Capitolo 11

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Nel cuore di Maplewood, dove la luce calda del fuoco danzava sulle pareti e le ombre si muovevano come fantasmi nell'atmosfera avvolgente della dimora di Lucien, Sarah e Lucien si ritrovarono finalmente. Il loro incontro era come un'ode alla rinascita, una celebrazione dell'amore che resisteva alle tempeste del destino.

Seduti a una tavola splendidamente allestita, la luce soffusa delle candele rischiarava i loro volti, mentre ogni dettaglio della cena trasmetteva l'intensità dei sentimenti che li legavano. Ogni piatto, ogni posata, sembrava portare con sé una storia, un frammento del passato di Lucien e del futuro che stavano costruendo insieme.

«Il nostro cammino non è stato facile», disse Lucien, il suo sguardo azzurro riflettendo la profondità delle sue emozioni. «Ma ogni sfida ci ha resi più forti, più determinati a lottare per il nostro amore».

Sarah lo guardò con occhi pieni di gratitudine e amore, consapevole della vulnerabilità che Lucien stava mostrando. Le sue parole erano un'ode alla resilienza, un inno alla forza dell'amore che li univa.

Lucien continuò a narrare la sua storia, portando Sarah in un viaggio attraverso il tempo e lo spazio. Le sue parole dipinsero un quadro vivido della Maplewood del 1846, con le sue strade polverose e i suoi alberi maestosi che vegliavano silenziosi sull'umanità che passava.

«In quel tempo lontano», disse Lucien, la voce carica di nostalgia e rimpianto, «ho conosciuto la solitudine e la disperazione. Ma è stato anche lì che ho trovato la mia forza, il mio coraggio di lottare per un futuro migliore».

Sarah ascoltava con il cuore colmo di emozioni, avvolta dal calore della cena e dall'amore che emanava da Lucien. Ogni parola che pronunciava sembrava avvicinarli sempre di più, rinforzando il legame che li univa.

Alla fine della serata, mentre la luce delle candele si attenuava e il fuoco nel camino si spegneva lentamente, Sarah guardò Lucien con occhi pieni di amore e fiducia. «Lucien», disse con voce tenera, «sei la mia luce, il mio conforto nelle notti più buie».

Lucien la guardò con gratitudine e affetto, le sue mani stringendosi intorno alla sua con dolcezza. «Sarah», disse con voce commossa, «sei la mia roccia, la mia guida in un mondo oscuro».

Sarah sorrise, gli occhi brillanti di determinazione. «Allora, dimostramelo», disse con fierezza. «Mordimi e nutriti di me. Voglio condividere ogni parte di me con te».

Lucien esitò per un attimo, il conflitto interiore evidente nei suoi occhi. Ma poi, con un sospiro di accettazione, si avvicinò a lei e posò delicatamente le labbra sul suo collo, lasciando che la sua sete si placasse con il sangue di Sarah.

Mentre il calore del suo sangue nutriva Lucien, Sarah fu improvvisamente travolta da una visione. Era come se una finestra si fosse spalancata nel suo subconscio, rivelando un'immagine sfocata di una bambina. Era lei stessa, o almeno sembrava, ma la figura infantile aveva occhi che brillavano di un bagliore antico, uno sguardo che portava con sé secoli di esperienza.

La bambina vampiro, con i suoi capelli scuri e gli occhi vivaci, la fissava con un'innocenza travolgente, come se cercasse di comunicare qualcosa di importante. Sarah sentì una connessione profonda con quella figura infantile, come se fossero legate da un filo invisibile che attraversava il tempo e lo spazio.

Lucien, mentre si nutriva del suo sangue, sembrava ignaro della visione di Sarah. Ma la bambina vampiro non passò inosservata. I suoi occhi penetranti scrutavano l'anima di Sarah, trasmettendole un senso di calma e comprensione.

Nel frastuono del momento, Sarah si sentì trasportata in un'altra dimensione, dove il passato e il presente si fondevano in un unico momento senza tempo. La bambina vampiro le sussurrò parole di saggezza antica, parole che vibravano nell'aria come note di una melodia lontana.

E poi, improvvisamente come era apparsa, la visione svanì, lasciando Sarah confusa e spaventata. Era come se un velo si fosse abbassato di nuovo, nascondendo la verità dietro un mistero irrisolto.

Lucien, terminato il suo pasto, si allontanò da lei, ignaro della visione che aveva appena attraversato la mente di Sarah. Ma lei rimase lì, confusa e turbata, cercando di dare un senso alla visione che aveva appena vissuto.

E così, nell'oscurità della notte, mentre il calore del fuoco si attenuava e il silenzio avvolgeva la stanza, Sarah rimase sola con i suoi pensieri, incerta del significato della visione e del destino che l'attendeva.

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