Capitolo 5

13 1 0
                                    

Ashley

L'ufficio della preside non era cambiato affatto dalla prima volta. Un perenne disordine ovunque, ma almeno stavolta c'erano meno fogli per terra. 

<<Qualcuno mi spiega perché eravate in quel parcheggio con delle moto?>> chiese la preside con tono arrabbiato. Probabilmente, la moto di Enea era andata contro la sua auto. 

Mi girai verso il biondo. Non eravamo potuti passare in infermeria, quindi ora per il graffio aveva solo un panno bagnato, nonostante ci fosse bisogno di molto di più. 

L'ultima volta io e Iris potevamo dire di non c'entrare nulla, di essere innocenti. Ma ora non possiamo, e non ne ho nemmeno l'intenzione. Enea era strano la maggior parte delle volte, e anche se lo conoscevo da poco, qualcosa mi diceva che potevo fidarmi, che era mio amico. 

<<Possiamo avere del ghiaccio per->> iniziai, ma la preside mi bloccò. 
<<Prima rispondete alla mia domanda>> tuonò. 
Sentii Oliver inspirare in modo brusco. Avvicinai la mia gamba alla sua, per fargli capire di rimanere calmo. L'ultima cosa di cui avevamo bisogno, era lui che prendeva a cazzotti la preside. Lui sbuffò, capendo ciò che volevo dirgli con quel gesto, e non disse nulla. 

<<C'era anche->> iniziò Iris.
<<Non mi interessa chi altro c'era. Vi ho fatto una domanda ben precisa. E voglio una risposta>> disse in modo freddo la preside. 
Sebastian, o cuor di coniglio per Iris, se l'era data a gambe, e quell'altra era andata di persona a chiamare la preside. 

<<Mettiamola in un altro modo>> disse la preside <<Se non rispondete, andrete tutti e quattro in punizione, dopo la scuola>>
Non eravamo quattro stupidi, okay, forse lo eravamo, ma sapevamo che dire cosa stava succedendo in quel parcheggio ci avrebbe portato a qualcosa di peggio della punizione dopo la scuola.
Era una gara illegale di moto, più la parte in cui la moto di Enea aveva graffiato la macchina della preside, più qualsiasi cosa si fosse inventata Marcie. 

Noi quattro ci scambiammo uno sguardo generale, da cui tutti abbiamo capito tutto. 
Dovevamo scegliere tra una punizione scolastica e un processo penale, quindi non ci pensammo più di cinque secondi.

<<Almeno avremo un po' di tempo per noi. Biondino, va' in infermeria. Bipolare, accompagnalo. Stellina, tu vieni con me>> ci disse Iris. 
Tutto quel casino si era svolto in una pausa tra le lezioni, e la preside ci disse che avremmo dovuto prendere parte a tutte le lezioni che ci mancavano. E ovviamente, dopo saremmo rimasti per la punizione. 
<<E' solo un graffio, non ho bisogno di andare in infermeria>> disse Enea. 
<<Ti sembrava una richiesta la mia?>> chiese Iris. 
<<Io non ho voglia di accompagnare questo coglione se devo trascinarcelo di peso come i bambini>> disse Oliver.
<<Mi ci trascini tu, cupcake?>> chiese Enea facendo gli occhioni a Iris. 
Lei sbuffò <<Bipolare, guai a te se combini qualcosa e tiri dentro la stellina>> avvertì Oliver. 
<<Sì, non sia mai che finisca in punizione, oh, aspetta...ci è già>> rispose il moro, facendomi ridere.

Iris accompagnò Enea in infermeria, e io rimasi sola con Oliver. 
<<Allora, la bambina ha qualche richiesta?>> chiese. 
<<Piantala con questa storia della bambina>> 
<<Sei pessima a mentire, so che adori questo mio modo di chiamarti>>
<Sì, poi ti svegli>> incrociai le braccia.
Lui alzò gli occhi al cielo e fece la cosa più simile ad un sorriso che io gli abbia mai visto in viso.  
<<Posso chiederti perché il primo giorno tu ed Enea facevate a botte?>> chiesi. Non sapevo se era la cosa giusta da chiedere in quel momento, ma decisi di tentare. 
<<Lunga storia, una di quelle inadatte alle bambine come te>> 
Aveva evitato di rispondere, aspettandosi un'altra mia lamentela sul fatto che mi avesse chiamata di nuovo "bambina", che non arrivò. Lo guardai, e per un attimo lo vidi vulnerabile, ma fu così veloce che pensai di essermelo immaginato. 
<<Andiamo. Era la prima volta che prendevi parte a qualcosa di illegale, vero?>> chiese Oliver, tornando il solito. 
Quasi mi vergognai ad annuire. 
<<Bene, direi di andarti a prendere dell'acqua>> disse, mettendo le mani in tasca. 
Sorrisi e lo seguii, senza avere molte altre possibilità.

The RainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora