho mai raccontato a qualcuno, a parte alla psicologa" dissi
"perché hai deciso di raccontarlo proprio a me?"
"non lo so, avevo bisogno di sfogarmi, poi tu e tuo fratello mi siete sembrati subito brave persone" balbettai
"puoi fidarti di me, via" disse
"e tu puoi fidarti di me, tom"
"amici?" disse dandomi il mignolino come se fossimo dei bambini,
"si, amici" dissi sorridendo
il mio primo amico dopo diverso tempo.
angolo autrice
mi rilassa un sacco scrivere questa storiaaa
accetto consiglii<33
STAI LEGGENDO
il mio nuovo vicino di casa -tom kaulitz
Fanficin un periodo difficile , Via conosce i suoi nuovi vicini di casa, i gemelli kaulitz, ben presto scoprirà che questo incontro le cambierà la vita.