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Appena le meches multicolor di Cristina apparvero all'orizzonte, tre voci che conosceva molto bene la guidarono verso un angolo della piazza.

Non avrebbe comunque avuto difficoltà per individuarle: la chioma rosso tiziano di Raissa e gli orecchini a forma di funghi di Zara si sarebbero notati a chilometri di distanza.

Approcciando il gruppetto, sentì le ultime frasi di una conversazione già cominciata.

«... colpa tua se scegli male. Avresti dovuto unirti a me.»

«Le stavo dando fiducia! E non fare discorsi da villain della Asylum, ché non hai la sedia girevole e manco il gatto!»

«Posso sempre procurarmeli.»

«Ah sì? E come?»

«Basta rubare la bestia di Satana di Cherry e fregare la sedia a sua sorella»

«Seh, certo. Piano fallimentare, dall'inizio alla fine.»

«E perché? A me sembra geniale.»

«Punto primo: se pensi che Lucrezia ti permetterà di prenderle Luna sei pazza. Provaci e ti soffocherà con i suoi cupcake. Sai quanto ami i suoi cupcake.»

Bice osservava rassegnata il battibecco, non provando neanche a mediare.

Alzò lo sguardo, e vide l'altra avvicinarsi.

Le spalle si rilassarono leggermente per il sollievo.

Non era più da sola a gestirle.

«Punto secondo: buona fortuna a levare Virgi da quel sedile. È una fottuta youtuber, è ovvio che ci passerà le giornate davanti al computer.

E punto terzo-»

«Raga, è arrivata!» le interruppe la terza incomoda, quasi saltando di gioia.

«Invece di litigare, informatela di quello che sappiamo.»

Con un'ultima occhiataccia, le due litiganti firmarono la tregua ed eseguirono.

Quello che sapevano non era molto più di quello che aveva già carpito, ma accettò di buon grado le info.

Una volta ch'ebbe aggiunto l'incontro con Lidia, il quadro fu completo.

Più o meno.

«Ha complottato tutto con grande anticipo...

Da chi dovremmo andare prima?» rifletté ad alta voce Beatrice.

Chris si stropicciò gli occhi. «Qual è la migliore per chi non si è ancora svegliato?» chiese, faticando a non sbiascicare le parole.

Sentendola, Zara sembrò illuminarsi.

Sorrise, con aria non propriamente benigna, e prese l'altra per le spalle.

«Andiamo», la incitò cominciando a spingerla, «ti porto nel posto più tranquillo del mondo»

«Poltronesofà?»

«Meglio ancora.»

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