De Emmis Vitae

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Le avventure di Emma, O diva, cantami

Che come bagagli stan sulla schiena

Della viaggiatrice ancora inesperta

...

In una freddissima seppur limpida notte del Dicembre del 1999 all'ospedale San Paolo di Milano, nel reparto di maternità è nata una bambina con due enormi occhi marroni e delle guance pacioccosissime, quella bambina era Emma Sofia Magnoni, e stava per diventare la mia vicina di casa. Sin dai primi mesi di vita Emma aveva dato prova di essere una bambina particolare.

La sua prima frase fu "Nonna non sono Bianca" all'età di otto mesi, e da allora non la smise più di parlare, tanto che le sue nonne raccolsero le frasi migliori della sua primissima infanzia in un quaderno chimato "Codex Emmianus". A cinque anni già si interessava di scienze naturali e parlava talmente tanto bene che insegnava ai suoi compagni d'asilo gli usi corretti del congiuntivo e della locuzione "Dimorfismo sessuale". Queste erano le prime manifestazioni di una personalità bizzarra in una vita bizzarra.

Queste cose mi sono tutte state raccontate. Nonostante l'abbia vista il primo giorno, appena uscita dall'ospedale, dopo che i suoi genitori si erano appena trasferiti nella casa vicino a quella dei miei, non ho memorie di quei tempi, avendo io appena tre anni e mezzo più di lei. Non saprei datare il primo ricordo nel quale mi appare, ma so dire che è venuta da me con una bottiglietta di pittura blu per pelle e mi ha chiesto se volevo diventare invisibile. Scherzando le ho detto di sì, sapendo che sarebbe stato impossibile, ma magicamente funzionò, così passammo il pomeriggio a giocare a nascondino e freesbee invisibile.

Qualche tempo dopo, attorno al settembre 2007, è partita per il suo primo viaggio, zaino in spalla, ha attraversato la regione di Sinnoh alla ricerca di animali straordinari e magici. A questa spedizione poi ne sono seguite subito altre, a Jotho e Unima. Poi però, con l'avvento delle scuole medie ha smesso, per riprendere durante il secondo anno di liceo. Quando tornava per giorni parlava delle meraviglie che aveva visto, mostrando gli animali trovati su un aggeggio da identificazione.

Durante le giornate tempestose le piaceva uscire e correre sotto la pioggia; una volta le ho chiesto perché lo facesse, lei mi ha risposto che le piaceva inseguire il vento.

Gli anni delle medie sono stati un periodo mediocre: frequentava una scuola per bambini speciali dove le uniche cose che ha imparato sono state fare da insegnante di sostegno a giovini dislessici e trattenere la pipì per più di otto ore. Nonostante ciò in quegli anni conobbe un paio di cari amici che si sarebbe portata per un lungo tempo.

Il liceo fu un felice approdo per lei. Come indirizzo scelse il classico, come me, e come scuola il Manzoni di Milano, la stessa scuola che frequentavo prima di cambiare. Durante quegli anni la aspettavano miliardi di avventure. Lì incontrò Pietro, un ragazzo a dir poco singolare, che le presentò lo ska e l'indie italiano e insieme si ubriacavano e si menavano ai concerti; nel campo era conosciuta come "la Valchiria" o "L'Amazzone" perché non si tirava mai indietro e perché è capitato che pogasse con vestiti lunghi anche fino ai piedi. *Lei dal canto suo si divertiva molto era molto fiera delle sue "ferite di battaglia". Sin dalla tenera età era evidente il suo amore per la musica, ma grazie a Pietro e all'altra sua amica Melissa si decise, cominciò a suonare basso e ukulele e da subito formò una sua band all-girls. Con tanto sforzo e molte prove si lanciarono nel rock demenziale e poco dopo il primo album, Stay Feline, sfondarono sulla scena internazionale: il loro secondo album, Sopravvissuti, ottenne il disco di platino in tre paesi e quello d'oro in 18, mentre il tour di Emma in the Interland raccolse più di tre milioni di euro dati poi in beneficienza per cause sociali. Decise che anche la politica le interessava e perciò diventò un membro attivo del collettivo della sua scuola e in seguito si iscrisse ad un partito politico, con il quale organizzò una rivoluzione che però poi non si attuò a causa di schizzinosità sui budini, e quindi poi lasciò l'altro per dedicarsi solo all'uno.

Non permettendole l'allergia di sua madre di avere un qualsivoglia mammifero per casa, appena dopo aver compiuto i quindici anni si è scelta come animale domestico una coltura di saccaromiceti, altrimenti conosciuta come "lievito madre", con la quale si è data alla nobile arte della panificazione.

Adesso, all'età di quasi sedici anni, si trova al secondo anno di liceo. La ha degli amici e anche un ragazzo e vive la sua vita come tutte le ragazze normali, almeno fino alla prossima volta che il vento non la porterà via.


*nota: Lo ska è un genere musicale (per qualsiasi dubbio qui c'è una spiegazione a mio parere ottima https://www.youtube.com/watch?v=VnBJelL4QgE ) e il pogo è una sorta di "ballo" che si fa con questo tipo di musica nel quale gli avventori del concerto si spingono e si gettano con forza e disordinatamente l'uno contro l'altro.


Angolo dell'autrice: Ehilà! Se siete arrivati a leggere fino a qui scommetto che sarete tutti molto confusi. "Cos'è questa storia?", "Perché questa cretina al posto della storia sul diavolo ha pubblicato la storia della sua vita?" scommetto che sono queste le domande che vi affollano la mente, se fate parte del concorso ma non siete giudici. Il fatto è, e mi scuso per questo, che per colpa di problemi miei sono stata costretta a richiedere una traccia alternativa, che alla fine è stato deciso fosse raccontare la mia vita dal punto di vista di una persona a me vicina (il mio vicino di casa in questo racconto). Spero che nessuno si senta offeso e che, nonostante tutto, troviate questa mia OS almeno vagamente accettabile. Grazie per aver letto fino a qui,

Emma


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