Harry, ogni giorno, come quasi tutti, ha cinque minuti di follia in cui chiunque sia a comando della sua testa va in pausa, lasciando il posto incustodito e libero da qualsiasi freno. Potrebbe accadere qualsiasi cosa, in quei cinque minuti. Persino questo:
''Louis!''
Già. Harry non vuole davvero indagare su come abbia fatto a riconoscere la sua schiena mentre camminava, considerando che anche Louis stesso era impegnato nel raggiungere un palazzo. Eppure al suo richiamo si gira, tranquillo, e gli sorride. ''Ehi'', ed Harry potrebbe cadere a terra per l'angolo arricciato delle sue labbra, i suoi occhi luminosi o per come inclina la testa, facendosi un po' più vicino. Letteralmente, le sue ginocchia potrebbero cedere. Come un ragazzino.
La prima volta che aveva chiuso la porta su Louis e sul pianerottolo, si era poggiato lì e si era premuto una mano sulla bocca, gli occhi socchiusi. Tiana aveva indagato con tono confuso: ''Zio Harry, che hai? Ti senti bene? Sei tutto rosso.''
Harry aveva ritrovato un certo contegno, sistemandosi i capelli (come stavano i suoi capelli? Forse doveva smetterla di passarci continuamente le dita), e si era schiarito la voce, accucciandosi alla sua altezza: ''Sto bene, principessa. Come ti sembro?'' aveva domandato sinceramente, prendendole le mani con attenzione ''Sono vestito bene? Ho i capelli strani? Che ne pensi?''
''Che tu sei strano'' aveva risposto la bambina, rifugiandosi nel suo abbraccio. Harry le aveva baciato la guancia: ''Hai ragione, piccola, scusami.''
''Non fa niente. Louis mi stava solo aiutando con l'elfo. E' molto simpatico e ha degli occhi davvero belli, zio, hai visto anche tu? Ci hai pensato?''
''Un po', forse'', aveva concesso, una mano protettiva sulla sua testa. Tiana aveva aggiunto:
''Chissà se potrò chiedere il suo aiuto contro quell'elfo dispettoso.''
(L'elfo era stata un'idea di Soleil. Harry le aveva fatto notare che sua figlia era forse un po' troppo combattiva, dall'alto dei suoi quasi cinque anni, per non iniziare una guerriglia contro un elfo che nemmeno faceva davvero qualcosa di male. Soleil aveva risposto che era quella, la parte divertente. Quindi, tra l'albero di Natale e le decorazioni, quell'anno c'era anche l'elfo. Tiana aveva già disposto tutti i mezzi per combatterlo, e questa cosa sua madre la trovava esilarante.)
Tiana non si era trattenuta, a cena. Non ci aveva nemmeno provato. ''Oggi abbiamo conosciuto il vicino!'' aveva spiegato, davanti alle sue carote, mentre Soleil preparava il pollo ed Harry si irrigidiva, impegnato a tagliare dei pomodori ''Si chiama Louis ed è davvero simpatico! Zio Harry era tutto rosso e parlava in modo strano.''
Soleil aveva lasciato scattare il collo verso di lui. ''Ma davvero?'', si era interrogata, portandosi le mani al ginocchio piegato. Assorta e curiosa, anche se aveva già capito. Con lei, Harry aveva sempre scritto tutto in faccia. Aveva aspettato, comunque, che Tiana andasse a dormire, poi l'aveva affrontato in cucina, mentre Harry lavava i piatti (avrebbero potuto fare spazio a una lavastoviglie, a quel punto, ma lavare i piatti era una cosa loro, un momento della giornata in cui erano da soli e potevano confrontarsi su cose da adulti, ma anche da ragazzini), chiedendo a bruciapelo: ''Da uno a dieci.''
''Nove. Perché potrebbe avere un difetto caratteriale così grave da rendermelo odioso, solo che io non posso ancora saperlo.''
''Parlavo della sua faccia, Harry.''
''Non credo ci siano numeri per una cosa del genere, allora. Lo sai che ho un debole per gli occhi chiari'', si era difeso, ma era risultato tremolante. Soleil aveva incrociato le braccia mentre asciugava i bicchieri: ''E che altro sai dirmi? Perché spero che tu abbia almeno qualcosa di interessante.''
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With Your Loving, There Ain't Nothing That I Can't Adore ||L.S.||
FanfictionHarry ha una migliore amica, Soleil, con cui condivide tutto: sono amici da sempre e ogni cosa la fanno insieme, escono, hanno segreti, promesse, e non sono capaci di nascondersi niente. Nemmeno quando Soleil rimane incinta a diciotto anni, e anche...