Divise

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Tema: scrivete una OneShot il più possibile ispirata all'immagine qui sopra facendo in modo di non tralasciare nessun dettaglio.

Tokyo, anno 2758

Erano ormai sette anni che la guerra civile dilaniava la città e la regione. Dopo la caduta del potere centrale tredici anni prima, s'erano susseguiti una serie di governi militari intervallati da brevi periodi di anarchia, fino a quando l'ultimo di questi intervalli non era confluito in una guerriglia urbana. O per lo meno questo era quello che Haru aveva sentito da suo padre. Lui aveva ben pochi ricordi di cosa ci fosse stato prima dell'inizio delle violenze e ancora meno dei tempi dello stato unito. Come avrebbe potuto averne, d'altra parte? Aveva solo sedici anni allora. Non che fossero pochi, eh: a sedici anni l'addestramento teoricamente doveva essere finito da un anno e alcuni dei suoi coetanei già pensavano a mettere su famiglia; però lui non era comunque sicuro che fosse giusto quello che stava facendo. Per questo al posto di scegliere la carriera da soldato, aveva deciso di cimentarsi in un lavoro più di nicchia e meno cruento: aveva scelto di essere messaggero.

Per questo motivo quella fredda mattina di Aprile Haru stava correndo il più veloce possibile sui ponti sospesi che collegavano un edificio all'altro. Erano anni ormai che nessuno utilizzava più le strade, troppo pericolose. Il cielo minacciava pioggia e l'aria umida rendeva le travi dei ponteggi leggermente scivolose; regnava il silenzio sulla città addormentata. Era proprio in momenti del genere che Haru pensava che, in fin dei conti, il suo lavoro avrebbe potuto essere in qualche modo poetico. Lui in fondo credeva negli ideali della sua fazione e gli sembrava quasi romantico prodigarsi tanto per il bene della sua gente. E poi correndo aveva un sacco di tempo per pensare. Si immaginava un mondo nel quale la guerra era finita, un mondo nel quale grazie a lui e al suo lavoro di messaggero era tornata la pace. Si immaginava di ricevere premi e onorificenze in una cerimonia pubblica, davanti a tutto lo stato riformato. Era completamente perso nelle sue fantasticherie, quando di colpo sbatté contro qualcosa, o meglio, qualcuno.

Si ritrovò lungodisteso sul tetto piatto dov'era appena salito, difronte a lui una pattuglia tutta avvolta nella divisa verde scuro della sua stessa fazione. Si rialzò massaggiandosi la testa. Di fronte a lui si stendeva il largo fiume che in questo momento faceva da confine tra i due territori occupati. Quella che aveva appena incontrato/scontrato era una pattuglia di frontiera. "Fantastico, mi sono distratto e ho perso la strada". Chiese alla pattuglia dove si trovassero di preciso: erano a ben 2km da dove si sarebbe dovuto trovare lui a quell'ora. Si sedette un attimo per decidere dove andare. D'un tratto si sentì dei colpi d'arma da fuoco. Haru alzò la testa e vide degli uomini in divisa viola che si arrampicavano sul tetto dai balconi dei piani sottostanti. Le guardie con la divisa smeraldo rapide tirarono fuori le pistole. Altri uomini con la divisa viola arrivarono da un palazzo vicino. Com'era possibile che nessuno li avesse visti? Si era trovato nel mezzo di un'imboscata. Era scioccato, confuso, perplesso. Le armi da fuoco facevano un rumore pazzesco. I verdi erano al centro circondati dai viola. Erano di netta inferiorità numerica. I viola avanzavano sul vasto tetto. Lui era ancora seduto. C'erano già alcuni corpi sparsi per terra. Com'era possibile che nessuno lo notasse? Il comandante dei verdi giaceva in una pozza rosso scuro. Lui si alzò per far qualcosa. I verdi si ritiravano. Aveva le vertigini. Uno dei viola spara in cielo un segnale di fumo. Anche lui doveva scappare.

Mosse un primo passo, ma scivolò su una sostanza viscosa. Vide la scena seguente rallentata, come se tutto accadesse sott'acqua. Sentì i piedi scorrere in avanti e il busto perdere equilibrio. La balaustra gli diede alla schiena un colpo ben assestato. La testa gli cadde indietro. I le gambe si ribaltarono dietro la testa. Precipitava nel vuoto.

Ma all'improvviso si sentì afferrare per un polso e strattonare forte. La sua testa uscì dalla bolla d'acqua. Credeva di essere sotto shock. Era sdraiato per terra in uno dei terrazzi del palazzo. Di fronte a lui si ergeva possente una ragazza. Era bellissima: aveva i capelli neri come il carbone e la pelle chiara come fiori di pesco. Un raggio di sole illuminava la sua divisa viola.


Angolo dell'autrice:

Dopo sfide su sfide e punti su punti, siamo finalmente giunti alla sfida finale di questo concorso. Sono felice di averne preso parte. E' stato bello in questi ultimi mesi avere un motivo per scrivere e delle tracce da svolgere ( e delle consegne da non rispettare, acci a me). Domani mi mancherà un po' tutto questo. Arrivederci e alla prossima,

Emma Sofia


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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 10, 2015 ⏰

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