CAPITOLO 26

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Dopo un paio di giorni e una bella doccia tonificante, Luna poté finalmente uscire dalla sua stanza.

Tutti la accolsero con felicità e affetto e questo le tirò su il morale, ma era evidente per tutti che fosse triste per il fatto che Rost non fosse tra loro.

"Ho provato a contattarlo, ma non ha risposto né è venuto qui. Anche la tua ragazza ti ha cercato, ho saputo che ha fatto ritorno su Isola 1. Mi spiace darti queste notizie." disse Siria prendendo Luna in disparte.

Luna sapeva che non sarebbe più potuta tornare da Ada senza spiegare il motivo della sua assenza, ma promise che appena sconfitto l'Imperatore lo avrebbe fatto.

Tutti erano riuniti intorno al tavolo della sala principale in attesa che Luna prendesse la parola.

"Capo, cosa facciamo ora?" chiese Cinzia.

"L'Imperatore è venuto a trovarmi. Non mi ha detto come è entrato in possesso della magia, ma..." ancora non credeva lei stessa alle parole dell'Imperatore.

"Mi ha detto che, grazie a quello che è successo quando abbiamo trovato la tomba del Mago, ha scoperto l'ubicazione della quinta Cupola!"

A quella notizia tutti erano increduli, non dubitavano delle parole di Luna, ma di quelle dell'Imperatore.

"Luna, tutti conosciamo la storia della quinta Cupola, ma è solo un mito, non ci sono prove della sua esistenza" disse Luis dando voce ai pensieri di tutti.

"Dobbiamo seguire, l'Imperatore. Da oggi ci concentreremo sui suoi movimenti, voglio sapere cosa fa, dove va e con chi si incontra. Vera o falsa che sia questa storia, il nostro obiettivo principale è lui. È tutto signori." disse Luna congedandoli, tutti presero i loro posti e si affrettarono ad ubbidire agli ordini.

"Cinzia? Una parola se permetti" chiese Luna prima che uscisse dalla stanza.

"Ho un compito per te. Dovresti cercare Rost e portarlo qui, non importa come, ma fallo. La sua casa è nel quartiere orientale."

Nei giorni successivi l'Imperatore non si mosse da Palazzo, ne incontrò nessuno di sospetto. La Polizia Imperiale era ancora alla ricerca della prigioniera evasa, ma le indagini non portarono a niente. Cinzia non si era ancora fatta sentire.

Luna passava le sue giornate a passeggiare nel bosco attorno al quartier generale di Siria immersa nei suoi pensieri. Si allenò molto con la sua Kusanagi e nei momenti di pausa si stendeva sull'erba ad osservare la macchia in cielo causata dalla magia della tomba del Mago.

Aveva reagito a lei, sua discendente.

Scosse il capo: no, Kuro era un folle, le aveva mentito per installare in lei il dubbio, ma non ci sarebbe mai riuscito, il suo spirito era forte e le sue convinzioni granitiche: non avrebbe mai messo in discussione la Causa!

Un rumore improvviso interruppe i suoi pensieri, vide un'ombra dietro gli alberi.

"Maledizione! Ci hanno circondati!" esclamò.

In un'attimo balzò in piedi e corse verso il quartier generale.

"Uccidetela!" sentì gridare.

Dagli alberi uscirono una decina di Poliziotti Imperiali armati di balestre, un nuovo tipo di arma più precisa di un'arco. Una pioggia di frecce venne scagliata verso di lei, ma grazie alla sua agilità riuscì ad evitarle.

Arrivò al quartier generale e aprì la porta di schianto.

"Ci hanno trovati!" disse con un solo fiato.

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