Capitolo 8

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Percorro con lo sguardo i palazzi che scorrono davanti a me nel mentre la macchina sfreccia in mezzo al traffico. Ormai manca poco all'arrivo a casa, ho una fretta indiavolata di riferire a Doris tutte le mie scoperte, anche se poche. Effettivamente speravo di ricevere più informazioni, ma è sempre meglio di niente in fondo. Appena il taxi imbocca la via di casa comincio a cacciare il portafoglio fuori dallo zaino per pagare la corsa. Una volta scesa tuttavia, delle sensazioni di sgradevole disagio mi assalgono. Mi sento osservata, un brivido corre lungo la mia schiena, il sangue mi si gela nelle vene. 

È qui.

Attenta.

Corri. 

Non farti prendere.

Mi giro con lo sguardo cercando di scovare quella figura che sta facendo impazzire il mio inconscio. Devo fare un immenso sforzo per non bloccarmi a causa del susseguirsi di sussurri che mi invadono la testa, come se avessi un'allarme impazzito all'interno. 

Solo una persona mi fa questo effetto, ma dove ti sei nascosto non capisco.

La via è completamente vuota a parte un paio di macchine parcheggiate, ma non ne vedo di sconosciute, sono sempre le stesse. Inquieta decido di incamminarmi dentro casa, interrompendo la caccia al topo, anche se in questo momento mi sento più io un topolino che viene rincorso. Una volta chiusa la porta mi sento al sicuro, il mio corpo si appoggia ad essa rilassandosi da quello stato di tensione a cui è stato sottoposto qualche secondo prima. Chiudo gli occhi respirando, cerco di abbassare il ritmo del cuore, mi sembra di avere un tamburo impazzito al posto di un organo vitale. 

- Alexa sei tornata, giusto in tempo per la cena.. ma che succede? -

Apro gli occhi, mi trovo di fronte una Doris che mi viene incontro con la fronte aggrottata. Negli occhi riesco a leggere un misto tra confusione e preoccupazione. 

- Vieni cara appoggiati a me - dice prendendo il mio braccio destro mettendolo intorno al suo collo, mentre il suo braccio sinistro cinge la mia vita intimandomi di appoggiarmi a lei per camminare, non mi sono nemmeno accorta di avere le gambe molli. 

Con fatica e a passo lento arriviamo in cucina, dove Doris mi poggia su uno sgabello. Metto le braccia sul tavolo, dove addosso il mio peso e la mia testa. Mi sento così pesante e spossata, come se mi fosse caduto addosso un masso di ottanta chili. Doris poggia davanti al mio viso un bicchiere d'acqua che prendo ingurgitando tutto il contenuto in poco tempo. 

- Adesso mi spieghi perché sembra che tu abbia visto un fantasma? - chiede Doris con tono calmo.

- Quando sono uscita dal taxi, ho avuto una strana sensazione. Mi è sembrato di essere osservata da qualcuno, il mio corpo si è messo in allarme, come se un pericolo fosse vicino - 

- Credi sia lui? - 

- Chi altri potrebbe scatenarmi una reazione simile? - 

- Sono passati anni Alexa, una persona non può essere ossessionata a tal punto - 

- A meno che non sia uno psicopatico e credimi, lui lo è - i miei occhi si sono inumiditi, per quanto mi sforzi di dimenticare il passato, le immagini in questo momento mi sfrecciano davanti agli occhi come un film horror. 

- Devo avvertire tuo padre? - 

- A che pro? Lascia perdere, forse mi sono sbagliata, infondo non ho visto nessuno. Non ho prove che lui fosse veramente li con me -

- Va bene, hai voglia di mangiare qualcosa? - 

- Ho lo stomaco chiuso - dico guardando il tavolo. 

- Allora vai in camera a farti un bagno caldo, le cose che hai nel piatto te le porto io su, in caso ti venga fame più tardi - mi da un bacio sulla fronte, mi lancia un sorriso e si dirige verso il salone. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 26, 2023 ⏰

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