★| Un cavallo?! - p.9

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«Allora ci vediamo, Han?» domandò Minho mentre uscimmo dalla pasticceria

«Non chiamarmi Han, chiamami Jisung perfavore» dissi, sospirando.

«Come vuoi, Han~»

«Ok, spero di non rivederti mai più» affermai, girando gli occhi all'insù per poi voltarmi. ma subito dopo mi ricordai che non avevo la minima idea di dove mi trovavo.

«Qualche problema, Han?»

«In realtà no, buona giornata, Lee» risposi freddamente a testa alta, mostrandogli un sorriso finto per poi iniziare a camminare per una meta imprecisa, pregando a Dio di farmi arrivare a destinazione senza problemi.

-

Penso di star camminando da circa 20 minuti ma la strada non mi è ancora famigliare. Svolto per angoli infiniti, ritrovandomi incroci mai visti prima.

Mentre camminavo beatamente per le strade sperdute, convincendomi di star prendendo la strada giusta, mi sembra di vedere una faccia a me conosciuta, quasi...

Assottiglio gli occhi per vedere meglio, capendo che si trattasse di uno di quei uomini da cui io e Minho stavamo scappando nemmeno un'ora prima.

Il mio cuore iniziò a battere forte ma cercai di ignorarlo, passeggiando davanti a loro come un cittadino normale che non aveva nulla a che fare con loro...che in realtà era così. Era solo colpa di quello stupido Lee!

«Hey tu! Non sei l'amico di quel Minho che ci ha fregati!?» urlò indicandomi, facendomi spalancare gli occhi.

Oggi non ne andava una giusta...

«N-no!? Non ho idea di chi sia Minho» mentii ma l'uomo negò.

«Mi ricordo di te! Quella maglietta blu è la stessa, non mi sbaglio!» pretese e io mi schiaffeggiai mentalmente per aver deciso di vestirmi "colorato" per un giorno nella mia vita.

Iniziai a correre, saltando 'ostacoli' che per l'uomo risultavano complicati e mi ringraziai per tenermi in forma quando avevo del tempo libero.

Riuscii quasi a seminarlo, fin quando un altro uomo, probabilmente della stessa gang, mi bloccò la strada.

«I giochi sono finiti, questo sarà il tuo punto di morte» proferì l'uomo con voce roca, riferendosi al vicolo pieno di spazzatura dove ci trovavamo.

L'unica cosa che mi venne in mente di fare era di pregare a Dio per una miracolo mentre il vecchio avanzava verso di me con un taglierino affilato in mano.

«Jisung!» mi chiamò una voce, facendomi voltare verso la mia presunta salvezza, cioè Minho...montare un fottutissimo cavallo.

Non mi feci distrarre dalle mille domande come 'dove hai trovato un cavallo' o cose del genere, sapendo che ormai Minho era un soggetto così strano che il cavalcare un cavallo in mezzo alla città era la cosa più normale che potesse fare. Mi precipitai verso di lui, salendo, anche se con difficoltà, sul cavallo, aggrappandomi a lui.

Senza preavviso l'animale iniziò a correre mentre in sottofondo si sentivano i lamenti dell'uomo.

«Dovrei essere stupito del fatto che tu stia cavalcando un cavallo nel bel mezzo di un villaggio?» chiesi e lo sentii ridere.

«Non dovresti esserlo, e comunque l'ho comprato sul momento, non avevo intenzione di farmi l'intera città a piedi, al contrario tuo...e comunque la nostra zona si trova dall'altra parte» disse ghignando e io sospirai.

«Sai, in questo momento vorrei insultarti e urlarti quanto sei strano ma non posso, perché mi hai salvato la vita» ammisi, le mie guance ora un po' rosse, e lui annuì, voltando di un po' la testa, abbastanza da intravedere il suo sorriso spontaneo.

«Non te ne faccio una colpa»

«Si certo ma...almeno è legale quello che stiamo facendo...? Se ci fermano i militari è la nostra fine» mormorai con disperazione, e lui scrollò le spalle come se non gli importasse.

«MINHO! se i miei genitori venissero a scoprire di questo probabilmente sarebbe la mia fine della mia vita!» urlai più a me che a lui, rassegnato.

«Nessuno lo verrà a scoprire, sto andando nei vicoli sperduti, conosco questa città come le mie tasche anche se non c'ho vissuto più per tanti anni» mi rassicurò e io mi calmai di un po', il giusto per non iniziare ad esaurirmi e cadere dal cavallo.

Il cavallo all'improvviso si fermò, facendomi stringere un po' di troppo a Minho per paura di cadere, ma poi lo lasciai subito.

Scese dal cavallo e mi pose una mano.

«Yah! Non sono una ragazzina, posso scendere da solo» esclamai per poi saltare giù, rischiando di rompermi una gamba...ma hey, io sono un uomo indipendente.

«Sisi, comunque se non l'avessi notato, siamo arrivati a casa tua, ci vediamo un altro giorno, Jisung» disse mentre diede qualche soffice scappellotto sulla testa, facendomi fare il broncio quasi come un bimbo.

Subito dopo realizzai le sue parole e notai che fossimo letteralmente difronte casa mia e la prima domanda che mi porsi era come faceva a sapere dove abitavo, ma non ci pensai più di tanto, non mi dovevo stupire per queste cose.

«Ci vediamo, Minho» borbottai, guardando come se ne stava andando per le strade con un cavallo affianco, e risi a quanto fosse strano.

Proseguii dal cancello ed entrai in casa.

«Ho visto male o il tuo principe azzurro ti ha portato a casa con un cavallo!?» esordì Ryujin con un mezzo ghigno ed io quasi non la insultai.

«Non è il mio principe azzurro! Che schifo! Non ti fare idee strane... è stata una coincidenza» cercai di difendermi ma lei continuava a guardarmi con quel suo stupido sorrisetto...


Scusate per il ritardo dei capitoli🖤

Wrong Love • MINSUNG •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora