Tema: scrivere una lettera di un soldato in guerra
02.27.1969
Cara Mabel,
spero davvero che questa lettera ti arrivi. Sono ormai passati quattro mesi da quando sono partito e, ti giuro, non è passato un giorno senza che pensassi a te, a Margareth o alla vita a St. Louis.
Quando mi sono arruolato pensavo di stare facendo la cosa giusta: "Combatterete per il vostro paese, la patria sarà fiera di voi" dicevano, e forse un tempo quest'affermazione potrebbe aver avuto un senso, ma non credo che qualcuno potrebbe mai essere fiero di quello che stiamo facendo adesso. Ogni giorno passiamo ore e ore a camminare nella foresta: dobbiamo stanare i nemici che si nascondono, dobbiamo ucciderli a tutti i costi, non importa se sono disarmati o stanno dormendo.
L'altro giorno durante un'incursione notturna in un accampamento ho visto un giovane viet-cong, o meglio, l'ho visto sveglio. Non mi era mai capitato di vederne uno da vicino e sveglio ed è stato terribile. Mi guardava con quei suoi occhi a mandorla, in silenzio: sapeva cosa stava succedendo e sapeva di non poterci fare nulla. Avrei voluto sparargli, avrei dovuto sparargli, ma non ce l'ho fatta, è stato più forte di me. Ho aspettato che gli altri cominciassero a fare fuoco e ho sparato qualche colpo a vuoto. Nessuno se n'è accorto, ma non credo che potrà andare avanti così e non so cosa fare.
Poi a volte ci capita di trovare dei villaggi, non capita spesso, ma quei momenti sono davvero i peggiori. Non so se hai sentito di quel massacro di civili, l'anno scorso, a Me Lay, dove sono stati uccisi e torturati praticamente tutti gli abitanti di un villaggio. Se ce l'hai presente, sappi che noi non siamo da meno. Giunti in un paesello i comandanti si ritirano nelle tende a preparare le prossime strategie, mentre gli altri soldati hanno carta libera. Generalmente si fiondano nella prima locanda per ubriacarsi ed andare a puttane, ma quando non ci sono taverne la maggior parte di loro va nelle case. Io rimango alle tende, impotente di fronte a tutto questo, cercando di ignorare le urla delle donne e degli uomini. Mi sento un mostro anche solo a guardare i miei compagni fare questo.
Vorrei scriverti di più, ma il tempo che ho è agli sgoccioli e sono già troppi giorni che rimando la chiusura di questa lettera. Ora ti chiederai come mai a te ho scritto queste cose mentre le lettere che ho mandato a Margareth raccontavano cose totalmente diverse. Non sono sicuro della risposta, penso di aver evitato di scrivere l'orrore della guerra a Margareth perché non si preoccupasse, o forse per apparirle un uomo migliore. Lei è l'amore della mia vita e non potrei sopportare di pensare la sua esile figura turbata da fatti reali. Ma poi non ce l'ho fatta a resistere, ho dovuto cercare un confessore, e nei miei affetti ho trovato te, Mabel, la mia migliore amica e la persona più forte che conosco. Sarà per questo che ora sto scrivendo a te, ti sto confessando tutto e pregando di non parlarne con la mia amata Margateh.
Se non dovessi tornare da questa guerra, se non riuscissi a scrivere un'altra lettera, di' a Margareth che la amo con tutto il mio cuore e che la amerò per sempre e sappi tu, dentro al tuo cuore, che un sentimento della stessa intensità mi lega a te come amico. Prenditi cura di te e di lei e statevi vicine in questo periodo buio, fino quando non ci rivedremo.
Grazie di tutto e (speriamo) a presto,James
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Coppa Wattpad - Emma Sofia
Short StoryQuesta è una raccolta dei racconti brevi che scriverò per il concorso di @MarinaMaltechi, spero che, anche se non v'interessa il concorso, troviate queste pagine piacevoli.