Capitolo 1°

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Eccoci, ci risiamo nonostante siano passati già due mesi dal mio nuovo impiego trovo sempre un modo per arrivare in ritardo, come un fulmine mi precipito sotto la doccia pronta ad affrontare una nuova giornata nella bellissima America, mi ritrovo a correre per le vie di Orlando come una forsennata, la cosa brutta è che, come sempre, non sono riuscita a fare colazione, è come al solito il mio stomaco ha deciso di non darmi tregua.

Vedo in lontananza uno degli alberghi più famosi e lussuosi di Orlando il "Luxury Hotel"
Veramente molta fantasia, ah!
Troppo presa dai miei pensieri non mi accorgo del laccio delle mie converse che decide di incagliarsi nel mio piede destro, automaticamente serro gli occhi pronta all'imminente impatto con l'asfalto, mi accorgo però di un piccolo particolare, l'asfalto non è così morbido, caldo e muscoloso, appena riapro gli occhi mi trovo davanti a un...WOW!
Premettendo che odio gli uomini con gli occhi azzurri, troppo dozzinali.
Ma la persona che mi ritrovo davanti ha delle bellissime iridi cristalline, riesco a vedere il mio riflesso al loro interno, per non parlare del naso perfetto, abbasso di un po' mio sguardo e incontro delle labbra rosee e piene ma leggermente screpolate, cerco di mettere a fuoco l'insieme del viso dello sconosciuto su cui sono spalmata e vedo che sul suo viso è stampata un'espressione non molto contenta, se lo conoscessi dire che è Incazzato, molto oserei.
"Cosa ti salta in mente?!Non sarai mica pazza!" Disse lo sconosciuto urlando
Che gran coglione.
Uomini tutti uguali.
"Scusa? Mi sa che il pazzo della situazione si trova proprio qui di fronte a me" dissi di rimando al coglione
"Ma come ti permetti, non solo mi cadi addosso, ma mi dai pure del pazzo, cosa devo vedere!"
Disse il coglione
"Senti sbruffone non ho tempo da perdere con un coglione come te"
La testa di cazzo mi interruppe
"Coglione a chi? Scusa ma non parlo con gente "arrapata" che mi cade addosso accidentalmente" disse imitando con le mani il segno delle virgolette
Ma con quale coraggio?
Neanche sapevo che era lì.
Sbruffone
"Senti coglione non ho tempo da perdere, io diversamente da voi "Figli di papà"-dissi imitando le virgolette-lavoro duro per riuscire a guadagnarmi un pasto decente e pagarmi l'affitto, e adesso, se permetti. FANCULO!" Dissi girando i tacchi e andandomene lasciandolo li con un'espressione basita sul volto.
Le soddisfazioni della vita.


Mentre camminavo per recarmi a lavoro ripensai a quando, all'età di 18 anni comunicai a mia madre di volermi trasferire in America, all'inizio accettò, riluttante, ma successivamente capì il mio bisogno di voler cambiare aria, e sopratutto cambiare vita, perché la mia lì in Italia mi sembrava troppo opprimente, mi sentivo come rinchiusa in una bolla.
Non che io sia stata mai una di quelle persone asociali, anzi in Italia ero un tipo molto socievole, non ho mai avuto una migliore amica troppo false o un migliore amico, mi sono sempre limitata ad essere amica di tutti.
Con il mio metro e settantacinque la mia odiosa taglia 48 e i miei capelli biondo scuro ricci e i miei-sempre odiati- occhi verdi ereditati da mio padre.
A risvegliarmi dai miei pensieri per la seconda volta in un giorno è la mia collega Kim che mi urla dall'entrata del negozio in cui lavoro "BAKERY&co for a SWEET LIFE".
Lavoro in una pasticceria che straordinariamente è stata scelta per fare il catering in un set cinematografico.
"Margot forza faremo tardi, Jeff ha già caricato il camion, manchi solo tu!"
Mi urlò la mia paffuta collega.
"Arrivo Kim non urlare!"






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Angolo Autrice
Salve ragazzeeee, scusate eventuali errori ma la storia ha bisogno di una bella revisione.

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