"Aurora, svegliati. Dobbiamo andare ad allenarci" sento pronunciare sottovoce da qualcuno
"mmh, 5 minuti" mi rigiro nel letto stringendo ancora di più le mie amate coperte.
sobbalzo non sentendole più e un brivido di freddo mi percorre tutto il corpo.
"oooh, c'è freddo, ridammi le coper-" mi giro irritata ma mi blocco alla vista di Angela che se la ride.
la guardo con un solo occhio aperto, presa ancora dal sonno, e non capisco perché sta ridendo così tanto.
"perché ridi?" le chiedo con la voce impastata dal sonno
"sei divertente"
"ma ora alzati" continua, tirandomi giù dal letto con la forza
"mi alzo, mi alzo!!" affermo sconfitta.
_______
"buondì ragazzi! sarò il vostro allenatore per tutto il vostro percorso. iniziamo subito con un allenamento base" parla il coach.tra occhi in aria, ragazzi che sbuffano, e forse due che sono davvero contenti di allenarsi, inizia l'inferno.
iniziamo con una corsa sul posto e dopo pochi secondi sento il cuore esplodermi, un po' per l'allenamento e un po' per la presenza della mora nella stanza.
concentrati, Aurora, non guardarla.
mi obbligo, ma dopo poco è lei a guardare me, e quasi non cadevo su me stessa.
"bene, ora mettevi a coppia e aspettate le mie direttive" ordina il coach.
rimango impalata, non sapendo da chi andare
o forse si.
guardo i ragazzi guardarsi con sguardi da complici e sistemarsi pian piano a coppie, mi limito a guardare e sembra non essere rimasto nessuno da solo, oltre me.
"stai cercando una compagna?" sento toccarmi la spalla da dietro, e il suo tocco mi provoca un brivido lungo la schiena.
affermo semplicemente, e rimango fissa a guardare i suoi occhi, i suoi tatuaggi, i suoi capelli, tutta lei.
mi schiocca le dita in faccia facendomi tornare alla realtà.
"terra chiama Aurora" dice sorridendo leggermente, essendo perfettamente consapevole dell'effetto che mi fa.
"mh, si, iniziamo"
il primo esercizio prevede di avere una persona sdraiata e una in piedi:
Angela, sdraiata deve alzare le gambe con i glutei poggiando le mani nelle mie caviglie, come supporto.
la posizione era abbastanza imbarazzante, poiché se non fossi alzata, avrei la sua faccia proprio lì.
divento paonazza al solo pensiero di me e lei in quella posizione e mi mordo le labbra.
"uno" dico e le sue gambe si alzano faticosamente, arrivando alla mia pancia.
"due" continuo con nonchalance, dato che non sto facendo letteralmente nulla.
"uagliù già non ce la faccio più, pausa" sento dire ad occhibelli col fiato già corto.
non so perché, ma la visione di lei sfinita mi attrae.
"non fare la pappamolle, tre!" ordino come se fossi una professionista, ma non si muove e
sento le sue mani appiccicate alle mie caviglie che iniziano a fare movimenti circolari.
"fermiamoci" dice con aria autoritaria
"devo andare in bagno, vieni con me" continua alzandosi.
mi prende per mano e sobbalzo al suo soffice tocco, e vedo formarsi un sorriso malizioso nelle sue labbra.
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siamo in bagno da più o meno 10 minuti, e ancora non è uscita.
"ma quando ci metti?" dico fingendomi irritata.
subito dopo la mia domanda la guardo uscire tranquillamente dal bagno, ed io rimango poggiata al muro.
"eccomi"
la guardo avvicinarsi pian piano a me, e non proferendo parola, rimango paralizzata.
il mio cuore perde venti battiti quando si avvicina pericolosamente a me, guardandomi dritta negli occhi.
"qualcosa non va?" dice ormai a pochi centimetri dalle mie labbra.
"n-no, perché?" cerco di mantenere la calma e palesemente non ci sono riuscita, notando il suo sguardo soddisfatto.
"curiosità, Aurora..." dopo aver pronunciato quest'ultime parole, spezza l'atmosfera volgendo lo sguardo alla mia destra, prendendo i fazzoletti dal distributore.
"ecco qua" dice, e notando la mia faccia rossa come un pomodoro, si limita a guardarmi dalla testa ai piedi, come segno di vittoria.mi serve proprio una sigaretta.

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dammi le tue mani - lil jolie
Romancemi esamini l'anima con un solo sguardo seppur tenue il mio corpo arde alla vista del medesimo sguardo che mi consuma l'anima