Iris
La pioggia cadeva sul terreno, piccole ma tante gocce facevano a gara tra di loro per vedere chi arrivava prima. Mi guardai intorno, ma il cielo cupo non aiutava a capire dove fossi.
Una figura si avvicinò a me violentemente. L'istinto prese il sopravvento e iniziai a correre.
Mi ritrovai davanti all'accademia ed entrai.
Passai dall'aula di scherma e corsi fino a trovarmi nelle segrete del castello. Sangue, sangue ovunque; sulle pareti, sulla maniglia, sul pavimento...persino sul soffitto.
Superai il corridoio ad occhi chiusi, e solo allora mi accorsi che la figura dietro di me non c'era più, era svanita nel nulla.Mi avvicinai alla finestra più vicina cercando di forzarla. Dovevo uscire da lì. Cercai di forzarla con tutte le forze che avevo in corpo, fino a quando un corvo non sbatté contro di essa.
Mi svegliai di soprassalto, ritrovandomi nella mia stanza. Un sogno. Era solo un sogno.
Mi stropicciai gli occhi e guardai l'ora, le cinque del mattino.
Sospirai, nuovo giorno, solita routine.Parcheggiai l'auto lontano dall'accademia: avevo bisogno di sgranchirmi le gambe e placare i pensieri.
Appena scesi di macchina iniziò a piovere e il destino volle che non avessi l'ombrello appresso. Fa niente. Il rumore della pioggia è il migliore amico della figura umana, perché affascina e placa gli animi; la pioggia è ossigeno.
<<Hey cupcake>> una voce maschile mi fece voltare, ma non una voce qualsiasi. Enea Anderson. Sospirai rumorosamente disapprovando la sua presenza.
<<Sì, so già che mi adori>> disse, purtroppo convinto.
<<Sì, nei tuoi sogni>>
Il biondino sorrise roteando l'ombrello tra le mani.
<<Vuoi ammalarti o vieni sotto l'ombrello?>>
<<Preferisco la prima opzione>> dissi con un sorrisetto.
La mia risposta fu inutile, perché il biondino fece di testa sua.Ashley
Mi tolsi il casco sistemandomi poi i capelli dietro la nuca per tirare su il cappuccio della felpa. Controllai di aver spento bene la moto, presi lo zaino e mi diressi verso la scuola. Ieri la moto serviva a mia sorella perché la sua era dal meccanico, ma ora sarebbe stata tutta per me.
Dopo tutto il casino con la preside, quello era il mio primo giorno alla Crow Accademy, e non avevo intenzione di finire come il giorno prima.
Presi il telefono e scrissi a mia sorella per informarla del mio arrivo a scuola prima di scendere dal marciapiede. E menomale che lo feci. Quando appoggiai il primo piede giù dal marciapiede una moto mi sfrecciò davanti a pochi centimetri di distanza. Gli ringhiai qualche insulto, mi sistemai lo zaino sulla spalla e con molta nonchalance feci una corsa per attraversare.
Da lì in poi non avevo più attraversamenti da fare, quindi mi presi il lusso di mettere le cuffie e camminare a ritmo della musica, muovendo anche il resto del corpo prima di accorgermene, mentre la pioggia continuava a bagnarmi delicatamente il volto.
Arrivata a scuola vidi Oliver appoggiato al muro intento a tenere lo sguardo fisso sul telefono.
<<'giorno>> dissi quando gli passai davanti, ottenendo un ringhio in risposta."Si vede che sei nuova". Le sue parole mi tornarono in testa assieme a quelle di Enea. "Oliver è Oliver".
Continuai a non comprendere a pieno nessuna delle due informazioni.Mentre varcavo la porta della scuola udii una voce nuova ma ormai già inconfondibile <<Testa di cazzo, ieri non potevi menarlo più forte?>> mi voltai e vidi Enea tenere Iris sotto il suo ombrello, mentre si avvicinavano a Oliver.
<<L'avrei fatto, se due bambine non ci avessero interrotti>> rispose prontamente Oliver.
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The Rain
Teen Fiction! SCRITTA INSIEME A @BakaD0wn ! Tutto iniziò da impronte, impronte di sangue che conducevano all'ala est dell'accademia. Quattro anime da caratteri contrastanti si ritroveranno davanti ad una scena orribile, dietro alla quale scoveranno un mistero...